Sono due delle grandi favorite per sollevare la coppa a metà luglio e certamente daranno vita ad uno spettacolo fenomenale. Brasile e Belgio arrivano ai quarti di finale di questi Mondiali di Russia 2018 dopo percorsi su per giù perfetti (in due finora hanno collezionato sette vittorie ed un solo pareggio in questo torneo), in cui hanno messo in luce i propri punti di forza. Questo non significa che si tratti di squadre senza ombre, ma piuttosto che certamente hanno incorporato bene le idee del proprio CT ed ora le portano con efficacia sul terreno di gioco.

Ormai è una verità da qualche mese, ma il Brasile è certamente la selezione più solida del mondo. Con un solo gol subito, quella verdeoro si pone fra le migliori retroguardie che abbiamo visto in azione in Russia, contro cui è davvero difficile creare chance da gol con continuità. Il 4-3-3 disegnato da Tite si è modellato secondo le esigenze e l'avversario anche in schieramenti diversi: contro il Messico abbiamo visto ad esempio Coutinho e Neymar restare larghi sulla linea di Casemiro e Paulinho, con Willian più vicino a Gabriel Jesus in una sorta di 4-4-2. La Seleçao è una squadra sicura dei propri mezzi all'indietro ed in avanti, in grado anche di attraversare delle lunghe fasi di "apnea" prima di improvvisamente svegliarsi e cogliere l'occasione giusta per colpire.

Anche solo per contrasto è semplice rendersi conto della diversità della situazione del Belgio. In tutto il mondo calcistico è difficile trovare un agglomerato di talento simile a quello dei Red Devils, che puntano su alcune delle più lucenti stelle della Premier League. Il rovescio della medaglia è però quello di un 3-4-2-1 ambizioso ma instabile, che Roberto Martinez pensava come schieramento ideale per far valere al massimo la tecnica dei suoi giocatori ma rivelatosi in breve tempo con troppi difetti strutturali. I problemi principali riguardano un centrocampo un po' leggero, finora poco efficace come filtro, e soprattutto una difesa troppo lenta, senza nessun giocatore dotato di particolari capacità in allungo. Alderweireld, Kompany, Vertonghen e così via: non c'è un centrale a disposizione del tecnico ex Everton che possa coprire agevolmente sessanta metri alle proprie spalle (come viene invece richiesto).

Un problema non da poco, rivelatosi già contro le continue ripartenze del Giappone e che si riproporrà di sicuro anche contro giocatori rapidi come quelli brasiliani. Per limitare i danni si potrebbe pensare di abbassare un po' i tornanti del 3-4-2-1, che abitualmente assumono posizioni molto alte, schierando una linea a cinque. Questo però porterebbe delle ripercussioni sulla qualità della manovra, che abitualmente individua proprio gli esterni come "appoggio" per poi innescare Hazard fra le linee. Altra soluzione, tra l'altro rilanciata da diversi giornali, potrebbe essere l'inserimento di Fellaini al posto di Mertens per avere un po' di fisicità in più, andando a formare un 3-5-2 più coperto. In questo senso va anche la probabile scelta di Chadli rispetto a Ferreira Carrasco: il primo è infatti un giocatore più dedito al sacrificio.

Dal lato proprio, i sudamericani dovranno anche loro preparare una maniera per limitare le pericolose imbucate avversarie. Quella belga è sicuramente una selezione instabile, ma con un quantitativo di soluzioni a disposizione davvero notevole, da fermo o su azione è indifferente; anche la loro fase di pressing è tutto sommato ben coordinata. Tite dovrà comprimere lo spazio fra le linee e contrastare il ritmo del giropalla celtico come primi obiettivi. In tal senso sarà certamente una botta l'assenza di Casemiro, ma comunque la presenza di Fernandinho come sostituto è una garanzia di sostanza lì in mezzo. Da capire invece se Coutinho si muoverà nuovamente come esterno o se stavolta agirà in zone più centrali, per approfittare dei buchi nel centrocampo rosso.

I dubbi insomma sono diversi, la sensazione è che ci sia una netta differenza per quanto riguarda la solidità, così come però le soluzioni offensive. Per il Belgio è un'occasione irripetibile, con probabilmente la miglior squadra della propria storia, di fare strada ai Mondiali: il Brasile invece è una grande che sa di esserlo, per il percorso che ha fatto e per la sua tradizione. Chi avrà la meglio? La big o la sorpresa? Parola al campo...