La Colombia è certamente uno dei Paesi che ha sfornato e che continua a sfornare più talenti calcistici per quanto riguarda il Sud America, ma a livello di Nazionale i successi ottenuti finora non sono all’altezza delle altre grandi del continente ed il Mondiale di Russia rappresenta una grande chance per guadagnarsi un posto tra i migliori.
LA STORIA
La prima apparizione della Colombia ad un Mondiale risale al 1962, in Cile, quando venne eliminata al primo turno arrivando ultima nel girone vinto dall’URSS di Lev Yashin, ed i tifosi devono attendere fino all’edizione italiana del 1990 per rivedere la propria nazionale in una rassegna iridata. È proprio negli anni ‘90 che i Cafeteros vivono il loro momento migliore a livello tecnico: Carlos Valderrama è il simbolo di questa generazione, in cui si distinguono altri nomi del calibro di Renè Higuita. Tino Asprilla e Freddy Rincon – passato anche da Napoli e Real Madrid. In Italia la squadra guidata da Pacho Maturana raggiunge gli ottavi di finale, capitolando nei tempi supplementari per mano del Camerun di Roger Milla, mentre 4 anni più tardi i pronostici della vigilia danno i colombiani tra i favoriti, anche grazie al primo posto conquistato nel girone di qualificazione dopo il 5-0 inflitto all’Argentina al Monumental di Buenos Aires nell’ultima giornata. In campo però le previsioni vengono disattese e la Colombia esce al primo turno con due sconfitte su tre incontri, tra cui quella con gli Stati Uniti decisa da un autogoal di Andres Escobar, che costò la vita al difensore, di ritorno in patria. Nel ‘98 si ripete lo stesso percorso e, dopo la vittoria della Copa America del 2001, i Cafeteros falliscono l’accesso ai Mondiali per tre volte di fila, prima di tornarci nel 2014, in Brasile, dove la selezione di Josè Pekerman raggiunge i quarti finale, migliorando quanto fatto nel ‘90, venendo eliminata dai padroni di casa per 2-1.
OGGI
La Colombia si è qualificata a questi Mondiali con il brivido. I soli 3 punti conquistati negli ultimi 4 turni hanno fatto tremare Pekerman: lo 0-0 in Venezuela e soprattutto la sconfitta interna contro il Paraguay in pieno recupero sembravano aver compromesso il pass per la Russia, ma l’1-1 in Perù e le contemporanee sconfitte di Cile e Paraguay hanno permesso ai Cafeteros di festeggiare l’accesso alla fase finale, lasciando fuori proprio la Roja e l’Albiroja. Il punto di forza ed il giocatore più rappresentativo è senz’altro James Rodriguez, reduce da una buonissima stagione al Bayern Monaco dopo le difficoltà incontrate a Madrid. Sarà lui la guida tecnica, insieme al capitano Radamel Falcao, autore di 24 goal in 35 presenze con il Monaco ma con diversi problemi fisici incontrati nel percorso stagionale.
In Russia ci saranno anche diversi calciatori che militano o hanno militato nel campionato italiano, a cominciare da Juan Cuadrado della Juventus; la lista definitiva dei 23 che disputeranno il Mondiale verrà stilata il 4 giugno, ma con tutta probabilità sull’aereo che porterà la squadra in terra russa ci saranno anche Cristian Zapata del Milan ed il cugino Duvan della Sampdoria. Tra chi deve lottare per conquistarsi un posto in attacco ci sono due giocatori che hanno un passato in Serie A, come Luis Muriel e Carlos Bacca; a centrocampo invece sono stati chiamati Carlos Sanchez, di proprietà della Fiorentina, Juan Quintero – ex Pescara – e Fernando Uribe – ex Chievo -, mentre in difesa da tenere d’occhio ci sono Davinson Sanchez del Tottenham, Yerry Mina del Barcellona e Santiago Arias del PSV – in orbita Juventus per il prossimo anno. In porta ci sarà David Ospina dell’Arsenal.
Possibile formazione:
L’OBIETTIVO
Josè Nestor Pekerman cercherà di migliorare il risultato ottenuto nel 2014, quando la Colombia trascinata da un super James vince in scioltezza il proprio girone – 3 vittorie su 3 contro Grecia, Costa d’Avorio e Giappone – e si sbarazza dell’Uruguay per 2-0 agli ottavi, subendo però la sconfitta per 2-1 contro i padroni di casa del Brasile; lo stesso CT raggiunse i quarti nel 2006, alla guida dell’Argentina, eliminato dalla Germania – anche in quel caso nazionale ospitante - ai calci di rigore - e dunque vorrà passare il turno che sembra una maledizione, puntando alle semifinali, o chissà, anche più in alto. Il cammino comincerà il 19 giugno a Saransk contro il Giappone, poi ci sarà la sfida alla Polonia – l’avversaria più pericolosa – il 24 a Kazan per poi concludere la fase a gironi il 28 a Samara contro lo spauracchio Senegal.