Sembrava tutto chiuso, sembrava che il titolo fosse già assegnato e che si aspettasse soltanto l’ufficialità. Invece, le ultime partite hanno evidenziato qualche scricchiolio nel bunker di Antonio Conte: due sconfitte nelle ultime quattro gare che significano un vantaggio sulla seconda ridotto da dieci a quattro punti.
Quel che preoccupa di più è l’evidente calo fisico del Chelsea nelle ultime uscite. Spesso i Blues hanno terminato le partite sulle gambe e si sono salvati grazie alla solidità difensiva ed al sacrificio di tutti gli undici in campo. Nel match contro lo United, è stata chiara la differenza di condizione fra le due compagini: per la prima ora di gioco non c’è stata gara, poi, complice il doppio vantaggio, i Red Devils hanno abbassato i ritmi ma il Chelsea non ha comunque creato i presupposti per una riapertura dei conti.
Molta imprecisione e poca intensità nei duelli, che però difficilmente scaturiscono dalla condizione psicologica, vista la mentalità di Conte, mai rilassato nemmeno a risultato acquisito. La spiegazione potrebbe essere nella logica flessione di condizione dopo la rincorsa folle cominciata ad ottobre, che ha portato alla striscia record di 13 vittorie consecutive. A sostegno di questa tesi c’è il dato sui goal subiti: con le due reti incassate ieri, il Chelsea non mantiene la porta inviolata da 10 giornate consecutive – l’ultimo clean sheet è datato 22 gennaio, 2-0 all’Hull City – per un totale di 12 palle raccolte in fondo al sacco, contro le 6 da ottobre a gennaio in 16 sfide. Inoltre, il Tottenham non perde un colpo: striscia aperta di 7 vittorie consecutive e soprattutto una facilità quasi disarmante di andare a segno con qualunque giocatore – 22 reti da 7 elementi diversi – e pressione che inevitabilmente sale per chi sta davanti.
Ci sono poi da analizzare le prestazioni individuali. Victor Moses, una delle sorprese della stagione e divenuto fondamentale dal cambio di modulo in poi, sta pagando dal punto di vista fisico, con qualche acciacco e prove al di sotto del suo standard abituale, così come Diego Costa, che non trova il goal dal 6 marzo scorso e nelle ultime 11 giornate – da quando è stato reintegrato dopo la possibile cessione in Cina - ne ha segnati solo 3, mostrando anche ad Old Trafford segni di nervosismo da non sottovalutare.
Nella sfida di ieri poi ci si è messa anche un po’ di sfortuna, con gli infortuni della vigilia di Thibaut Courtois e Marcos Alonso, elementi imprescindibili nello scacchiere di Conte. Il vantaggio in classifica c’è ancora e sta al Chelsea gestirlo al meglio, con un occhio al calendario: le ultime 6 giornate che mancano sono abbordabili, ad eccezione della trasferta Goodison Park contro l’Everton, che certamente non lascerà via libera ai Blues; tolti i Toffees, ci sono Southampton, Middlesbrough, West Bromwich, Watford e Sunderland. Non solo Premier League però, perché è importante anche la FA Cup, giunta alle semifinali, ed il prossimo avversario è proprio il Tottenham, a Wembley, il 22 aprile.