E' stata la prima big a cadere la Germania in questo Mondiale russo. Ultimi i teutonici, in un raggruppamento non di certo irresistibile: Messico, Svezia e Corea del Sud. Alla vigilia, per Joachim Low doveva essere una semplice passeggiata di salute superare il turno ed accedere alla fase ad eliminazione diretta. Ed invece, è successo l'impensabile: sconfitta all'esordio - di misura - con 'El Tri', vittoria sudatissima ed immeritata contro gli svedesi e per concludere, la disfatta di Kazan contro i coreani che ha sancita il prematuro addio dalla competizione.
Un fallimento, si è passati dal titolo di Campione del Mondo vinto in Brasile quattro anni fa, all'eliminazione nella fase a gironi a Russia 2018. Al di là dei risultati, la squadra tedesca non è sembrata assolutamente pronta all'appuntamento: un gioco mai veramente convincente, squadra poco solida e condizione fisica non all'altezza. Tutti sono finiti sul banco degli imputati. Dai giocatori al commissario tecnico Joachim Low, che comunque, in pubblico, si è assunto tutte le sue responsabilità, dimostrandosi un uomo di un certo livello. Quest'ultimo, sin dal momento dell'eliminazione, ha ricevuto il pieno sostegno da parte di Reinhard Grindel, presidente della Federazione tedesca. Una fiducia confermatagli dopo il rinnovo di contratto firmato appena un mese prima del Mondiale di Russia, con scadenza al 2022.
La derelitta 'spedizione russa' avrebbe potuto far cambiare idea al numero uno della federazione tedesca, ma invece Low rappresenterà ancora il presente ed il futuro della Nazionale. La DFB - dopo qualche giorno di pausa per digerire la grossa delusione - ha offerto ancora piena fiducia in lui e quindi ha ufficializzato il prosieguo del rapporto. Di conseguenza, sarà ancora l'allenatore originario di Schönau im Schwarzwald a tenere in mano il timone della 'Mannschaft', che la guiderà nella prossima - e debuttante - Nations League, agli Europei itineranti del 2020 ed in Qatar, prossimo Mondiale ed occasione di riscatto.