Altro giro, altra vittoria: la Svizzera continua a macinare prestazioni convincenti e stende a Basilea un'Ungheria rimaneggiata ed in balia dell'avversario per tutto il match. Finisce 4-1 il match valevole per la nona giornata del gruppo B di qualificazione a Russia 2018, deciso dalle reti di Xhaka, Frei, Lichtsteiner e Zuber, quest'ultimo autore di una doppietta. Disastro Gulacsi tra i pali dei magiari, i quali firmano i gol della bandiera con Guzmics ed Ugrai. Svizzera che si presenta nelle migliori condizioni alla super-sfida del Da Luz contro il Portogallo di martedì prossimo: vincere o pareggiare significa primo posto, perdere porta invece agli spareggi.
Le scelte - Formazione ponderata sulle diffide per Vladimir Petkovic, che vara il 4-2-3-1 rinunciando a potenziali titolari come Rodriguez, Dzemaili e Mehmedi, tutti a rischio squalifica. Spazio per Moukandjo basso a sinistra, Freuler affianca Xhaka in mediana mentre Frei e Zuber accompagnano Shaqiri alle spalle di Seferovic. Behrami, infortunato, si accomoda in panchina. Si rivede Embolo dopo il grave infortunio. Tre squalifiche pesanti per Storck, che non può contare su Priskin, Dzsudzsak e Fiola. Campo per Bese, Varga e il centravanti Ugrai, all'esordio assoluto con la casacca magiara. Fuori anche l'infortunato Szalai.
Pronti-via e prova subito a lasciare il segno Shaqiri, pericoloso prima con un sinistro rientrando - alto di poco - e poi con una botta centrale piuttosto lenta dopo una bella progressione. Oltre a cercare il gol, però, l'asso dello Stoke illumina anche per i compagni: la terna arbitrale italiana ferma Seferovic in fuorigioco su suggerimento dell'ex Inter, la punta del Benfica aveva colpito il palo. Gara in controllo degli elvetici, sblocca dopo diciotto minuti Granit Xhaka: Gulacsi scivola tentando il rinvio, il 10 elvetico gli scippa il pallone e appoggia comodamente in fondo al sacco. Due minuti dopo, il gol del 2-0 con Frei, che arma il destro e prova a farla girare, Bese in scivolata devia perfezionando la traiettoria, imprendibile.
In totale Scioltezza la Svizzera, che controlla e crea un altro paio di occasioni; tante di queste nascono dalle corsie laterali, su una in particolare Shaqiri, innescato da Zuber, colpisce il palo col suo sinistro, dopo una deviazione col piede di Gulacsi. Nemmeno Seferovic riesce a firmare il 3-0, manca una clamorosa deviazione da tre metri lisciando la sfera. Meglio fa Zuber, che a tre dall'intervallo la terza rete la trova con un preciso sinistro in diagonale: azione di ripartenze smorzate sul nascere, alla fine Shaqiri trova il varco per innescare l'ex Hoffenheim. Ultimo atto del primo tempo con una punizione di Varga, telefonata per Sommer, che si sporca i guantoni per la prima volta nel recupero.
La musica si mantiene identica anche nel secondo tempo: duecento secondi ed è 4-0, ancora a firma di Zuber, ma soprattutto con la complicità di Gulacsi, che non tiene un destro tutt'altro che irresistibile e per niente angolato. All'ora di gioco, su azione da corner, l'Ungheria trova un lampo che vale il gol della bandiera: Kadar impegna Sommer staccando in anticipo sul primo palo, sulla respinta Guzmics è lesto nel girare la palla in porta. Il gol del centrale rompe l'imbattibilità di Sommer, arrivata fino a poco più di 500 minuti in gare ufficiali: la Svizzera nel girone non subiva gol dal 10 ottobre 2016.
Si siedono sul vantaggio gli elvetici, forti di un margine di vantaggio importante. L'Ungheria però spaventa ancora i padroni di casa, con Lovrencsics che si divora a porta vuota il possibile 4-2. Nel quarto d'ora finale torna però a farsi vedere la Svizzera, prima due volte con Embolo, impreciso di testa, poi con Stephan Lichtsteiner, che si toglie la soddisfazione di firmare il quinto gol con uno splendido esterno destro, preciso e potente, da dentro l'area. L'ultima parola la mette Ugrai, gol all'esordio con la nazionale magiara, di testa da pochi passi dopo un errore di Sommer. Finisce con la fiera del gol, è 5-2. La Svizzera va al Da Luz con due risultati su tre a disposizione per chiudere prima.