Fino al 70' la brutta figura contro il Manchester City sembrava esser stata messa da parte con una prova convincente contro un avversario di notevole livello. Ma dal 72' in poi sono tornati i vecchi fantasmi: palla in verticale per Correa, difesa mal posizionata e gol facile facile. Da lì in poi incubi a non finire. È il racconto di un Liverpool capace di incantare, far gioire, giocare bene ma da un momento all'altro di buttare tutto all'aria con scelte sciagurate. Consueto spartito: rimonta, e nei peggiori dei casi, sconfitta. Sono ormai diversi anni che Klopp siede sulla panchina dei Reds, e gli errori sono sempre gli stessi: serve un cambio di marcia, una novità che vada a sistemare i problemi di una squadra che crea tanto ma che, spesso, concretizza poco, e che subisce troppi, troppi gol per essere una delle favorite alla corsa alla Premier.
Sembra clamoroso, ma vista la partita di Champions sorge un problema attacco. Il Liverpool propone un bel calcio, costruisce tanto con i tre davanti Salah-Mané-Firmino ma non essendoci una vera prima punta il rischio, che si realizza, è di non trovare il gol più importante nel momento più importante del match. Basta analizzare la situazione di mercoledì sera: opportunità dal dischetto per Firmino che ha la possibilità di chiudere già nel primo tempo la pratica. Sul campo il brasiliano non si discute, davanti alla porta sì però: l'ex Hoffenheim colpisce il palo lasciando il Liverpool sopra di un gol. E le occasioni ci sono comunque, come se piovesse: Mané si mangia gol facili inventandosi quelli impossibili, discorso simile per Salah che a campo aperto è devastante ma che a tu per tu con il portiere è poco freddo, i gol dei centrocampisti in questa prima fase di stagione scarseggiano è in panchina c'è chi la situazione potrebbe risolverla, Sturridge, che troppo spesso è fermo ai box. Le partite non vengono archiviate e le conseguenze si vedono nelle prime uscite stagionali.
Davanti si fa fatica, dietro si balla troppo. In Coppa, non è andata neanche male, pochi i tiri concessi al Siviglia ma troppi visti i gol segnati dagli andalusi: su 3 tiri, 2 sono finiti in porta. È evidente che qualcosa non funzioni. I due terzini, Moreno e Gomez in questo caso, spesso sono fuori posizione: serve al più presto ritrovare Clyne e inserire tra i titolari uno come Robertson che vista la giovane età può crescere soltanto, permettendo a Gomez di tornare nella sua posizione naturale di centrale. A proposito di centrali, il ritorno di Lovren è da vero film horror: liscio clamoroso che lascia Ben Yedder davanti alla porta per il gol del vantaggio andaluso e posizionamento errato sul 2-2 del Tucu Correa. Proprio in quel ruolo il Liverpool doveva muoversi sul mercato: van Dijk serviva e serve come il pane per mettere accanto a Mario un valido compagno di reparto. La prima alternativa è Klavan.
E poi c'è la questione Coutinho: in campo per circa 15' ha fatto vedere come la condizione migliore sia ancora lontana. Il recupero completo del brasiliano è fondamentale, per restituire al Liverpool imprevedibilità e brillantezza, per recuperare, quantomeno, la freschezza nella metà campo d'attacco. Genio e personalità, dimenticando le sirene spagnole.