È sempre stata uno dei grandi punti di domanda del continente Europeo. La Serbia ha da ormai almeno un paio di generazioni una squadra di assoluto rispetto, probabilmente non abbastanza forte da vincere dei trofei, ma sicuramente l'accesso alle competizioni internazionali non sarebbe dovuto essere troppo difficile. Eppure, dopo il pass per i Mondiali in Sudafrica nel 2010, sono sempre arrivate delusioni per i rossi, che non vedono invece un Europeo addirittura dal 2000. I perchè di queste difficoltà non sono ben chiari, probabilmente è una questione caratteriale, serve la guida giusta per portare al successo un gruppo ricco di ottimi giocatori, ma dal carattere particolare come Ljajic, Kolarov o Maksimovic, per restare tra i giocatori della Serbia che calcano i campi della Serie A. Tanti ct hanno fallito, da Mihajlovic ad Advocaat, per restare a quelli più noti, passando per Drulovic e Curcic, per nominare tecnici meno famosi. Per il girone di qualificazione ai Mondiali in Russia, forse il pass più difficile da ottenere, visto che alla fase finale non ci vanno più due squadre per girone, ma solo la prima, più Play-Off tra le seconde, la federazione serba ha deciso di affidare la panchina a Muslin, ex tecnico dello Standard Liegi che ha avuto le sue annate migliori al Krasnodar. Un timone esperto e che ne ha viste tante, per assemblare una squadra che finalmente metta in mostra le proprie qualità.

C'è da dire che la Serbia ha avuto un girone anche discretamente benevolo, con Galles, Austria, Irlanda, Moldavia e Georgia. Probabilmente gli irlandesi e gli austriaci sono gli avversari da tenere d'occhio, ma anche il Galles di Bale e Ramsey non è da sottovalutare. Muslin mette in piedi un 3-4-3 che permetta di sfruttare il talento di tutti. La Serbia ha sempre avuto ottimi centrocampisti ed ali, ma ha sempre peccato un po' per quanto riguarda la punta e la difesa. Ora c'è un bomber come Mitrovic da supportare e ci sono dei centrali affidabili come Maksimovic, capitan Ivanovic e Nastasic. Non ci sono scuse, bisogna tirar fuori gli attributi e andare a conquistarsi il viaggio in Russia. Il ct si affida in porta a Stojkovic, storico portiere del Partizan esperto, ma che ogni tanto ha messo in mostra qualche limite. Dietro con l'inamovibile Ivanovic ci sono i già nominati Nastasic e Maksimovic, ma anche due riserve di affidamento come Tosic e Mitrovic. Il centrocampo a quattro è una collezione di figurine, Kolarov a sinistra, in mezzo Matic e Milivojevic, a destra Rukavina, con in panchina gente come Gudelji e Nemanja Maksimovic (che gioca nel Valencia). In avanti il talento si spreca. Sulle ali ci sono Ljajic (ritenuto da tanti l'ultimo numero 10 classico in Serie A) e Tadic del Southampton. A fare da punto di riferimento Mitrovic, centroavanti che in Nazionale è una furia, ma nei club un po' meno, anche se il Newcastle ha dovuto scucire ben 19 milioni per prenderlo dall' Anderlecht, lasciandolo però per ora ai margini.

Muslin dimostra subito di essere riuscito dove altri ct hanno fallito. Finalmente la squadra sembra remare tutta in una direzione. Pareggio contro la diretta avversaria Irlanda, dopo essere andati in svantaggio subito. Questa squadra ha gli attributi e finalmente non si scioglie alle prime difficoltà. Poi la fondamentale vittoria per 3-2 in casa contro l'Austria, in un match dove gli uomini di Muslin vengono raggiunti due volte prima di piegare gli avversari. L'attacco gira finalmente a meraviglia (in passato nonostante gente come Zigic e Tosic in avanti le difficoltà erano non poche), in difesa qualcosa scricchiola, ma bisogna prendersi qualche rischio. In Galles pareggio nei minuti finali firmato Mitrovic, dopo il vantaggio del fenomeno Bale, risultato replicato in casa. Poi facili vittorie con la Moldavia e un successo forse decisivo in casa dell'Irlanda per 0-1, grazie al gol di Kolarov, ma dove la squadra è rimasta in 10 per quaranta minuti dopo l'espulsione di Maksimovic. Un gruppo che sta quindi imparando anche a soffrire, con un ct che finalmente sembra adatto allo scopo. Primato e aria di pass diretto per la Russia. Ecco, proprio quando sembra fatta, con quattro punti di vantaggio sull'Irlanda, la Serbia torna ad essere quella vecchia, andandosi a complicare la vita con una sconfitta per 3-2 in Austria, contro una Nazionale già quasi fuori dalla corsa per il secondo posto. Stavolta però c'è il lieto fine. Dopo aver agilmente battuto la Georgia in casa propria per 1-3, arriva la sfida decisiva al Marakana di Belgrado. Con una vittoria la Serbia è ai Mondiali, interrompendo un digiuno di otto anni. Il risultato non si sblocca, ma al 74' il neoentrato Prijovic (PAOK) la sbatte in rete, facendo espledere lo stadio. Finisce 0-1, la festa può partire. La Serbia può confermare ora di essere sulla strada giusta in Russia, magari eguagliando il miglior risultato della storia, ovvero gli ottavi di finale del 1998, o magari superarlo, perchè il talento per andare avanti nella competizione c'è, bisogna mantenere intatta la volontà.