Sono passati cinquantasette anni dall'ultimo campionato inglese vinto dal Tottenham. Un'eternità per una squadra che quest'anno vuole consolidarsi, sia entro in confini che in territorio Europeo, e sognare qualcosa di più di un semplice piazzamento nelle zone che contano. La prestazione superba di ieri, nella sfida vinta 4-1 con il Liverpool, autorizza la squadra di Pochettino a credere in qualcosa di importante. Una sfida preparata alla grande e giocata alla grandissima da parte degli uomini di Pochettino che nella prima frazione di gioco hanno annientato i Reds, nonostante il gol preso, salvo poi controllare il vantaggio nella ripresa.
La creatura, che il tecnico argentino sta plasmando da qualche anno, sta facendo passi da gigante e sta soffiando forte come fosse un uragano, anzi quello ce l'ha per davvero in rosa e non può che rispondere al nome di Harry Kane. La prestazione fornita dal numero dieci, ieri, è l'esemplificazione perfetta dell'attaccante moderno, capace di segnare due reti ed essere utile in fase di copertura e di assistenza offensiva, come dimostra l'assist per il secondo gol di Son. Cresce in maniera esponenziale di partita in partita l'attaccante inglese che, nel 2017, ha messo a segno 45 gol tra club e Nazionale. Solo un certo Messi gli è davanti in questa speciale classifica. In questa stagione sono già tredici i centri in dodici partite, di cui otto in campionato e cinque in Champions League.
Se lo godono il Tottenham, i suoi tifosi e quel presidente che derisero tutti un anno fa quando chiese più di 200 milioni per il suo attaccante. Kane è il terminale ultimo di una squadra che ha meccanismi consolidati e interpreti tecnicamente e tatticamente impossibili da trovare in un'altra compagine, almeno in Premier League. Un esempio straordinario viene fornito da Dele Alli, il calciatore box to box per eccellenza nel calcio moderno, capace di difendere ed attaccare nel giro di quindici secondi con la lucidità giusta per insaccare la sfera tanto che il terzo gol porta la sua firma. L'organizzazione e la programmazione degli Spurs può essere riassunta in Harry Kane e Dele Alli, pagati quasi zero e che adesso, in due, valgono trecento milioni se non di più.
Il 3-4-2-1 plasmato da Pochettino è una garanzia che da due anni sta dando i suoi frutti. Gli esterni sempre attivi e spine nel fianco per le difese avversarie e due giocatori come Eriksen e Son in grado di tagliare a fette il centrocampo ospite, come accaduto ieri con quello del Liverpool: il centrocampista danese fa un altro mestiere nella zona nevralgica del campo, imposta la manovra e funge da collante sia in fase offensiva che difensiva. Il numero 7, invece, crea il panico ogni volta che scatta e tocca il pallone, segna una rete ma potrebbe fare anche doppietta subito dopo, la traversa gli dice di no. Sta crescendo in maniera notevole anche Winks, il ventunenne centrocampista che fa sempre la cosa giusta e recupera una quantità industriale di palloni, come accaduto nella sfida con il Real Madrid.
Affidabile il pacchetto arretrato composto da Alderweireld, Vertonghen e Davinson Sanchez che staziona al centro della difesa. L'ex difensore dell'Ajax, arrivato quest'anno per 40 milioni, non sta affatto tradendo le attese, giocando con una padronanza importante nonostante i suoi 21 anni appena compiuti. Sicurezza, senso della posizione e qualità per lui. Non un caso che la squadra di Pochettino sia, con sei gol subiti, la terza migliori difesa del campionato dopo le due di Manchester. Dopo dieci giornate di campionato, dunque, il Tottenham è secondo in classifica con cinque punti di svantaggio dal Manchester City e a pari punti con il Manchester United mentre in Champions League la qualificazione è davvero ad un passo, dopo il disastro dell'anno scorso. Sabato la sfida dell'Old Trafford contro i Red Devils, una sfida chiave per un sogno che gli Spurs stanno rincorrendo da 57 anni.