In comune con il Milan, ha le strisce rossonere e poco altro. Nel palmarès ci sono soltanto un campionato macedone (conquistato nel 2011) e una Coppa Nazionale, del 2016, successo più recente. Eppure, lo Shkendija ha conquistato l'onore e l'onere di sfidare i rossoneri, nel play-off di Europa League, l'ultimo turno preliminare prima dell'accesso della fase a gironi, meritandosi la chance di giocare nella Scala del Calcio, a San Siro, quello che probabilmente è il match più importante della giovane storia nel club. Un club Fondato nel 1979, prima di chiudere i battenti nel 1981 in pieno caso ex Jugoslavia, poi rifondato definitivamente nel 1992 nella lega Macedone, a Tetovo, città di nemmeno centomila abitanti nel nord del paese, quasi al confine con il Kosovo e vicina all'Albania.
Lo Shkendija presenzia in Europa League - ovviamente nei turni preliminari, la fase a gironi resta per ora un sogno - per la quinta volta negli ultimi sei anni. Annoveriamo anche una comparsata al secondo turno della qualificazione alla Champions League, terminata con un brutto 4-0 subito dal Partizan Belgrado. Prima del 2011, però, trovare tracce della squadra è di fatto impossibile: due anni prima, addirittura, il club era vicino al collasso, salvato soltanto da investimenti da parte dei tifosi emigrati. Fondi che hanno permesso di rimettere in piedi la baracca: la promozione nel 2010, seguita immediatamente dal titolo, ha poi lanciato i macedoni.
La storia racconta di un club poco prestigioso, poco avvezzo agli investimenti, mai andato oltre i 150mila Euro di spesa, con una cessione record rappresentata dal passaggio di Ferhan Hasani al Wolfsburg per 400mila Euro, nel 2012. Hasani, trequartista, è tornato al suo club d'origine nel luglio 2015 ed oggi, oltre ad essere il giocatore più talentuoso e più rappresentativo, è anche il capitano. Tra gli altri, vale la pena menzionare il giramondo Abdurahimi (Israele, Belgio, Croazia, Kazakistan e Giappone già nel suo curriculum) e l'attaccante Besart Ibraimi, 24 reti complessive l'anno scorso e 26 quello prima, passato anche dallo Schalke 04 con due presenze da subentrato nella stagione 2009/10.
L'attacco è completato da Stenio Junior e Radeski, mentre a centrocampo si muovono il talento Totre ed il veterano Alimi, giocatori che non sono mai andati oltre campionati di basso livello. La difesa a quattro del 4-2-3-1 del tecnico Qatip Osmani si completa con Celikovic e Todorovski, terzini passati soprattutto rispettivamente in Croazia (nazionalità del primo) e Romania, mentre al centro si cercano i giusti equilibri tra ragazzi under-25 comunque con poco futuro ad alti livelli. Per buona parte di loro, la doppia sfida contro il Milan resterà un unicum, un ricordo da raccontare ai nipoti. Dopo un cammino fortunato, nel quale hanno eliminato i moldavi del Dacia Chisinau, i finlandesi dell'HJK Helsinki e i lituani del Trakai, ora c'è il (troppo?) grande palcoscenico, c'è il Milan. E comunque vada, per lo Shkendija sarà un successo.