Allo Stadio Olimpico Fišt di Sochi, il Perù trionfa 2 a 0 in virtù degli acuti di Carrillo e Guerrero, uno per tempo. L'Australia, spalle al muro, fallisce il fondamentale appuntamento ed abbandona - con i sudamericani - la competizione. La Blanquirroja, già eliminata, gioca una partita di grande orgoglio, regalando un'immensa gioia all'intero popolo.
Gli australiani in campo con il 4-2-3-1, Mooy e Jedinak solita diga in mezzo al campo, con Rogic a supporto della punta centrale Juric, non Nabbout poiché infortunato. Identico modulo di gioco per la Blanquirroja, è l’ultimo ballo Mondiale per Guerrero. Sulla sinistra c’è Trauco, a destra il motorino Advincula. Carrillo e Flores armi sulla trequarti per far male i Socceroos.
A Sochi non splende il sole, fa comunque caldo. I ritmi in avvio sono da ‘ultimo giorno di scuola’. Per il Perù, in effetti, lo è, non per i canguri, il cui Mondiale è appeso un filo. Vincere contro i sudamericani e sperare che la Francia faccia il proprio dovere. Solo così le valigie resterebbero al proprio posto, negli armadi. Si gioca in orizzontale, gli uomini di Van Marwijk timidamente si affacciano dalle parti di Gallese. Capitan Jedinak si traveste da karateka ed entra male su Cueva, giallo sacrosanto. La quiete viene scossa da Carrillo al 18’, il quale si inventa il punto dell’1-0. Assist di Guerrero, destro al volo ad incrociare del funambolico giocatore del Watford. Gol ininfluente, ma tremendamente significativo: il Perù ritorna a timbrare il cartellino ad un Mondiale dopo 36 anni.
Lacrime di gioia sugli spalti dell’impianto – splendido – di Sochi. La manovra dei Socceroos è lenta e farraginosa, Mooy non ha la solita precisione nell’azionare i compagni, la contesa non è memorabile. Il ct del Perù Garega si sbraccia, ci tiene a ben figurare, i giocatori della Blanquirroja si battono con ardore. Al 27’ ecco la prima occasione per l’Australia con Rogic che chiama in causa Gallese. Cinque minuti più tardi Yotun prova il tiro ‘della domenica’, risultato da rivedere. Al 34’ l’Australia va ad un passo dal pareggio: azione in verticale con Jedinak che lancia Kruse bravo a mettere in mezzo, ma Santamaria e Ramos anticipano Leckie. Tutta qui la reazione dei canguri, troppa poca cosa.
Atteggiamento irriverente dell'Australia, che riscende in campo come se dovesse vincere per grazia ricevuta. Cinque giri d'orologio e viene beffata nuovamente. Ruggisce 'El Depredador', per Guerrero è il primo squillo mondiale, semirovesciata dal cuore dell'area e 2 a 0. Van Marwijk, disperato, si gioca così il jolly, e spedisce in campo Cahill per un inadeguato Juric, tanto goffo quanto infruttuoso. Campo anche per il baby Arzani, ma è un difensore a sfiorare il gol per i Socceroos: Behich si coordina bene in area e calcia forte incrociando, ma non inquadra la porta peruviana. E' Arzani al 67' a provarci, destro secco dai 30 metri, sfera alta. L'unico a crederci il classe 1999, mentre gli altri piombano nello sconforto.
La girandola di cambi spezzetta molto la gara, c'è tempo per la standing ovation a Carrillo, rilevato da Cartagena, e gli applausi per Rogic, il meno peggio tra gli oceanici. Nel mezzo, l'Australia fa collezione di rimesse laterali e calci d'angolo. Tanta confusione, poco raziocinio. Negli ultimi venti metri i Socceroos si liquefano, il Perù annuisce sghignazzando. Il gol su azione, per l'Australia, resta così un miraggio. Francia e Danimarca pareggiano e volano a braccetto agli ottavi di finale. Peruviani ed australiani escono di scena, chi con più e chi con meno rimpianti.