Nulla di nuovo, al King Power Stadium di Leicester si è visto il solito Liverpool, sciupone ed ingenuo. I Reds non avrebbero sicuramente meritato la sconfitta visto l’andamento del match. Primo tempo letteralmente dominato e solito gol incassato alla prima distrazione con Ward che seppur abbia subìto due gol, è uscito dal campo al 95' minuti con i guantoni puliti. La truppa di Klopp continua ad avere problemi di cinismo. Il Liverpool continua a non essere in grado di trasformare in gol la supremazia tecnica che di volta in volta riesce ad esprimere sul rettangolo di gioco. Cìo è un dato da analizzare, con estrema attenzione, e se si somma il fatto che la squadra non dispone di una difesa ermetica, lo scenario nel Merseyside è parecchio preoccupante.
La sconfitta in casa del Leicester ha comportato per i Reds l'eliminazione dalla Carabao Cup, dunque un primo, ipotetico obiettivo del Liverpool è volato via, tra mille e più recriminazioni. Un primo tempo letteralmente dominato, Solanke e Coutinho sono apparsi ispirati sin dal 1' minuto, Oxlade Chamberlain pungente tra le linee, tutto bene ma se non si realizzano i gol, nel gioco del calcio non si va da nessuna parte. Anche l'inizio del secondo tempo ha seguìto lo spartito del primo, seppur in campo non si sia visto più il Cou, ma il baby gallese Woodburn. Possesso palla, scambi nello stretto, ma poche verticalizzazioni: il ritmo degli uomini in rosso si è abbassato sempre più, fino a quando ecco la pugnalata inferta da Okazaki, che come un fulmine a ciel sereno ha portato in vantaggio le Foxes. Difesa come sempre sul banco degli imputati, problema che purtroppo i Reds si porteranno avanti per tutta la stagione, almeno che non si acquisti un centrale di spessore nella finestra invernale di mercato, che quindi possa far ritornare il sorriso ai tifosi.
Serve a poco il nuovo avanzamento del baricentro da parte degli uomini di Klopp nella parte centrale della ripresa. Ciò, ha facilitato solo ed esclusivamente il compito degli avversari, chiusi dietro e pronti a ripartire in contropiede. Hanno sofferto nel finale i due terzini, Flanagan e Robertson, i quali non hanno ricevono mai aiuti dai compagni, tutti sbilanciati in avanti a caccia del gol del pareggio. La reazione però è stata confusionaria: i Reds hanno collezionato solo un paio di corner, prima di capitolare definitivamente ai piedi di Slimani, che ha fissato il 2 a 0 finale e ha reso realtà l'eliminazione del Liverpool dalla coppa nazionale.
Amaro in bocca, soprattutto perchè ai punti avrebbe senz'altro meritato qualcosa in più la squadra di Klopp, soprattuto in virtù di un primo tempo nel quale ha messo in mostra un discreto calcio, soffocando gli avversari che non sono riusciti ad uscire quasi mai dalla propria metà campo. Insomma, solito dominio, e solito finale, quello nel quali i Reds guardano attoniti esultare gli avversari. Un film già visto. Difficile capire quali siano i problemi di questa squadra (oltre a quelli certificati, legati ad una fase difensiva insufficiente). Bisognerà lavorare tanto, anche sul fattore mentale, in quanto è impensabile che il Liverpool possa non riuscire a conquistare vittorie in gare praticamente dominate. Esempi lampanti, il 2-2 nel debutto in Champions League con il Siviglia, e l'1-1 interno, ad Anfield Road, contro il Burnley in Premier. Fa specie, anche l'incapacità di reagire dopo che si subiscono schiaffi. Anche questo è un elemento da tenere in stretta considerazione, sul quale Klopp ed il suo staff dovranno trovare i giusti tasti per levigarne le cause scatenanti.