L'Everton un anno fa di questi tempi era una delle squadre più chiacchierate al mondo. La cessione di Lukaku aveva portato una cifra ingente nelle casse di un club già di per sé tutt'altro che povero, scatenando così una campagna acquisti sensazionale, che aveva portato sulla sponda blu di Liverpool tanti giocatori interessanti (fra cui Keane, Sigurdsson, Sandro Ramirez e Rooney). In pochi pronosticavano, dopo tutti quei colpi, che i Toffees avrebbero vissuto una stagione di totale anonimato, chiusa a "soltanto" cinque punti dalla zona-Europa League ma dopo un cambio di allenatore in corsa.

Ecco perchè oggi parlare di questa squadra è un po' più complicato. Sulla carta, ci sono di nuovo tutte le sensazioni positive del caso, all'alba della nuova Premier League. Ma non è detto che bastino, anzi, come provato da quanto avvenuto negli ultimi mesi. Anche se stavolta c'è ragione di dire che la dirigenza del club della Merseyside abbia imparato la lezione.

Il mercato dell'Everton non è partito infatti da un giocatore, ma da un uomo: Marco Silva. Un allenatore certamente interessante, che nei primi mesi della scorsa stagione si è messo in luce col Watford salvo poi venire esonerato, più per questioni extra-campo che altro. Il portoghese è d'altronde un tecnico ambizioso, predicatore di un gioco spregiudicato ed anche abbastanza pretenzioso in sede di mercato. Lo confermano anche gli unici due acquisti della sua gestione, cioè Richarlison e Lucas Digne, cui si dovrebbe aggiungere a breve un terzo nome, Bernard. Si tratta di giocatori abili prima di tutto a giocare il pallone; in particolare, il manager ex Hull ha già lavorato con il primo della lista, ottenendo grandi risultati che giustificano in parte l'investimento di ben 45 milioni di euro spesi per assicurarsene il cartellino.

La nuova guida delle Toffees, però, non ha nascosto di avere un'ultima necessità da esaudire prima della chiusura del mercato. Dopo l'addio di Funes Mori (cui si è unito quello di Klaassen, direzione Werder Brema) infatti il pacchetto di difensori centrali sembra un po' ridotto. Tante voci vorrebbero il club su Yerry Mina, ma ancora distante dall'accontentare la richiesta di 40 milioni del Barcellona per il colombiano. In questi giorni si dovranno ultimare poi tante uscite: il reparto offensivo è colmo di esuberi, Vlasic e Bolasie su tutti, ed in generale la rosa dovrà un po' essere alleggerita, visto il passivo da più di 30 milioni spesi in questa sessione di mercato, considerando anche le uscite.

Adesso ci sarà il campo e bisognerà capire prima di tutto con che sistema di gioco scenderà in campo l'Everton. Storicamente, il modulo preferito da Silva è un 4-2-3-1 piuttosto offensivo, e sembrano esserci le carte in regola per sviluppare quest'idea anche nella prossima stagione. C'è un portiere affidabile, Pickford, reduce da un grande Mondiale; davanti a lui una difesa a quattro comunque ben assortita, anche per quanto riguarda le riserve. In mediana, troverebbe spazio sicuramente la sostanza del duo Schneiderlin-Gueye. In avanti, facile immaginare che sarà Sigurdsson il trequartista titolare, con Richarlison a sinistra, Walcott (o Bernard, quando verrà ufficializzato) a destra e Cenk Tosun a completare un poker d'assi tutt'altro che banale. Il nuovo manager ha già detto di gradire la batteria di movimenti della punta turca, dicendo che "In area di rigore è un giocatore fantastico".

Vedremo, quindi, se alla fine le Toffees riusciranno nell'impresa di trovare un'identità definita. L'anno scorso il disastro totale è iniziato proprio da una guida tecnica scellerata, quella di Koeman, portatrice più di danni che di beni. Oggi, l'allenatore scelto sembra il profilo giusto per trasmettere delle competenze alla squadra e farla rendere al top sul terreno di gioco. Bisognerà però avere una gestione cauta anche dell'aspetto psicologico, all'interno di uno spogliatoio piuttosto inquieto. Ma si sa come funziona: basta una vittoria e torna il sorriso a chiunque. E se l'Everton inizierà a carburare, potrà essere un avversario difficile per chiunque...