Ci sono grandi aspettative sul Manchester City di Guardiola dopo la faraonica campagna acquisti (spesi quasi 250 milioni e sotto solo al Paris Saint Germain) e la deludente stagione scorsa. L'esordio in Premier League riservava delle insidie contro il neo promosso Brighton che tornava nel massimo campionato inglese dopo ben 34 anni e debuttando nel nuovo gioiello dell'AmEx Stadium.
Esame superato per gli uomini di Guardiola che si impongono per 2-0 grazie alle reti di Aguero al 70' e all'autogol di Dunk al 75'. Poche sofferenze per il City che ha dominato il match sul piano territoriale con il 71% di possesso palla e una superiorità tecnica evidente. Segnali importanti per un allenatore come Guardiola che ama controllare le partite sul piano tecnico-tattico.
Ciò nonostante c'è ancora da lavorare per il nuovo Manchester City. Se la difesa ha mostrato evidenti miglioramenti grazie anche ai nuovi innesti Ederson, Walker e Danilo, l'attacco ha creato troppo poco per una squadra con un potenziale offensivo così elevato. Infatti, per 70 minuti i Citizens hanno faticato non poco per costruire qualcosa di interessante e hanno sbloccato il match grazie a un errore a centrocampo di Stephens che ha spalancato le porte al contropiede degli ospiti finalizzato dal Kun. C'è da dire che davanti c'era un avversario ben messo in campo dal tecnico Hughton che ha lasciato pochissimi spazi ai pericolosi attaccanti del Manchester City.
Ma un allenatore perfezionista come Guardiola sa perfettamente che questa squadra deve migliorare se vuole vincere la Premier League ed arrivare almeno in semifinale di Champions League. Il tempo non manca e il prossimo appuntamento contro l'Everton di Rooney nel Monday Night potrà dare ulteriori indicazioni contro un avversario ambizioso che ha reinvestito i soldi ricavati dalla cessione di Lukaku al Manchester United in giovani di grande prospettiva come Keane, Klassen e Sandro Ramirez.