L'Italia di Roberto Mancini torna al successo dopo una lunghissima astinenza ed evita la retrocessione nella League B di UEFA Nations League. Contro la Polonia, a far sorridere gli Azzurri ci pensa Biraghi, che in extremis appoggia in rete un pallone servitogli da Kevin Lasagna, subentrato pochi minuti prima. Nonostante una sola rete segnata, la nostra Nazionale ha disputato davvero un'ottima gara, aggredendo gli spazi e creando tantissimi pericoli dalle parti di Szczesny con il tridente Chiesa-Bernardeschi-Insigne. Contrariamente alle precedenti uscite, l'Italia non ha mai perso la concentrazione, rischiando poco dietro e costruendo molto in fase di manovra, alternando i suggerimenti laterali a numerose percussioni centrali dei vari Barella e Jorginho. 

Scesi in campo con il 4-3-3, gli Azzurri hanno subito aggredito i portatori di palla della Polonia, schieratasi a specchio ma meno attenta in fase di copertura. Non è un caso che la prima occasione italiana capiti al secondo di gioco, quando è Jorginho a lasciar partire un destro a giro stupendo fermato solo dall'incrocio dei pali. Il leitmotiv della gara sarà questo per tutti i novanta minuti: gli ospiti ad attaccare, i polacchi a tentare qualche sortita offensiva di rimessa grazie alla velocità di Zielinski ed alle manovre di Lewandovski in fase di controllo palla. Al contrario, l'Italia gioca bene e si vede, spinta anche da un centrocampo davvero armonico: Barella è praticamente ovunque sia in fase offensiva che difensiva, Jorginho è sempre più leader, Verratti più indietro assolve in maniera sufficiente il proprio compito. Una situazione che lascia pressoché inoperosi i difensori e consente agli attaccanti di svariare sul fronte offensivo, creando molto. 

L'utilizzo del doppio ricamatore, Jorginho-Verratti, consente al calciatore del Chelsea di svariare moltissimo e di ampliare la manovra, che con un Insigne meno baroccheggiante del solito ed un Chiesa in crescendo risulta difficile da leggere per i difensori polacchi. Inizialmente sottotono, anche Bernardeschi gioca la usa ottima gara, sgomitando in area e provando spesso a pungere. Lo juventino diventa pericoloso quando può partire da destra - complice la rotazione dei tre piccoletti davanti nel ruolo di falso nueve - ma anche al centro non sfigura. Chi si impone nella serata polacca è però Barella, che per tutto il primo tempo spegne le sortite offensive di Zielinski e ruba una quantità incredibile di palloni. Insomma, la Nazionale gioca bene come non si vedeva dai tempi di Conte, crea ma non segna anche per colpa della malasorte, si veda la traversa di Insigne che, alla mezz'ora, quasi ripete il goal messo a segno contro il Liverpool.

Dopo un primo tempo chiuso immeritatamente sotto, l'Italia deve fare i conti con una Polonia molto più compatta grazie ai cambi del proprio CT che, dal 4-3-3, preferisce rimodellare i suoi con il più rodato 4-4-2. Gli spazi inevitabilmente si chiudono e gli Azzurri sono costretti a giocare di fino, alternando tocchi nello stretto ed iniziative personali. Sfruttando l'ampiezza del campo e gli eventuali errori, i padroni di casa pungolano di più rispetto alla prima frazione, andando ad impegnare Donnarumma a più riprese. E' però una parentesi isolata, con l'Italia subito pronta ad offendere nel forcing finale. Dando prova di coraggio e concentrazione, gli Azzurri non placano il loro assedio, come se l'ottenere la vittoria fosse questione di vita o di morte. Un approccio giustissimo visto che, con i tre punti, la retrocessione nella League B sarebbe stata evitata. Quando tutto pareva finito, ecco il guizzo di Biraghi, che sugli sviluppi di un corner la mette dentro ed esulta per Astori. 

Il resto è storia. La Nazionale si lascia infatti andare ad un urlo liberatorio, con Mancini abbracciato da Verratti. Un CT coraggioso, che lascia in panchina Immobile e getta nella mischia Lasagna, autore della "spizzata" di testa decisiva per Biraghi. Finalmente l'Italia torna al successo e può puntare alla fase finale della Nations League. I fasti dei tempi migliori sono lontani ma questa Nazionale, un mix perfetto di giovani ed esperti, sembra davvero pronta a rinascere da quelle ceneri che ancora oggi aleggiano su San Siro.