Resta sempre quel dubbio astratto di come una squadra possa vincere senza convincere. Resta quel dubbio insediato nella mente dei tifosi che guida i propri pensieri verso un cauto pessimismo-ottimismo che a volte pende da un lato e, altre volte, pende dalla parte opposta. Non sarà un momento semplicissimo per il Manchester United di José Mourinho e dei suoi tifosi a seguito di un calciomercato terminato con acquisti costosi ma poco convincenti e dai nomi poco conosciuti: Fred dallo Shakhtar Donetsk per la modica cifra di 60 mlioni di euro, Diogo Dalot, 19enne ex Porto, per 22 milioni di euro, Lee Grant dallo Stoke City per quasi 2 milioni di euro a cui aggiungere i ritorni dei giovani Cameron Borthwick-Jackson, Axel Tuanzebe e Andreas Pereira, uno dei migliori della pre-season dei Red Devils. Ma la vittoria è arrivata e i primi tre punti tanto attesi e bramati dai signori e le signore di tutte le età seduti sui gradoni dell'Old Trafford sono arrivati con qualche apprensione di troppo.
La squadra rossa di Manchester parte con un 4-3-3 che lascia qualche sorpresa in più rispetto alle attese: la porta affidata alle manone di De Gea, la difesa guidata dalla coppia centrale Bailly-Lindelof con Darmian a destra e Shaw a sinistra. Terzetto di centrocampo affidato ai piedi di Pogba, lanciato da titolare dopo pochissimi giorni dal suo rientro con la fascia da capitano al braccio, Andrea Pereira, lanciato da titolare per vari match delle amichevoli estive, ed il nuovo acquisto Fred. L'attacco, invece, non è guidato da Lukaku, ritenuto probabilmente non in condizione dal tecnico portoghese a seguito del mondiale, ma dal giovane Marcus Rashford, reo di essersi assicurato di portare il celebre numero 10 sulle proprie spalle. La giovane punta inglese viene supportata da Sanchez a sinistra e Juan Mata a destra. Il Leicester di Puel ricalca il classico 4-2-3-1 che sta calcando i campi di varie squadre europee. In porta confermatissimo Schmeichel che verrà difeso dal capitano Morgan al centro assieme al sorprendente Maguire, a lungo accostato al Manchester United durante la sessione del calciomercato estivo. Le fasce, invece sono state affidate all'abilità e rapidità di Chilwell e Amartey. Con il giovane e promettente Ndidi sulla mediana, in coppia con Silva, il Leicester schiera Ricardo Pereira, Maddison, nuovo numero 10 delle Foxes, e il talentuoso Gray alle spalle dell'unica punta Iheanacho, ex Manchester City.
L'avvio è imprevedibile, come la stessa Premier League: calcio di rigore per la squadra di casa dopo il fallo di mano causato da Amartey. Il tempo necessario per costruire un'azione e colpo di scena immediato all'Old Trafford e dopo due minuti i Red Devils possono incanalare la partita sui binari giusti. Dal dischetto va Paul Pogba dopo una pacifica discussione con Alexis Sanchez che vede vincitore il francese. La prima sfida del campionato inglese, il primo uno contro uno, il primo faccia a faccia fra portiere e rigorista. Schmeichel, di controvoglia e con amarezza, è pronto a tentare di replicare le gesta del match giocato contro la Croazia, a Novgorod, in Russia, con la maglia del proprio Paese, la Danimarca. Rincorsa lunga per il francese che, dopo il fischio dell'arbitro, parte. Corsa lenta, passi piccoli, tanto apprensivi e angoscianti quanto potrebbe esserlo un Fabrizio de André che lascia attendere la pronuncia del rosso dei papaveri del famoso testo La guerra di Piero. E via, il pallone parte alla destra di Pogba, alla sinistra del portiere figlio d'arte ex City che indovina ma non ha il braccio così lungo per respingere il tiro del francese che imbuca e gonfia la rete e la Premier si apre, con un gol, nel migliore dei modi per gli appassionati del campionato più bello d'Europa. Paul Pogba segna a seguito di un estate marcata dall'ottimo mondiale, chiuso proprio con un gol dalla distanza, e dalle infinite voci di mercato che lo accostavano al Barcellona di Ernesto Valverde. Ma il francese non è ancora stanco di parlare inglese, non ha intenzione di imparare lo spagnolo, resta a Manchester e segna, portando in vantaggio i Red Devils, per la gioia di Mourinho, elegante a bordocampo per il primo Gran Galà della stagione pronto a chiedere, nervoso, la mano alla più bella della serata, la vittoria con la V minuscola, quella che serve per ingranare una corsa al titolo che non vede i suoi uomini tra i primi favoriti.
