Tra le voci di mercato più chiacchierate, soprattutto in Premier League, tante riguardano l’Arsenal: dalla telenovela Sanchez, con il sorpasso dello United sul Manchester City per assicurarsi le prestazioni del cileno, all’addio di Walcott e Coquelin, al possibile interesse per un Aubameyang oramai in rotta di collisione con il Borussia Dortmund. Questa rivoluzione, unita agli scarsi risultati sul campo, potrebbe sancire la fine, trascinata fin troppo, di un ciclo. Nel frattempo, il campionato di Premier League va avanti, ed i Gunners devono scendere di nuovo in campo: alle 16, l’appuntamento è con il Crystal Palace all’Emirates.
I Goons sono nel momento peggiore della loro stagione, e non solo: una sola vittoria nelle ultime sette partite, tifosi in rivolta, un sesto posto che allontana vertiginosamente (-8) la zona Champions League rappresentata dal Chelsea quarto. Difficilmente potrebbe andare peggio. Inoltre, la pessima gestione delle scelte contrattuali (Sanhcez ed Ozil, i due giocatori probabilmente più talentuosi della squadra, rischiano di andare via gratis a giugno, alla scadenza del loro contratto, anche se il Cileno sembra già un giocatore del Manchester United) e le cessioni di giocatori ai margini della squadra come Walcott e Coquelin, oltre ai soliti infortuni, hanno lasciato Wenger con una rosa decisamente corta.
L’alsaziano, dal canto suo, da diverse stagioni non sembra avere più sotto controllo l’aspetto sportivo della società a cui ha legato, indissolubilmente, il suo nome ed il suo viso per 20 anni. Il rinnovo biennale a fine stagione scorsa sembrava già una scelta forzata, ed il campo sta dando i suoi verdetti: l’Arsenal è una squadra senza mordente, che mette in scena un bel gioco ma non riesce quasi mai a capitalizzarlo, subendo anzi tantissimo in fase difensiva. È il caso del 2-1 incassato a Bournemouth, in rimonta, nell’ultima uscita, ma anche del cocente 4-2 con il quale i londinesi sono stati eliminati dalla F.A. Cup dal Nottingham Forest.
Nonostante si attenda ancora l’ufficialità, dovrebbe essere ad un passo dalla chiusura l’affare che porterà all’Emirates Henrikh Mkhitaryan, in cambio di Alexis Sanchez diretto al Manchester United. Per ora, dunque, Wenger non potrà fare affidamento su nessuno dei due, e probabilmente neanche sul giovane Ainsley Maitland-Niles, che ha accusato febbre ed influenza nei giorni scorsi. Out anche i lungodegenti Cazorla e Giroud. Ancora in dubbio la presenza di Mesut Ozil, dovrebbero esserci Nacho Monreal e Laurent Koscielny, prevedibilmente a completare la difesa con Mustafi davanti a Cech. Nel 3-4-2-1, poi, il solito centrocampo: probabile vedere Wilshere, anche lui recuperato, accanto a Xhaka, mentre Bellerìn e Kolasinac corrono sulle fasce. Iwobi ed Ozil, invece, dovrebbero dare manforte ad Alexandre Lacazette.
Dall’altra parte, all’Emirates Stadium arriva un Crystal Palace decisamente in palla: solo due sconfitte nelle ultime 13, con un filotto di otto risultati utili consecutivi prima della sconfitta, proprio contro l’Arsenal, nel posticipo del boxing day. La cura Roy Hodgson ha trasformato la peggior squadra della Premier League in una compagine temibile, capace di vincere quasi tutti gli scontri diretti (Stoke, Southampton, Watford) e comunque, grazie soprattutto alle fiammate di Zaha, di uscire dalla zona rossa della classifica.
L’1-0 casalingo contro il Burnley, firmato dalla rete di Sako, è arrivato dopo l’eliminazione di F.A. Cup contro il Brighton, ed ha regalato tre punti preziosissimi al Palace: le Eagles volano addirittura al dodicesimo posto e, nonostante una classifica cortissima, possono vantare un cuscinetto di ben cinque punti sullo Stoke City terzultimo.
Hodgson, però, dovrà fare i conti con una lista lunghissima di infortunati: Wickham, Sakho, Dann, Puncheon, ma soprattutto Schlupp, Townsend e Loftus-Cheek. Tempo di crisi, dunque, per l’ex-tecnico dell’Inghilterra p tempo di arrangiarsi: la buona notizia è il ritorno tra i disponibili di Cabaye e Joel Ward, che si sono allenati in gruppo durante la settimana. Possibile vedere in campo un 4-5-1 con Benteke unico terminale offensivo e la coppia-terribile Zaha-Sako sugli esterni. Riedewald, ancora alla ricerca di se stesso, sarà la mezz’ala con McArthur,MIlivojevic dovrebbe essere il perno centrale. Fosu-Mensah e Van Aanholt dovrebbero essere i due terzini, con Tomkins e Kelly davanti ad Hennessey.