Nella prima uscita post-Svezia, l'Italia ha perso contro l'Argentina priva di Leo Messi (rimasto in panchina per un affaticamento all'adduttore ndr). Gli azzurri, dopo un primo tempo di sostanziale equilibrio, si sono divorati il vantaggio con Insigne. Nel finale sono arrivati i gol di Banega e Lanzini. Di Biagio è atteso da un lavoro durissimo.

LA PARTITA

Di Biagio ha rinnovato la formazione schierando De Sciglio, Rugani e Chiesa (che ha debuttato, come Cutrone ndr) dal primo minuto, ma ha anche confermato ben sei titolari reduci dalla brutta notte di San Siro del 13 novembre.

Un primo tempo giocato male da entrambe le squadre, con l'Italia che non ha messo il naso fuori dalla propria area o ha cercato di costruire sulla fascia sinistra nel triangolo fra Insigne, Immobile e Verratti. Risultato: nessun tiro in porta in 45 minuti. 

Ad inizio secondo tempo, gli azzurri sono scesi in campo con uno spirito diverso e ci hanno provato a fare male alla squadra di Sampaoli. L'Italia ha avuto più intraprendenza ed ha sfiorato il gol del vantaggio con Insigne su assist di Immobile, ma il giocatore del Napoli ha messo clamorosamente fuori a tu per tu con Caballero.

Allora l'Argentina è venuta fuori ed ha trovato il gol con Banega, ex neroazzurro e rinato da quando è approdato a Siviglia, che ha sfruttato un errore di Jorginho. Il secondo gol è nato sempre su una palla persa degli azzurri con Higuain che ha messo praticamente davanti alla porta Lanzini il quale ha ringraziato il giocatore della Juventus segnando il gol decisivo.

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L'ANALISI

L’Italia ci ha provato, ma non ha toccato le corde giuste anche contro un’Argentina sperimentale che sta preparando il mondiale. 

Di Biagio ha molto su cui lavorare, a partire dal modulo. Il 4-3-3 ha funzionato solo in contropiede o quando gli azzurri hanno sfruttato errori dei loro avversari. Ma anche sui singoli giocatori: Immobile ed Insigne sono sembrati due attaccanti diversi rispetto a quando vestono la maglia dei rispettivi club, Chiesa ci ha messo 45 minuti per carburare e Jorginho rimane un punto interrogativo.

Nel primo tempo, la Nazionale ha badato più a gestire le posizioni in campo, ma comunque ha commesso un sacco di errori in fase di disimpegno. Da Manchester però il tecnico dell'Italia può portarsi anche delle note positive come Buffon, che ha dimostrato di poter essere ancora utile.

L'Italia è reduce dal punto più basso mai toccato da 60 anni a questa parte. Non è facile ripartire, questo Di Biagio lo sa e sa anche che è atteso da un lavoro durissimo. L'ex ct dell'Under 21 è stato chiamato a traghettare la Nazionale, ma è convinto di potersi giocare le sue carte. La prima mano è andata male, martedì  si volerà a Londra per la sfida contro l'Inghilterra.