Si chiude come altro non poteva chiudersi, con una vittoria, l'avventura ventennale di Arsene Wenger sulla panchina dell'Arsenal. Nell'ultima partita della stagione di Premier League, ad Huddersfield, in una gara spregiudicata e senza tensione, i Gunners strappano infatti l'1-0, blindando il sesto posto a quota 63 punti e ritrovando la vittoria in trasferta grazie alla rete, a fine primo tempo, di Aubameyang.
David Wagner sceglie un 5-3-2 con Lossl tra i pali ed una linea foltissima davanti a lui: Kongolo, Schindler e Zanka sono i centrali, con Lowe a sinistra e Hadergjonaj sulla destra. In mezzo Mooy è il solito cervellone, mentre Hogg garantisce copertura. Ince fa da collante con i due attaccanti, Mounie e Pritchard. Dall’altra parte, invece, per la sua ultima partita Arsene Wenger va con un 4-2-3-1 abbastanza spregiudicato: in campo insieme Lacazette, da punta, Aubameyang, Mkhitaryan ed Iwobi (sulla trequarti). Solita cerniera centrale formata da Xhaka e Ramsey, mentre dietro ci sono Mustafi ed Holding a proteggere Ospina, con Bellerin e Kolasinac sulle fasce.
Atmosfera surreale al John Smith’s Stadium, si comincia a giocare ma è palese che l’attenzione sia tutta concentrata su un solo uomo: striscioni sugli spalti, soprattutto nel settore ospiti, ma anche, nella tradizione inglese, “banner” attaccati ad una manciata di aerei che sorvolano Huddersfield, tutti con lo stesso fine, quello di dire grazie a Wenger. In campo, però, l’Arsenal sembra da subito disunito: Mounie impegna subito il portiere avversario di testa, mentre Ince spreca una buona occasione già al decimo minuto, col destro da buona posizione.
Al minuto 22, invece, è il turno del tributo collettivo: tutto lo stadio, indipendentemente dalla fede, in piedi per celebrare altrettanti anni dell’alsaziano sulla panchina dei Gunners. A questo punto, anche un cuore di ghiaccio come lui, chiamato a gran voce, si scioglie alzandosi per ringraziare tutto lo stadio.
La partita si scioglie un po’ e piovono occasioni: sia Kolasinac che Mkhitaryan, col mancino, falliscono nel cercare la rete, complice anche una gran parata di Lossl.
L’Arsenal però ha guadagnato campo e fiducia, e la prima rete è solo questione di tempo: cinque tocchi tutti di prima per una splendida azione corale dell’Arsenal che, stendendosi in verticale, lancia Ramsey sulla sinistra. Il gallese, scaltrissimo, riesce a metterla dentro dove Pierre-Emerick Aubameyang, tutto solo e a porta vuota, può infilare in rete in scivolata. Si tratta dell’ultima emozione del primo tempo, si va negli spogliatoi sullo 0-1.
Nella seconda frazione, però, sono i padroni di casa ad iniziare meglio, pur rischiando qualcosa in contropiede: i rovesciamenti di gioco sono continui e c’è davvero poca stabilità tra le due difese, ma l’Arsenal riesce a tenere in piedi il risultato. Ci provano sia Mounie, con una rovesciata un po’ goffa, che Pritchard con il destro, ma in entrambi i casi la palla sfila di molto a lato. Tante pause per problemi fisici a cavallo dell’ora di gioco, con Ospina che si ferma due volte e Mooy costretto a farsi medicare, sanguinante, dopo una testa su corner. Si continua a giocare a maglie larghe, ma l’Huddersfield non trova mai il varco giusto per far male agli avversari. Anche sugli innumerevoli corner, la palla scivola sempre, in un modo o nell’altro, rimpallo dopo rimpallo, lontana dai pali di Ospina. Wagner ci prova mandando dentro Depoitre, prima, per Ince, e poi Billing al posto di Mounie. A dieci dalla fine, però, arriva l’occasione per il raddoppio Gooner: con tre tocchi i ragazzi di Wenger arrivano in porta ma Lacazette, lanciato sulla destra, rimedia una figuraccia tentando lo scavetto, letto molto bene da Lossl. Solo un minuto dopo un’occasione simile arriva sul piede di Welbeck, che si invola benissimo superando l’avversario diretto, ma ancora una volta l’uscita del portiere gli chiude lo specchio in faccia. Il ritmo scende leggermente nell’ultima fase, salvo tornare a mille con le fiammate finali dei padroni di casa: clamoroso, sulla genialata di Pritchard che appoggia, su cross lungo, invece che calciare, il destro di Mooy. Colpo teso, potentissimo, che fulmina Ospina ma si stampa solo sulla parte alta della traversa. Sj tratta dell’ultima emozione della gara, Wenger saluta l’Arsenal ed il calcio inglese con una vittoria.