L'addio di Brendan Rodgers nell'ottobre 2015 e il conseguente arrivo di un allenatore di grandissimo spessore come Jurgen Klopp a stagione in corso avevano una direzione ben precisa: vada per una stagione di transizione, ma poi bisogna tornare a gettare le basi per diventare grandi. Più o meno è andata proprio come si aspettava la dirigenza. Nel primo anno il tecnico ex Borussia Dortmund ha infatti ottenuto un mesto ottavo posto, anche se stava per arrivare un'incredibile vittoria in Europa League (con seguente ritorno precoce in Champions), ma la sconfitta con il Siviglia ha mantenuto tutti con i piedi per terra.
La stagione 2016/2017 si propone dunque come quella della ripartenza per i Reds, che già sul calciomercato iniziano a disegnare una squadra fatta su misura per Klopp, con elementi giovani, talentuosi e costosi. Innanzitutto viene ceduta la delusione Benteke al Crystal Palace per 32 milioni. Calcolando che è stato pagato 47 milioni e che ha segnato 9 gol, si può considerare un fallimento. Parte anche Ibe, su cui punta forte il Bournemouth, che mette sul piatto 18 milioni di euro. Anche Allen dà il suo addio, per 16 milioni allo Stoke City. Partono anche tanti altri elementi, come Skrtel (Fenerbahce), Luis Alberto (Lazio), Balotelli (Nizza), Markovic (Sporting Lisbona)... Insomma, la squadra è da ritoccare in più punti e gli incassi vengono reinvestiti sul mercato. Il grande colpo è Manè dal Southampton per 41 milioni. In mezzo al campo per sostituire Allen arriva Wijnaldum dal Newcastle per 27,5 milioni. In mezzo Klavan e Matip servono a rinforzare la retroguardia. Non arriva una punta di peso, evidentemente ritenuta non necessaria da Klopp per il suo gioco, che ha già a sua disposizione Sturridge (e a ragion veduta, dato che i grandi innesti Balotelli, Carroll e Benteke hanno fallito miseramente nella città dei Beatles).
L'avvio è subito da paura. Alla prima c'è l'Arsenal all'Emirates. Pronti via e scontro diretto pesantissimo in apertura. La partita è pirotecnica, con un 3-4 finale che premia gli uomini di Klopp, che conquistano tre punti pesantissimi. Forse però i Reds mentalmente hanno ancora qualcosa da aggiustare e infatti il turno dopo arriva una sconfitta inaspettata in casa del Burnley per 2-0. Sarà una delle sole sei sconfitte incassate dal Liverpool quest'anno. Terzo turno e terza partita in trasferta. Un calendario un po' infame propone un altro scontro diretto. Si va a White Hart Lane, contro il Tottenham che lotterà per lo scudetto. Arriva un 1-1 che alla fine soddisfa parzialmente i Reds.
Il canovaccio tattico per il rilancio però ormai è chiaro. Un 4-3-3 veloce, rapido ma allo stesso tempo letale, con il tridente Coutinho-Firmino-Mane che è un misto di talento e senso del gol. In mezzo Wijnaldum e Lallana portano la qualità, mentre capitan Henderson è incaricato di far legna. In difesa forse i nomi meno altisonanti, con il pacchetto Clyne-Matip-Lovren-Milner a proteggere Mignolet, ma che deve ancora registrare qualcosa, come dimostrano i tre gol incassati dall'Arsenal. Approfittando dell'assenza di una coppa europea, Klopp lavora molto in settimana e i meccanismi si affinano rapidamente. Infatti, da settembre a novembre, i Reds sembrano una macchina inarrestabile: 8 vittorie e 2 pareggi in 10 giornate, con successi di spessore come quello per 1-2 a Stamford Bridge con il Chelsea. Solo United e Southampton riescono a reggere l'impatto. In EFL Cup poi le seconde linee arrivano agilmente in semifinale, buttando fuori tra le tante anche il Tottenham.
Il 4 dicembre però la folle corsa subisce una forte battuta d'arresto. Il Bournemouth, in casa propria, si rivela essere un osso molto duro e infatti ottiene una vittoria per 4-3 sorprendente, contro una squadra che, vista la marcia inarrestabile, inizia a essere considerata una delle favorite per la vittoria finale. La botta sembra essere riassorbita rapidamente. Nelle sette giornate successive arrivano altre quattro vittorie e tre pareggi, anche contro squadre concorrenti come il Manchester City (1-0 ad Anfield). La forza maggiore di questa squadra sembra essere nel suo tridente, che lavora con una sincronia invidiabile e macina alti numeri in tutti e tre le sue componenti, tanto che Sturridge, l'anno prima punto di riferimento, diventa una riserva. La prima, ma pur sempre una seconda linea.
Lui e Origi, altro talento un po' oscurato dal trio, hanno spazio soprattutto a cavallo tra il girone d'andata e quello di ritorno, con Coutinho che perde le partite che vanno da dicembre a gennaio per infortunio. Qualcosa però, forse proprio per un rientro non brillantissimo dell'ex Inter, a fine gennaio si inceppa. Tra inizio anno e febbraio il Liverpool perde tre partite, contro Swansea, Leiceseter e Hull City, tutte e tre squadre alla portata. La cosa fa scivolare la banda di Klopp al quinto posto, fuori dalla zona Champions League, obiettivo dell'anno. Inoltre arriva anche l'eliminazione in EFL Cup per mano del Southampton e in FA Cup per mano del non irreprensibile Wolverhampton. Mese nuovo però vita nuova. Manco dirlo a ridare vita ai Reds è proprio l'Arsenal, già sconfitto alla prima di campionato. Vittoria per 3-1 e marcia inarrestabile che riprende, con un filotto di 7 risultati utili consecutivi, fatto da 5 vittorie e due pareggi. Ora la Champions sembra essere al sicuro, c'è solo da decidere se sarà diretta o se bisognerà passare per i preliminari, in una corsa con il Manchester City al terzo posto. A decidere il testa a testa è la quintultima giornata, dove il Liverpool viene sconfitto dal Crystal Palace. Il City si stacca e mantiene il vantaggio nelle quattro partite consecutive, nonostante i Reds riescano a racimolare 10 punti su 12.
Quarto posto finale dunque, a quota 76 punti, con il City terzo a 78, ma anche l'Arsenal dietro a una sola lunghezza di distanza, pronto come un falco a "beffare" i Reds all'ultimo. Bene le 22 vittorie e le sole 6 sconfitte. Probabilmente il punto debole di questo Liverpool è stato nei pareggi. Troppi i 10 segni X sulla tabella di marcia. L'obiettivo Champions comunque alla fine è stato raggiunto, anche se bisognerà passare per i preliminari. La squadra di Klopp forse con un pizzico di cinismo in più sarebbe potuta essere tranquillamente essere terza, dato che il City ha avuto più di qualche black out. Ora, con il mercato e la nuova partecipazione in Europa, bisognerà rinforzare ulteriormente la rosa, aumentando la varietà dalla cintola in su ed inserendo qualche certezza in più dietro, dove Lovren, Matip, Clyne e Milner non sono parsi imperforabili. Anche Mignolet, anzichè mostrare miglioramenti, sembra invece aver incontrato qualche ostacolo di troppo nel processo di crescita.