La Francia è una delle grandi nazionali europee, fatta di tradizione e di prestigio. Nei pronostici della vigilia è sempre tra le favorite, anche se poi in campo spesso le aspettative vengono tradite: anche quest’anno i transalpini sono ricchi di talento ed in Russia vogliono prendersi la scena.
LA STORIA
La Francia è una delle 4 nazionali europee – insieme a Jugoslavia, Belgio e Romania – che partecipa nel 1930 alla prima edizione del Mondiale, ideato da uno dei più grandi dirigenti calcistici francesi, Jules Rimet. L’avventura dura poco, visto che i Bleus vengono eliminati già al primo turno, nel girone con Argentina, Cile e Messico, registrando però una statistica fondamentale, cioè il primo goal della storia della competizione, messo a segno da Lucien Laurent, nella vittoria per 4-1 contro i messicani. I transalpini si qualificano anche anche nelle due successive edizioni, trovando maggior fortuna – ottavi di finale nel ‘34, eliminati dall’Austria, e quarti di finale nel ‘38, sconfitti dall’Italia poi Campione. Nell’immediato dopoguerra la Francia fatica molto a conquistarsi un posto fra i grandi, e centra un terzo posto soltanto nel 1958, trascinata da uno straordinario Just Fontaine, autore di 13 goal in 6 partite – record attualmente imbattuto – e stoppata solamente dai migliori di tutti, ovvero il Brasile di Pelè. Bisogna aspettare gli anni ‘80 per rivedere i francesi di nuovo protagonisti, grazie ad una generazione di cui Michel Platini è la massima espressione: quarto posto nel 1982 e terzo nel 1986 – in entrambe le occasioni eliminati dalla Germania Ovest – per quanto riguarda i Mondiali, primo posto nell’Europeo casalingo del 1984. Da qui, altro periodo di crisi – falliti gli accessi a Italia ‘90 e USA ‘94 - interrotto a metà degli anni ‘90, quando un’altra ondata di talento pervade la nazionale: gente come Zidane, Henry, Trezeguet, Deschamps e Thuram, tanto per citarne alcuni passati anche per la Serie A. Nel 1996 la Francia arriva in semifinale all’Europeo inglese – fermata ai rigori dalla sorprendente Repubblica Ceca – e si prepara per dominare il successivo biennio.
Il 1998 è l’anno del Mondiale organizzato in casa: tre vittorie su tre nella fase a gironi, Paraguay, Italia – ai rigori – e Croazia eliminate in quella successiva e Brasile travolto 3-0 in finale per il primo titolo di Campione del Mondo nella storia della federazione. Due anni più tardi, nell’Europeo di Belgio e Olanda, è ancora trionfo: il percorso stavolta è più complicato, visto che nel girone di qualificazione i transalpini arrivano secondi e, eliminata la Spagna ai quarti, c’è bisogno di un calcio di rigore generoso nel finale del secondo tempo supplementare per avere la meglio sul Portogallo in semifinale. Nell’atto conclusivo poi, contro i rivali di sempre dell’Italia, sotto 1-0 è Wiltord nell’ultimo minuto di recupero a portare il match ai supplementari prima del golden goal firmato da David Trezeguet che fa esplodere la gioia dei francesi. Gli anni 2000 sono molto difficili, a partire dalla figuraccia del 2002; la finale del 2006 persa contro l’Italia è un fuoco di paglia, perché negli Europei 2008 e nel Mondiale 2010 i transalpini non riescono a passare nemmeno la fase a gironi. L’arrivo di Didier Deschamps dopo il breve interregno di Blanc segna l’inizio di una nuova era: nel 2014 la squadra si ferma ai quarti di finale contro la bestia nera Germania, mentre nel 2016 raggiunge la finale dell’Europeo casalingo, anche se la sconfitta con il Portogallo nei supplementari ha del clamoroso.
OGGI
La qualificazione ai Mondiali di Russia è stata tutt’altro che agevole per la Francia: i transalpini hanno vinto il girone A, ma fino all’ultima giornata la testa della classifica è stata in bilico. Nel percorso, i francesi hanno ottenuto dei risultati molto deludenti, come per esempio lo 0-0 interno con il Lussemburgo o il pareggio in casa della Bielorussia, oltre che alla sconfitta in Svezia che poteva compromettere il passaggio del turno; decisive sono state le due vittorie nelle ultime due giornate contro Bulgaria e Bielorussia. Deschamps ha avuto solamente l’imbarazzo della scelta per mettere insieme la lista dei 23 convocati e inevitabilmente la composizione dell’elenco ha portato diverse polemiche. Prima fra tutte, l’esclusione di Adrien Rabiot, relegato al ruolo di riserva rifiutato dallo stesso giocatore, reduce da una stagione non brillantissima con il Paris Saint-Germain.
Del PSG è stato escluso anche Kurzawa, che ha riportato sì alcuni infortuni durante l’anno ma che soprattutto ha avuto degli screzi con il CT mai dimenticati, così come Karim Benzema, mai convocato da quando l’ex centrocampista della Juventus è stato nominato allenatore. Forzate le mancate chiamate di Koscielny per la lesione al tendine d’Achille subita ad aprile e di Payet, mentre per scelta tecnica sono stati lasciati a casa Martial e Lacazette, con Digne e Coman inseriti fra le riserve; a sorpresa partirà con i compagni Benjamin Mendy, assente da settembre ad aprile per la rottura del legamento crociato. L’unico giocatore che milita in Serie A presente è Blaise Matuidi della Juventus, ma ci sono Pogba e Rami che hanno un passato in Italia. Deschamps avrà a disposizione tantissimo talento e potrà scegliere fra due moduli – il 4-3-3 o il 4-2-3-1 – per poter esprimere tutto il suo potenziale, soprattutto offensivo; durante le qualificazioni lo schema preferito è stato il secondo, ma con un centrocampo a 3 la squadra avrebbe certamente più equilibrio, lasciandosi la possibilità di inserire a partita in corso giocatori di alto livello in modo da spaccare le partite bloccate.
L’OBIETTIVO
La Francia parte ancora una volta nel novero delle grandi favorite, grazie alla rosa di altissima qualità in cui Antoine Griezmann sarà il leader tecnico; ci si aspetta molto anche da Pogba, chiamato a prestazioni di personalità, e da Mbappè, al primo impegno importante in Nazionale, mentre in difesa la coppia centrale formata da Umtiti del Barcellona e Varane del Real Madrid fornisce le giuste garanzie. Il grande obiettivo di Deschamps è quello di provare a sfruttare le potenzialità della rosa per portare a casa un risultato importante, che manca da troppo tempo ai Bleus. Si parte il 16 giugno contro l’Australia alle ore 12, prima delle sfide a Perù – il 21 alle 17 – ed a Danimarca – il 26 alle 16 -, in un girone in cui i transalpini sono quasi obbligati ad arrivare al primo posto.