E' un successo pesantissimo quello che ottiene il Siviglia di Eduardo Berizzo nella quarta giornata del Gruppo E di questa fase a gironi di Champions League 2017/18. I padroni di casa, sospinti da un Sanchez Pizjuan vestito a festa per l'occasione, ottengono la rivincita sullo Spartak Mosca di Massimo Carrera, Spartak Mosca che appena due settimane fa aveva impartito una dura lezione di calcio agli andalusi. Dal 5-1 di Mosca al 2-1 del Pizjuan il Siviglia rialza la testa, trascinato da una prestazione gigante di Ever Banega. L'ex interista è protagonista assoluto con un assist e un gol meraviglioso; giocate decisive che permettono ai ragazzi di Berizzo di scavalcare nuovamente lo Spartak e tornare al secondo posto nella classifica dell'incertissimo gruppo E.
Costretto a rinunciare a interpreti come Carriço, Parejo e Correa, Eduardo Berizzo tiene fede a quelle che erano state le linee guida tracciate ieri in conferenza. Banega ad esempio, riprende possesso della linea mediana, perno imprescindibile nel 4-3-3 che ai fianchi dell'ex nerazzurro presenta muscoli in abbondanza con N'Zonzi Pizarro. Primo di 'Pitu' Correa, Berizzo conferma la fiducia in Ben Yedder, centravanti tascabile affiancato dall'esperienza di Nolito e la freschezza di un Sarabia in grande condizione fisica.
Giunto in terra iberica con falle figlie di squalifiche - Kalachevskii e Petrunin - e infortuni, Massimo Carrera dimostra personalità e convinzione nei propri mezzi proponendo un 4-2-3-1 di chiara trazione offensiva. Il duo di centrocampo si compone con due vecchie conoscenze del nostro campionato (Fernando e Pasalic), mentre sulla linea di trequarti spicca per qualità la casacca numero 10 di Promes, il cui compito sta nell'imbeccare al meglio l'unica punta Luiz Adriano.
Esaltato dal calore del Sanchez Pizjuan, lo scatto dai blocchi del Siviglia si rivela fin troppo intenso per gli standard dello Spartak, in costante sofferenza difensiva sin dal minuto uno. I padroni di casa giostrano il pallone a piacere, muovendo da sinistra a destra, coinvolgendo, e divertendo. Le occasioni non mancano, ma per affinare la mira sono necessari trenta giri di lancetta. In avvio infatti, Banega sciupa una bella azione costruita tutta in verticale chiudendo oltre lecito e da buona posizione il proprio destro. Poi è Sarabia a catturare la scena: l'esterno tuttofare si rivela una spina nel fianco per la difesa di Carrera, quasi imbarazzata di fronte all'intensità agonistica dell'iberico e del Siviglia tutto, asfissiante e rapidissimo nel proporre azioni potenzialmente pericolose dalle parti di Selikho.
Nolito cerca il jolly con un lob di poco impreciso, Ben Yedder si da da fare per creare spazi utili a centrocampisti ed ali. Il Siviglia della prima mezz'ora impressiona, ma quando ha scoccare è il 29' un tabellone bugiardo recita 0-0.
Il momento della svolta però è dietro l'angolo, anzi è lo stesso angolo. Dal quarto di luna posto sotto la gradinata sud del Pizjuan, Banega lascia partire un pallone alto e ricco di effetto sul quale la difesa di Carrera compie un evidente errore di posizionamento. Le attenzioni si concentrano tutte sui centimetri di N'Zonzi, placcato da due, lasciando tutto solo un altro spilungone del calibro di Lenglet. Lo spiovente trova proprio nel terzo tempo del centrale francese la deviazione vincente che non lascia scampo all'estremo difensore moscovito; Selikho tocca ma non devia, sfavorito anche dal rimbalzo che finisce per rendere la sfera velenosissima.
Incamerato il meritato vantaggio, nell'ultimo quarto di tempo, il Siviglia tira i remi in barca, probabilmente causa il grande sforzo prodotto per arrivare al vantaggio. Lo Spartak alza quantomeno il proprio baricentro medio, costruendo un unica vera occasione sugli sviluppi di un calcio piazzato. Fernando esegue perfettamente la punizione; Sergio Rico è felino nel volare a terra e smanacciare. All'intervallo è 1-0 interno.
La ripresa si apre con ben altri propositi tra gli undici - gli stessi - di Carrera, propositivi e pericolosi proprio al re-start. Promes, titolare di una prova incolore, prova ad infiammare la miccia chiamando a gran voce la collaborazione di Luiz Adriano. Il tentativo però, è di quelli estemporanei, tanto che il Siviglia torna subito pericoloso illuminato dalle giocate di Sarabia e di un Banega versione extra lusso. Dopo minuti di disordine tattico accompagnati da un primo down di carattere fisico, la svolta arriva grazie alla giocata da applausi di Banega. Il 'Tanguito', ricordando l'etichetta lui affibbiata in Argentina, danza sul pallone eludendo tre uomini, fiuta e trova l'angolo lontano. Il gesto tecnico è di una bellezza rara, tanto che tutto il Pizjuan si alza in piedi per applaudire la rete capolavoro del suo faro con la numero 10.
Accusato il secondo gancio, Carrera decide di giocarsi il tutto per tutto: i cambi però, almeno nella fase centrale del tempo sembrano non sortire l'effetto sperato dal tecnico italiano. Fino ai meno 15 dal gong del Pizjuan, lo Spartak non crea nessuna difficoltà a Sergio Rico, appena dopo, improvvisamente protagonista nella tormenta moscovita su Siviglia.
Su un pallone geniale scodellato da Popov al limite dell'area sevillista, Rico esce con un pizzico di ritardo; il pallone resta vagante dopo l'intervento di sterno dello spagnolo, pietanza invitante per l'altro neo entrato Ze Luis che da due passi - e con la porta spalancata - non sbaglia.
Il match è improvvisamente riaperto, e nei minuti finali, privo di Banega e Sarabia - entrambi usciti dal campo - il Siviglia finisce per disunirsi. Lo Spartak, seppur in maniera assai disordinata, prende le redini del centrocampo, attentando al risultato fino al minuto 96. Le sponde aeree di Ze Luis creano scompiglio, ma alla fine l'occasione nitida e necessaria per rimettere in equilibrio un match già morto non arriva.
Il Pizjuan tutto, assieme a Berizzo tirano un sospiro di sollievo che vale tre punti pesantissimi. Il Siviglia torna secondo scavalcando proprio lo Spartak di Carrera in un gruppo E sempre comandato dal Liverpool di Salah e Coutinho. La qualificazione agli ottavi però, resta tutta ancora da guadagnare.