Le Foxes danno segnali di vita nonostante il gol del vantaggio abbia concesso al Manchester United di gestire la palla con più tranquillità e si sa che se la tranquillità domina gli animi dei giocatori, allora, si gioca meglio. Fred gioca in maniera pulita e leggiadra nonostante la sua fama di cacciatore di cartellini gialli e rossi lo preceda e abbia fatto storcere il naso di parecchi inglesi. Pogba è sempre il solito Pogba: smista, anticipa, interviene e lancia i compagni all'arrembaggio. Dopo un quarto d'ora il Leicester va vicinissimo al gol del pareggio per due volte grazie a Ndidi e, soprattutto, Iheanacho che sfiora il palo dopo il faccia a faccia con De Gea su iniziativa di Gray. Ma arriva alla mezz'ora la miglior occasione del primo tempo: Maddison, a due passi, calcia a botta sicura verso la porta ma non è un caso se De Gea viene ritenuto uno dei migliori goalkeepers al mondo e compie un miracolo. 1-0 al primo tempo e il Boring United di Mourinho conduce giocando di attesa e fulminea ripartenza nonostante gli ospiti stiano giocando a viso aperto.
Seconda metà di partita che incomincia con i Red Devils che non ci stanno e alzano il pressing cercando di mettere sotto il Leicester, salendo sul palco a suonando la propria musica come quegli Smiths o i Chemical Brothers o ancora i Simply Red che hanno mosso i loro primi passi, le loro prime note proprio nella città di Manchester. Musica che viene suonata da uno dei piedi più delicati e melodiosi di questa squadra, Juan Mata che assieme ad Alexis Sanchez e Rashford dominano l'attacco e mandano in subbuglio la difesa avversaria anche grazie a quella comparsa, quel bassista di cui non ti ricordi il nome ma che sai di ascoltare e che continuerai ad ascoltare, quel Matteo Darmian che ha gestito la preseason con la fascia da capitano al braccio e che ha espresso la sua nostalgia di casa, verso l'Italia ma che alla fine è restato e contniuerà a mangiare fish and chips per un altro anno che rischia di siglare il 2-0 con un rasoterra che Schmeichel para in due tempi. Dopo poco più di un quarto d'ora Puel non ci sta e perde la pazienza; si punta sull'esperienza, si punta sull'eterno talento che non invecchia con il fisico ed entra quel Jamie Vardy che ha portato in paradiso più volte i tifosi della sua squadra in quella meravigliosa stagione che tutti gli appassionati di calcio ricorderanno e non dimenticheranno tanto facilmente. La forza, la grinta e l'eterna voglia di mettersi gioco del numero 9 è quello che serve alle Foxes per, per lo meno, provare a rimettere la partita sui binari più opportuni. E che impatto quello del ragazzo di Sheffield! Shaw si addormenta letteralmente sulla sua fascia, quella sinistra, e non vede arrviare come un forsennato, come un diavolo proprio Jamie Vardy che sradica con cattiveria la palla dai piedi del suo connazionale che cade a terra ma il suo capitombolo non viene calcolato dal direttore di gara che lascia proseguire il gioco, incarnando il valore della durezza e dello scontro fisico che in Inghilterra è accettato, idolatrato e richiesto. Vardy la mette dentro, nell'area piccola, con forza, velocità, verso Gray che impatta e gira ma che trova De Gea, ancora una volta con le sue manone.
