A trentaquattro anni, con il suo contagioso spirito da avventuriero che ne ha viste tante, Dani Alves ha trascinato la Juventus in finale di Champions League. Esterno destro di spinta, il brasiliano ex Barça ha smentito chi lo considerava a fine corsa, dimostrandosi ancora una volta uno dei migliori nel suo ruolo, anche quando si ritrova spostato venti o trenta metri più avanti sulla fascia. Uno che sa come si batte il Real Madrid, e che proverà a farlo anche domani, nella finale di Champions League che si disputerà al Millennium Stadium di Cardiff.
Già trionfatore in due occasioni nella massima competizione continentale per club, Dani Alves accende la vigilia della grande sfida ricordando il precedente del 1998 (vittoria del Real sulla Juve, con gol in posizione dubbia di Mijatovic): "E' il momento di cambiare la storia - le sue parole in conferenza stampa - anche perchè l'ultima volta la Juve perse a causa di un gol in fuorigioco. Sono il giocatore che ha battuto più volte in carriera il Real? Mi fa piacere, vuol dire che non siamo così sfavoriti allora...Ma questo non è un confronto tra Alves e il Madrid, ma tra due grandi squadre. Li affronteremo senza timore della loro storia e con la voglia di chi ha fame e ha un pasto da mangiare davanti a sè. Questa Juve è una squadra giovane, si parla sempre dell'età di Buffon, anche della mia, ma sono momenti da affrontare con allegria. Domani non dovremo essere ansiosi, non ci aiuterebbe. Dobbiamo proseguire sulla falsariga del cammino che ci ha condotto fino a qui, senza cambiare nulla, e dare fino all'ultima goccia di sudore perchè l'obiettivo di domani è la coronazione di tutta una stagione". Il brasiliano predica tranquillità: "Personalmente, dormirò benissimo questa notte, spero lo facciano anche i miei compagni di squadra, perchè domani ci tocca un compito difficile. Non darò consigli a nessuno, qui c'è tanta gente di esperienza che ha già vinto tanto. Mi considero un eterno apprendista, non smetto mai di imparare. La forza di questa squadra è il gruppo, non ci sono solo individualità, ma undici calciatori che giocano insieme. Ora è il momento di scrivere nuove pagine della nostra storia. A me è già capitato di vivere questo sogno, e adesso sono felice di poterlo condividere con i miei compagni. Buffon? Questo trofeo non cambierà la sua carriera, ma potrebbe aggiungere qualcosa di importante. Quando sono arrivato alla Juve dissi che non ero una stella, ma un lavoratore che voleva aiutare la squadra a realizzare i suoi sogni: ora il sogno deve diventare realtà, vogliamo regalare a Buffon questo trofeo prima che si ritiri".
Possibile primo giocatore a realizzare tre triplete, Dani Alves non si scompone: "Sono dati per la storia, che serviranno a qualcuno quando si guarderà dietro e andrà a vedere cosa ho fatto nella mia carriera. Non posso pensare al triplete e ai miei successi personali, perchè il nostro sogno è molto più importante di tutto questo. Non vivo pensando a me stesso: ecco perchè ho accettato la sfida di venire alla Juve, per lottare insieme. Le finali non si giocano, si viene semplicemente allo stadio per alzare il trofeo insieme ai tifosi. Il passato non mi interessa. Abbiamo dimostrato di meritare di essere arrivati fin qui, ma sarà durante la partita che si comprenderanno le diverse motivazioni delle due squadre. Sono certo che le nostre sranno grandissime". Sull'opportunità di giocare sulla stessa fascia del connazionale Marcelo: "E' molto speciale giocare contro di lui, così come lo è giocare al fianco di tanti grandi campioni, in una partita che attira l'attenzione del mondo intero. Siamo dei privilegiati ad essere qui: dobbiamo goderci il momento e far sì che la notte sia ancor più speciale". Infine, una chiosa sul suo rapporto con Sergio Ramos, capitano merengue: "Voi giornalisti state cercando di montare una polemica ad arte, ma non ho problemi con lui. E' un ragazzo molto intelligente e conosce le conseguenze delle sue parole. Abbiamo opinioni diverse, ma il mondo è abbastanza grande per entrambi. Lo rispetto come giocatore e persona, ma non posso dire sempre ciò che piace alla gente. Forse non piacerò a tutti, ma non conta".