Un brutto pomeriggio, di quelli da rimuovere dalla mente nel più breve tempo possibile. Il Liverpool cede di schianto al Manchester City, subendo una pesante 'manita' che ridimensiona le ambizioni dei Reds. Un 5 a 0 pesantissimo, che getta nello sconforto Klopp, facendo ripiombare il suo club in un vortice di mediocrità, abbandonato dopo il buon avvio di stagione, tra campionato e preliminari di Champions League. Tanto a poco, la gara va in archivio mettendo in luce tutti i limiti tecnici e caratteriali dei rossi. All'Etihad è una carneficina, un film horror, quelli tanto brutti da togliere il sonno per svariati giorni. 

E dire che la contesa, ai suoi albori, promette bene. I primi trenta minuti, quelli antecedenti alla discussa espulsione di Manè, mettono in vetrina un Liverpool tonico, che tiene scacco agli avversari creando anche un paio di situazioni pericolose. Entrambe firmate da Salah, bravo ad intrufolarsi tra le maglie degli 'Sky blues', ma sciocco a sbagliare facili gol a tu per tu con Ederson. Ma il solito pasticcio difensivo, pesa come un macigno sulle sorti del match: Aguero scappa via sul filo del fuorigioco tra i due difensori centrali, dribbla Mignolet ed insacca. Dopo una dozzina di giri di lancette, altro episodio chiave, l'espulsione di Manè, che di fatto indirizza la gara verso i padroni di casa. Fine dei giochi.

Fonte: Reuters Photo
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Il Liverpool sparisce dal campo, incapace di reagire. Si scioglie come neve al sole. Si dimostra ancora una volta incapace di reagire al colpo del k.o, una squadra che non sa soffrire e che non sa trarre energie positive dalla comunicazione dei reparti nel momento del bisogno. Alla prima difficoltà va in tilt, concedendo il fianco agli avversari che in superiorità numerica hanno dominato in lungo e largo la scena. L'acuto di Gabriel Jesus, in pieno recupero, è una pietra miliare al successo dei blues. Klopp, anche attingendo dalla panchina (debutto di Oxlade-Chamberlain) non riesce ad apportare i correttivi giusti, e la sua squadra rimane così in balìa del City. Certo, gli alibi ci sono, ma ciò che colpisce è la mancanza di carattere. Una squadra che viaggia a mille all'ora quando tutto gira per il verso giusto, ma che va in tremenda difficoltà appena l'avversario di turno accenna una reazione. Limiti soprattutto caratteriali, oltre ad una vulnerabilità difensiva che a tratti è imbarazzante.

Fonte: thisisanfield
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E' una mattanza il secondo tempo. I Citizens dilagano, disponendo di un Liverpool ormai assente, spettatore non pagante dello show che gli uomini di Guardiola consumano sul prato verde dell'Etihad. Va ancora a segno Gabriel Jesus, approfittando delle mille indecisioni della difesa, spesso in bambola, dei Reds. La doppietta di Sanè, invece, congela il punteggio, e manda a libri il brusco stop degli uomini vestiti in rosso, il primo stagionale. Senza storia i secondi quarantacinque minuti. Quelli in blu indemoniati, impossessati dal demonio, 'The Scousers', invece, senza un minimo di mordente, simili ad una squadra ormai in vacanza, appagata dall'aver raggiunto con largo anticipo tutti i propri obiettivi stagionali prefissati.

Una sconfitta che fa riflettere. Dopo la vittoria di Anfield contro l’Arsenal, il Liverpool era atteso alla prova del nove, che è fallita. Avrebbe dovuto e potuto mostrare la capacita’ di essere, finalmente, sulla strada giusta, per diventare grande, ed invece i problemi in seno ai Reds sono ancora marcati. La chiamano 'sindrome di Peter Pan'. Klopp non sembra al momento in grado di risolverli, ed anche le sue decisioni, prese più di petto che di testa all'Etihad, fanno discutere. Escludere Salah subìto dopo essere rimasto in dieci uomini, ed arretrare Emre Can difensore centrale nella ripresa, sono scelte che fanno storcere il naso. Guardiola infligge una lezione di calcio al suo collega, impegnato a consumare i suoi denti, dalla rabbia, uscendo sconsolato dal campo. Soccombere con il Manchester City può starci, farlo con un punteggio di queste proporzioni proprio no. Capita perdere la Trebisonda, l'importante è riprendersi in fretta senza piangersi addosso. Altre gare sono già lì, all'orizzonte: il Siviglia in Champions League ed il Burnley in Premier League sono i prossimi impegni. Rendere il pomeriggio dell'Etihad solo un brutto ricordo, questo dovrà essere l'obiettivo dei Reds.