Domani sera a San Petroburgo andrà in scena la prima semifinale di questo Mondiale di Russia 2018, ovvero Belgio e Francia. Deschamps ha parlato alla vigilia del grande match contro la Nazionale belga. Tanti i temi trattati, andiamo a sentire le sue parole!
I pronostici vedono leggermente la Francia, ma questa edizione del mondiale ha già regalato numerose sorprese: "Abbiamo avuto un avvio laborioso ma siamo cresciuti strada facendo, anche in rapporto agli avversari che abbiamo incontrato. Abbiamo accumulato esperienza che servirà negli anni a venire. L’anno scorso abbiamo perso gli Europei in finale, ma questa non è una rivincita. Nel calcio le rivincite non esistono, ogni partita ha un suo contesto. Quella delusione l’abbiamo digerita ma ci ha fatto male, perché quando un treno passa non sai quando torna un’altra volta".
Il Belgio è qui a giocarsi questa storica semifinale contro la Francia, attenzione a Hazard, Mertens e Lukaku che hanno già eliminato il Brasile: "Loro non sono qui per caso, già nelle qualificazioni erano stati tra i migliori, io li rispetto molto. Il Belgio contro il Brasile ha fatto una grande partita, con un piano di gioco molto specifico, rinforzando il centrocampo e chiudendo gli spazi: infatti i brasiliani non sono riusciti ad inserirsi. Poi ripartivano velocemente. Se faranno lo stesso contro di noi? Probabilmente, ma sono certo che i miei si faranno trovare pronti".
Deschamps recupererà Matuidi dopo il turno di squalifica scontato contro l'Uruguay. I Francesi guidati da Mbappé, Griezmann e Giroud vogliono arrivare a giocarsi questa finale: "Noi? Nessuno è infortunato anche se oggi 4 giocatori sono rimasti a riposo in via precauzionale. Sarà come in altre partite, come quando abbiamo affrontato Messi negli ottavi. Kanté bloccò bene Messi, e la verità è che Leo quando ha giocato contro di noi non l'abbiamo visto".
Il tecnico francese ha infine concluso parlando di Thierry Henry che sfiderà i Bleus nei panni di assistente del ct del Belgio Roberto Martinez: "È una situazione strana, anche difficile, ma a volte succede. Dalla panchina rivale sfiderà il suo stesso paese. Ma sapeva fin dall'inizio, fin da quando ha accettato l'incarico di assistente di Martinez, che una cosa del genere sarebbe potuta accadere. Comunque lo rivedrò con grande piacere mi ricorderò dei tempi in cui lui era un giovane emergente della nazionale e io il capitano quasi alla fine della carriera".