La questione del Spotify Camp Nou: la data di apertura resta un punto interrogativo
Fonte: calcio e finanza


Il club ha chiarito i propri obiettivi e intende riaprire le porte dello stadio solo dopo aver ottenuto l’autorizzazione per una capienza temporanea di 45.000 spettatori, e non più quella inizialmente proposta di 27.000 posti.

Era novembre 2024 quando cominciarono a circolare le prime notizie sulla possibile riapertura e sul ritorno al Camp Nou. Tuttavia, i ripetuti rinvii causati da problemi tecnici, ispezioni non ancora concluse e ritardi nel rilascio delle autorizzazioni municipali hanno prolungato le tempistiche fino ad oggi. A un anno di distanza, la situazione rimane complessa e lo scenario più probabile è un ulteriore slittamento fino all’inizio del 2026.

Il club catalano non aveva perso le speranze di ottenere la licenza Fase 1A, che avrebbe consentito l’ingresso di 27.000 tifosi, ma i permessi non sono arrivati in tempo. I ritardi e i contrattempi hanno quindi reso più logico concentrarsi direttamente sulla licenza Fase 1B (45.000 spettatori), che garantirebbe una riapertura più stabile e sostenibile sia per i tifosi che per la società.

Il comunicato ufficiale

Come spiegato dal comunicato emesso dal FC Barcellona, i motivi del rinvio sono tre. Il primo riguarda la coincidenza dei tempi di autorizzazione: il club preferisce aspettare la licenza Fase 1B, poiché i ritardi legati alla Fase 1A renderebbero inutile un’apertura anticipata con una capacità ridotta.
Il secondo motivo è di natura economica e logistica: l’Estadi Olímpic Lluís Companys sul Montjuïc, dove il Barcellona gioca ormai da due stagioni, è stato ammodernato, offrendo accessi efficienti, infrastrutture adeguate e una grande capacità di pubblico. Questo ha permesso al club di mantenere incassi dignitosi e compensare in parte le perdite dovute alla chiusura del Camp Nou. Una riapertura parziale con 27.000 posti avrebbe invece generato ricavi molto più bassi e una gestione più complessa.

Infine, il terzo punto riguarda la sicurezza e i test operativi: la società ritiene necessario prendersi il tempo per completare correttamente tutte le verifiche, come il collaudo dei sistemi di evacuazione, delle strutture portanti, delle vie di accesso e dei parcheggi. Anticipare i tempi potrebbe causare malfunzionamenti o rischi futuri.

È fondamentale inoltre il continuo confronto con il Comune di Barcellona, il quale gioca un ruolo centrale per l’approvazione delle ultime ispezioni e licenze di riapertura. I tecnici comunali stanno lavorando sul piano sicurezza dello stadio, e il club ha sottolineato la volontà di rispettare scrupolosamente i protocolli, senza accelerare i lavori per motivi sportivi o mediatici.

I costi del progetto

Il progetto rientra tra i più ambiziosi d’Europa. L’impianto, che una volta completato potrà accogliere oltre 105.000 spettatori, sarà il cuore dell’“Espai Barça”, un complesso sportivo e commerciale moderno e sostenibile. Inizialmente stimato intorno a 1 miliardo di euro, il costo complessivo ha già superato 1,5 miliardi, a causa dell’aumento dei prezzi dei materiali, dei ritardi e delle modifiche progettuali apportate per migliorare l’efficienza energetica e la copertura del tetto. Gran parte dell’opera è stata finanziata tramite prestiti privati e partnership commerciali, tra cui l’accordo con Spotify per i diritti di naming dello stadio.


La situazione attuale del club

Attualmente il Barcellona continua a disputare le proprie gare casalinghe all’Estadi Olímpic Lluís Companys, che ospiterà il 18 ottobre il match di Liga contro il Girona. Lo stadio è stato rinnovato con nuovi spogliatoi, un moderno sistema di illuminazione, maxi-schermi e strutture migliori per l’accessibilità dei disabili. Nei mesi scorsi, per alcune gare minori, il Barcellona ha utilizzato anche il Johan Cruyff Stadium, un piccolo impianto da 6.000 posti solitamente riservato alle squadre giovanili e alla formazione femminile. La riapertura del Camp Nou rimane ancora un’incognita. Il club punta a tornare nella sua storica casa solo quando saranno completate tutte le verifiche e approvate le licenze necessarie, garantendo così sicurezza, efficienza e un ritorno sostenibile per i tifosi e la società stessa.

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