Il vertice federale di Roma regala una nuova pagina del caos del pallone di casa nostra. Damiano Tommasi, presidente dell'associazione calciatori, ha infatti lasciato l'incontro prima del suo termine e uscendo dagli uffici federali si è soffermato a parlare con i giornalisti presenti all'esterno per raccontare questa giornata che doveva essere importante per il calcio italiano.
Stamdo a sentire Tommasi, invece, tutto sembra destinato a rimanere uguale a prima: "L'unica cosa che volevamo sentirci dire era che si ripartisse da zero, con nuove elezioni. Il presidente federale ha detto che non si dimette, gli altri non han preso una posizione. Per noi... se questa non è la premessa è difficile pensare ad altro. Io volevo sentire solo questo, dovevamo partire con progetti pluriennali ma queste cose non le ho sentite. Le dimissioni sono cose personali, vedremo per il prossimo consiglio federale. Per quanto ci riguarda dobbiamo passare per elezioni, stiamo parlando a troppe ore di distanza dalle partite. Credo sia la normalità e il minimo della responsabilità, come consiglio federale credo che le cariche debbano essere azzerate. Ognuno di noi ha un'idea personale per il cambiamento. Credo che il calcio italiano abbia bisogno di altro".
Insomma, ancora una volta a pagare potrebbe essere solo l'allenatore, mentre i vari dirigenti potrebbero rimanere al loro posto. Difficile però pensare di cambiare le cose passando ancora attraverso le stesse figure che hanno portato al flop sulla strada per Russia 2018. Ventura non sarà più sulla panchina della Nazionale, ma con queste premesse sembra difficile pensare ad un Ancelotti come CT. L'ex tecnico del Milan, infatti, aveva posto come condizione per un suo approdo alla Nazionale un repulisti a tutti i livelli della Federazione, con l'obiettivo di vedere nuove facce e ascoltare nuove idee, nuovi piani e nuovi progetti che potessero guardare al futuro del nostro calcio.