Comincia con una sconfitta un nuovo torneo non è mai piacevole, soprattutto se per la qualificazione al turno successivo la concorrenza è folta, ma lo spunto da cui ripartire c’è. La Colombia cade a sorpresa contro il Giappone nell’esordio a Russia 2018 in una giornata che – si è capito subito – sarebbe stata storta.
Infatti nell’undici iniziale non compariva uno dei giocatori su cui Josè Nestor Pekerman punta maggiormente per questa campagna russa, ossia James Rodriguez, mentre sul campo, dopo meno di 3 minuti, arrivava il fallo di mano di Carlos Sanchez a ribattere un tiro di Kagawa indirizzato nello specchio, con conseguente calcio di rigore per i nipponici e cartellino rosso per il centrocampista della Fiorentina, che costringe i suoi a rimanere in 10 per i restanti 87 minuti di gioco, recuperi esclusi. Dal dischetto il centrocampista del Borussia Dortmund non sbaglia ed i Cafeteros si trovano di fronte una montagna da scalare, ma l’atteggiamento in campo dei giocatori – unito alla poca esperienza degli avversari – fa sì che i sudamericani prendano in mano il pallino del gioco e comincino a spingere sull’acceleratore, presentandosi più volte dalle parti di Kawashima. Poco dopo la mezz’ora Pekerman opera un cambio sorprendente, sostituendo Juan Cuadrado, uno dei più attivi, con Barrios, centrocampista con caratteristiche molto più difensive; nel breve però è una mossa azzeccata, perché al 39’ Quintero pesca il jolly da calcio di punizione e – complice un Kawashima non irreprensibile – sigla l’1-1. Al rientro dagli spogliatoi però l’inerzia della gara cambia ed il Giappone si mostra molto più convinto rispetto alla Colombia, timida ed impacciata. Dalla panchina entrano anche James e Bacca – al 60’ ed al 70’ -, ma sono gli uomini di Nishino a colpire al 74’ con Yuya Osako, che sfrutta una disattenzione di Arias in marcatura su azione d’angolo e realizza di testa il goal del sorpasso; qualche minuto più tardi è proprio James ad avere sul mancino il pallone del pareggio – servito da un tacco geniale di Lerma – su cui si immola l’attaccante giapponese autore del 2-1 con una scivolata che salva i suoi e sigilla il risultato che non cambierà più.
Ovviamente a mente fredda si può capire come per la Colombia sia stato complicato giocare praticamente tutta la gara in inferiorità numerica, a cui si unisce la scarsa forma di alcuni dei suoi uomini più importanti, come il difensore del Tottenham Davinson Sanchez che vive una giornata nera, partendo dal regalo ad Osako in apertura dell’azione che porta all’espulsione, o come Falcao, poco incisivo sottoporta e spesso più attento ad evidenziare i contatti subiti piuttosto che cercare giocate utili per i compagni; c’è poi la scelta di rinunciare a Cuadrado dopo 30 minuti per ricompattarsi, anche se per come si era messa la partita non sembrava necessario, almeno in quella fase. Ora per la Colombia il calendario propone la sfida con la Polonia domenica sera, in un match che nemmeno Lewandowski e compagni possono sbagliare dopo la sconfitta inaugurale con il Senegal: una delle due favorite – alla vigilia - per il passaggio del turno dovrà molto probabilmente abbandonare ogni sogno di gloria.