Dopo una buona prima stagione, che era stata segnata da una salvezza raggiunta già a metà campionato (con però crollo finale), la seconda annata degli Hornets in Premier è stata in realtà un po' un fallimento, nonstante le buone prospettive. Diciassettesimo posto e quaranta punti finali. Partenza a razzo, per poi crollare. Quasi fotocopia dell'annata precedente con Quique Flores. Sulla panchina stavolta Gino Pozzo ha messo un nome importante, come quello di Mazzarri, che però a quanto pare si è rivelata una scelta sbagliatissima. Anche gli acquisti sono stati importanti. In estate sono arrivati in difesa il talentuoso Kabasele, l'ambito Janmaat l'esperto Kaboul e la riserva Mariappa (più Dja Djedjè dal Marsiglia, oggetto misterioso). In mezzo al campo l'innesto di Pereyra dalla Juventus e del talentino Success da Granada sono stati fatti per permettere al tecnico ex Napoli di creare una squadra a propria immagine e somiglianza, sfruttando l'abilità sottoporta di Ighalo, che aveva concluso la stagione 2015/2016 a quota 16 reti, e l'esperienza di capitan Deeney. C'è ora anche un ottimo vice in attacco, con l'acquisizione di  Okaka dall'Anderlecht.

Le premesse per far bene ci sono tutte, ma fin da subito si capisce che Mazzarri ha qualche problema ad amalgamare il potenziale a disposizione. Il girone d'andata si conclude con 21 punti e la prematura eliminazione dell'EFL Cup per mano del Gllingham, non proprio una squadra di prima fascia. Qualche bella vittoria, tipo il 3-1 sullo United, ma anche debacle clamorose, come il 6-1 di Liverpool. Andamento altalenante che, con tutti i cambi effettuati, ci può anche stare, ma le cose nel girone di ritorno non migliorano. In FA Cup arriva un'altra brutta eliminazione, contro il Millwall, e in campionato continua l'alternanza di vittorie e sconfitte, tranne che nel periodo tra la ventunesima e la ventiquattresima giornata, dove il Watford conquista due pareggi e due vittorie. Per il resto è un continuo sali scendi, con la squadra che per un attimo si avvicina a posizioni di metà classifica, per poi subito tornare nel limbo delle squadre che non lottano per salvarsi, ma che non hanno nemmeno alcuna ambizione. Il problema sembra soprattutto tattico, con Mazzarri che non riesce a trovare un modulo fisso di partenza e delle gerarchie, nemmeno dopo l'intervento del mercato di gennaio, che gli toglie l'abulico Ighalo (un solo gol per lui e biglietto per la Cina prenotato al volo), per dargli Niang, Cleverley e Zarate. Nemmeno così però si trova la quadra del cerchio, con le due sconfitte con Southampton e Crystal Palace (sulla carta alla portata) a dimostrarlo.

A fine stagione iniziano ad emergere i problemi. Stando ai media inglesi infatti, Mazzarri non è riuscito ad imparare l'inglese e nemmeno ha voglia di farlo, cosa che innervosisce non poco i giocatori, che pare abbiano addirittura minacciato di chiedere la cessione a Pozzo, se non avesse cambiato la guida tecnica. Si spiegano così le sette sconfitte finali, che hanno fatto definitivamente crollare il Watford alla quart'ulima posizione, davanti solo all'Hull City, che stava per compiere un mezzo miracolo. Alla fine la società decide di esonerare perciò il tecnico ex Inter, che risponde invece accusando gli Hornets di non essere abbastanza ambiziosi. Sarà, ma il potenziale c'è e la squadra continua a stare in fondo alla classifica. Ora arriva Marco Silva, il "nuovo Mourinho", che dovrà riuscire ad amalgamare un ammasso di giocatori che non è ancora un gruppo.