Una delle squadre più attese ai nastri di partenza della Premier League di quest'anno, come al solito, era il Manchester United. I campioni in carica dell'Europa League, dopo un'annata che oltre alla vittoria in campo internazionale aveva portato altri due titoli, sembravano pronti al definitivo salto di qualità sotto la guida di José Mourinho, ed effettivamente - in questa primissima parte della stagione - la previsione si è rivelata veritiera, con i Red Devils primi in classifica sia in campionato, alla pari coi concittadini del City, sia in Champions League, dove nel girone gli inglesi si trovano ancora a punteggio pieno. Tuttavia, dopo la sosta attualmente in corso i rossi saranno chiamati a risolvere un problema dall'entità non indifferente, quello dell'assenza di Paul Pogba per un periodo ancora non chiaramente definito.
Per capire la portata del problema, basti pensare che la Juventus della scorsa stagione ci ha messo dei mesi per sopperire all'assenza di forza fisica combinata a tecnica ed intelligenza tattica che nel mondo solo il francese e pochi altri sanno offrire, prima di trovare la soluzione definitiva adattando Mario Mandzukic a sinistra. Un'intuizione del genere non sembra al momento nemmeno lontanamente nella mente del manager portoghese, che però è già stato chiaro nel dire che per lui l'infortunio del numero 6 è "serio" e che considera dunque il classe 1993 un rientrante solo sul "lungo periodo". Guardando alle tempistiche della cosa e considerando anche il tempo necessario per il rientro al 100% del Polpo mentre si inizia a parlare di un interessamento dei legamenti, sarebbe una fortuna rivederlo al top per gli ultimi due mesi stagionali. E, nel frattempo, la sua squadra giocherà una cosa come (minimo) 35 partite fra tutte le competizioni: c'è la necessità di trovare delle soluzioni alternative.
Nel 4-2-3-1 ormai classico di Mou, la casella occupata da Pogba era stata sempre quella alla destra del neo-acquisto Nemanja Matic in questa prima parte di stagione, dalla quale avrebbe avuto anche più libertà nello spingersi in avanti usando tutta la forza dei suoi strappi. Una coppia che aveva, per il momento, tolto tanto spazio ad Ander Herrera: allo spagnolo è chiesto perciò un rientro con tutta la sua intelligenza nel giocare, finalmente trovando magari quel quid in più a livello di qualità quando si tratta di fare l'ultimo - o il penultimo - passaggio. Con l'ex Athletic Bilbao al suo meglio, difficilmente palla al piede si potrebbero trovare coppie così ben assortite in Europa come quella che lo stesso andrebbe a formare con il compagno serbo; tuttavia, ne potrebbero risentire - e non di poco - i meccanismi in fase di non possesso, quelli che d'altronde il manager di origine iberica cura con maggiore attenzione.
E' forse in quest'ottica che si colloca, al momento, la scelta di Marouane Fellaini come titolare. I limiti del belga sono noti a tutti, i suoi pregi un po' meno: rispetto al pariruolo francese, l'ex Everton non rappresenta sicuramente una perdita in termini di fisicità - ciò in cui Herrera sopperisce rispetto ad entrambi -, ed è inoltre in grado, con le sue particolarissime caratteristiche, di sapersi anche rendere pericoloso. Lo dicono anche i numeri: il capelluto incursore ha già collezionato ben quattro gol e un assist nelle otto presenze che ha avuto a disposizione, e a livello tattico rappresenta una soluzione forse peggiore "esteticamente", ma dalla sicura efficacia.
In attesa di un'evoluzione definitiva del suo centrocampista basco, insomma, Mourinho risolverà così il problema: in maniera sporca, vincendo i duelli aerei e lottando con massima intensità su ogni pallone. E' questa la formula, d'altronde, che hanno adottato tutte le squadre più vincenti allenate dal portoghese: riusciranno anche i Red Devils a superare lo scoglio dell'assenza di uno dei mediani migliori del mondo utilizzando le proprie caratteristiche?