Il Real Madrid si ripete. E lo fa con Cristiano Ronaldo, il suo giocatore più rappresentativo, ma anche il più criticato (insieme a Karim Benzema) dopo una prima parte di stagione non all'altezza delle aspettative. Il fuoriclasse portoghese regala infatti ai merengues un altro Mondiale per Club, il secondo consecutivo, con una punizione che nel secondo tempo beffa i finalisti brasiliani del Gremio. Ennesimo successo internazionale della truppa di Zidane, il quinto dell'anno solare, per una squadra che ha da tempo costruito un ciclo basandosi su giocatori probabilmente irripetibili. 

Non è stato un Real spettacolare, quello che ha lottato e vinto per alzare al cielo la coppa del Mondiale sotto le stelle di Abu Dhabi. Non poteva esserlo, dato l'atteggiamento difensivista del Gremio di Renato Portaluppi, vincitore della Copa Libertadores, che ha osato poco in finale, non risultando praticamente mai pericoloso davanti alla porta di Keylor Navas, inoperoso. E così, un altro sigillo di Ronaldo, l'ennesimo della sua straordinaria carriera, consente ai merengues di fare ancora centro in una manifestazione importante: nel 2017 la Casa Blanca ha toppato solo in Copa del Rey, centrando invece ogni altro obiettivo, dalla Champions alla Liga, passando per le Supercoppe e questo Mondiale. Un Real che ha dimostrato che quando l'once de Cardiff è concentrato e in buone condizioni fisiche per gli avversari c'è poco da fare. Ieri ad Abu Dhabi il solo Sergio Ramos, alle prese con problemi al polpaccio e al collo, ha giocato sulle uova, rischiando anche di commettere fallo da rigore, mentre tutti gli altri, da Raphael Varane a Luka Modric, hanno indossato l'abito di gala, quello delle serate importanti. Menzione particolare per il numero dieci croato, autore di un'altra prestazione da urlo. Centrocampista box to box, con talento da trequartista, che corre come un mediano qualsiasi, non teme di sporcarsi i pantaloncini in contrasti e tackle scivolati, e dirige l'orchestra blanca secondo i suoi personalissimi ritmi. Forse non vincerà mai il Pallone d'oro, un po' come il suo omologo Iniesta del Barcellona, ma è senza dubbio uno dei centrocampisti più forti non solo della sua generazione, ma dell'ultimo trentennio di calcio internazionale. Con lui anche Casemiro, da bodyguard a principe davanti alla difesa, si esalta nel proteggere le spalle a un altro giocatore generalmente lontano dai riflettori, l'equilibratore Toni Kroos, le cui energie sono distillate sapientemente da Zinedine Zidane. 

La copertina è però tutta di Cristiano Ronaldo, non solo per il gol, per altri record abbattuti, ma soprattutto per una fame di successi che non sembra volersi placare. E' questa la chiave della forza del lusitano, che continua a cercare la via della rete con inusitata ostinazione, contro qualsiasi avversario e in qualsiasi circostanza. Ciò che invece sembra interessare meno a Karim Benzema, apatico anche ieri, ancorchè fondamentale con i suoi movimenti per CR7, sostituito a un quarto d'ora dalla fine con Gareth Bale, il gallese di cristallo che ha confermato tutti i suoi numeri atletici e tecnici, e che potrebbe riciclarsi come attaccante nella seconda parte della sua carriera. Ma se il Madrid continua ad alzare trofei in giro per il mondo è perchè i suoi undici titolari, il cosiddetto once de Cardiff (a breve spazio al giovane Kepa in porta, a meno che Zidane e Keylor Navas non si mettano di traverso), sono quanto di meglio si può trovare al mondo ruolo per ruolo. Dani Carvajal e Marcelo costituiscono una coppia di terzini perfettamente assortita, in cui l'applicazione e la corsa si affiancano alla tecnica e al gusto per lo spettacolo. Varane e Sergio Ramos rimangono due centrali difensivi di grande affidamento, nonostante qualche passaggio ogni tanto. Casemiro è un volante strepitoso, di Modric e Kroos si è già detto, Isco è pura magia, sia che lo si collochi a sinistra che in posizione di trequartista. Ronaldo è l'uomo dei record, Benzema il suo vassallo, mentre a Zidane è lasciato il compito di shakerare il tutto. Ecco perchè il mercato di gennaio sarà orientato a coprire i buchi di un Plan B che invece non convince, e forse a cercare un attaccante di grido. Prima però c'è il Clasico del Bernabeu, una sfida al Barcellona da vincere a tutti i costi per fare la voce grossa anche in Liga, e per chiudere un altro anno solare zeppo di titoli e trionfi.