Intanto altri cambi; Rashford e Fred escono applauditi, anzi, applauditissimi, acclamati, in particolar modo quel ragazzino che ha già compiuto il sogno di poter vestire la maglia di cui è tifoso ma che sa che è solo l'inizio. Entra Romelu Lukaku, quel bestione di 94 chilogrammi che nessuno vorrebbe fronteggiare. Spazio anche per Scott McTominay che, nella scorsa stagione, è entrato in punta di piedi, piano piano, inserendosi a piccoli passi nelle gerarchie di mister Mourinho che ha creduto in lui e che crede, tutt'ora in lui. Inglese che ha scelto la Scozia, quasi riuscito nell'impresa di levare il posto da titolare a Paul Pogba, quel gioiellino pagato alla Juventus 105 milioni di euro, lanciato dal primo minuto in Champions League, contro il Siviglia al Sanchez Pizjuan. Quel ragazzo che a detta di Mourinho si allena con durezza per ritagliarsi un piccolo spazio nella partita di fine settimana. Quel ragazzo che ha portato lo Special One a chiedere un abbraccio al giornalista che ha posto una domanda proprio su McTominay a seguito del match disputato contro il Siviglia: "Posso abbracciarti? Grazie, questa sì che è una domanda. In conferenza, poco fa, tutte le domande sono state su Pogba. Ma è su questo ragazzo che avrebbero dovuto farle. Credo sia stata fantastico, ha fatto tutto alla perfezione. Ha portato molta pressione su Banega, è apparso sempre a suo agio. È stato eccezionale". Ed è proprio dopo l'entrata dello scozzese che Lukaku si divora il gol che avrebbe mandato tutti quanti, virtualmente, nello spogliatoio. Davanti a Schmeichel riceve l'intuizione di un ispirato Sanchez, calcia prende il portiere della Danimarca ed esce di un nulla sul fondo per la rabbia e l'incredulità dei suoi compagni che si mettono le mani in testa. Ma niente paura, no fear perché lo "show" lo gestisce e conduce Luke Shaw. Su controllo di Juan Mata, Shaw chiama l'assist leggero, delizioso e soprattutto puntuale dello spagnolo che controlla, male, con l'interno sinistro. Ma a volte un controllo sbagliato favorisce e può far sgranare gli occhi perché ne fuoriesce un pallonetto inaspettato che scavalca il povero Ricardo Pereira che non può nulla dinanzi al destino, al pallone che decide di voler portare in gloria l'ex Southampton, che decide di portarlo con una prodezza inaspettata al primo gol in Premier League, al primo gol al Manchester United. E che gol! E che esultanza dei tifosi! E che esultanza di Shaw! E che esultanza di Mourinho! Old Trafford non è più un teatro al minuto 82;21 ma è un vero e proprio concerto rock. Tutti si muovono in totale disaccordo ma tutti urlano e si abbracciano; l'atmosfera non è quella tipica del Lowry o dell'Imperial War Museum ma è quella che i signori e le signore è più vecchie hanno avuto la fortuna di assaporare durante le note dei famosi Joy Division o dei Take That. Finisce qui, anzi no. Jamie is on fire e nulla può evitare la sua zampata sul tiro-cross di Ricardo Pereira che prende il palo ma poi rimbalza proprio su Vardy che la mette dopo aver attratto quella palla che non poteva non lasciarsi imbucare dal piede sgraziato e talentuoso dell'inglese di Sheffield. Ma non c'è più tempo. Il Manchester regala i primi tre punti ai suoi tifosi e mette la strada in discesa in vista della prima partita in trasferta, contro il Brighton mentre i ragazzi di Puel affronteranno i Wolves del Wolverhampton.