Basta un lampo di Raheem Sterling al Manchester City di Pep Guardiola per ottenere con novanta minuti d'anticipo il certo primato nel girone F di questa Champions League 2017/18. Complice il netto successo del Napoli, ai Citizens è bastato battere 1-0 il Feyennord - ufficialmente fuori dall'Europa - per assicurarsi un posto tra le migliori otto in vista dei sorteggi per gli ottavi di finale. Dinanzi al ben abituato pubblico dell'Etihad Stadium, un City rimaneggiato non mostra la miglior versione di se, subendo e rischiando a più riprese di capitolare sotto i colpi di un Feyenoord coraggioso ed organizzato. Nel finale però, a risolvere la sfida è la giocata di Gundogan per Sterling, glaciale nel battere Jones con un colpo sotto delizioso ed allungare a 17 il filotto di successi consecutivi in casa Citizens.

Ederson, salva su Berghuis. Fonte foto: (twitter) Manchester City.

FORMAZIONI:

La macchina perfetta guidata da Pep Guardiola, complice una classifica favorevole e un avversario sulla carta abbordabile, presenta ben sette variazioni rispetto all'undici che appena tre giorni fa ha permesso ai Citizens di allungare a sedici la striscia di vittorie consecutive in stagione.

Gravato dall'infortunio occorso a Stones, Guardiola è costretto a rispolverare Mangala, centrale, in coppia con l'onnipresente Otamendi. A sinistra viene concesso un turno di riposo a Delph, sostituito da Danilo, mentre la fascia destra resta terreno di Walker. A centrocampo, l'inedito terzetto si compone con Yaya Touré vertice basso, Gundogan mezzo sinistro e De Bruyne mezzo destro. In avanti c'è avvicendamento tra Gabriel Jesus e Aguero, con il secondo in campo, affiancato da Sterling e Bernardo Silva.

A secco di successi da ormai un mese, i Rotterdammers di Van Bronckhost si presentano a Etihad già fuori dal discorso qualificazione e con la sola speranza di un complicatissimo ripescaggio in Europa League come miglior prospettiva possibile.

Al cospetto della squadra più efficace ammirata in questo primo terzo di stagione, gli olandesi non mostrano timore nello schierare un 4-3-3 speculare a quello preparato dal Pep. Giunto a Manchester privo di alcune pedine di importanza capitale, Van Bronckhost sceglie una terza linea statica e un centrocampo completo, composto dell'ordine Amrabat Toornstra e dalla grinta del gioiellino Vilhena. Davanti, spazio a BerghuisBoetius e Larsson - che abbiamo imparato ad apprezzare nel play off mondiale tra Svezia e Italia.

I PRIMI 45' DI GIOCO:

Dati i molti avvicendamenti, almeno in avvio, i meccanismi perfetti del Man City non sembrano fluidi come d'abitudine. Sin dalle prime battute, la gestione del possesso Citizens favorisce il canovaccio tattico studiato dagli olandesi, compatti e tutti rintanati nella propria metà campo.
A mancare sono rapidità nella giocata del play - in tal caso Yaya Touré, basso quasi fin sulla linea di difesa - e imprevedibilità sugli esterni. Il match fatica a decollare; d'occasioni nitide non v'è ombra e nella prima mezz'ora, le uniche stoccate da appuntare sul tabellino riguardano una conclusione senza mira di Danilo e qualche cross tagliato per un Aguero sì presente, ma spesso con una frazione di ritardo.

Già certo del passaggio agli ottavi, Guardiola resta in posa a scrutare un City ben messo in campo ma senza ritmo, costretto per inerzia ad aumentare di qualche spanna i giri del proprio motore.
A confermare la leggerezza della serata però, ci pensa anche Ederson, più volte chiamato in causa nella gestione palla e spesso impreciso al punto di creare potenziali occasioni per il tridente leggero di Van Bronckhost.
La spia rossa si accende sulla giocata estemporanea di Larsson, leggero nel dribbling ma leggermente impreciso con il piatto destro cercato per sorprendere Ederson. Il pallone termina di poco a lato, certificando un primo tempo non all'altezza del Manchester City, chiuso da un paio di grosse chance cestinate dai piedi freddi di Bernardo e dalla testa di Capitan Aguero.

LA RIPRESA:

All'uscita dagli spogliatoi i Citizens provano il cambio passo aggredendo con maggior determinazione il Feyenoord negli ultimi sedici metri. Un'allettante opportunità viene sviata dalla spaccata di Van Beek in anticipo su Aguero, poi due conclusioni alte di De Bruyne e dello stesso Kun fanno presagire l'arrivo in grande stile del City ammirato da agosto sino ad oggi.
L'illusione però dura ben poco; non passa molto prima che il Feyenoord ricomponga le proprie linee, tornando ad annullare fonti di gioco ed incursioni di un Man City ufficialmente non in serata. Guardiola chiede e ottiene maggior partecipazione dagli esterni bassi, trovando soprattutto in Walker uno stantuffo sempre in movimento, risorsa preziosa quando è il City a muovere la sfera nei trenta metri finali. 

De Bruyne, non scintillante col Feyenoord. Fonte foto: (twitter) Manchester City

Appesantito da una diffida difficile da estraniare, un De Bruyne scarico - risulterà pericoloso solo con una stilettata in diagonale fuori di qualche spanna - finisce per essere ammonito, terminando la propria serata solo qualche minuto dopo, rimpiazzato da Gabriel Jesus. Nel frattanto, Larsson da solo potenza alla punizione generata dal fallo dello stesso De Bruyne, mentre Berghuis sfiora realmente il vantaggio comparendo come un fantasma alle spalle di tuta le terza linea Citizens. Ad inventare la giocata è ancora un tocco sublime di Larsson, a cui Ederson pone rammendo alzando oltre la traversa. 
Guardiola sbotta e rischia, inserendo anche il baby prodigio Foden, spettatore non pagante delle tante opportunità fallite in rapida successione da un Kun raramente così sbiadito dinanzi alla porta. 

Tutto lascia intendere ad un pareggio senza reti, ma quando il traguardo del 90' sembra avvicinarsi sempre più, il Feyenoord commette la distrazione che costa ai ragazzi di Van Bronckhost la soddisfazione di uscire imbattuti da Etihad. Il cronometro dice 88' quando sugli sviluppi di una rimessa laterale Sterling chiede ed ottiene l'uno due in verticale con Gundogan. Il pallone di ritorno è perfetto tanto da mettere l'ex Reds - non seguito da nessun avversario - direttamente davanti a Jones. A quel punto, per il pattinatore nato in Giamaica è un gioco da ragazzi alzare la sfera con un dolcissimo colpo sotto che non lascia margine di risposta al portiere australiano.

L'avvicendamento tra Toure e Foden. Fonte foto: (Twitter) Manchester City

Etihad può esultare nonostante le difficoltà - per certi versi attese - incontrate dal City sulla sua strada. Quel che conta è che nel finale Ederson non corre alcun pericolo, certificando 17^ successo consecutivo e un primato del girone F ormai aritmetico. Nella serata esteticamente più brutta, Guardiola può davvero sorridere: mentre un generoso Feyenoord è fuori dall'Europa, in Ucraina il City dovrà fare attenzione solo all'atteso freddo polare.