Premier League - Il Sunderland dura un tempo, passa il Man United allo Stadium of Light (0-3)

Ottimo primo tempo della squadra di Moyes, che va però sotto per mano del solito Ibrahimovic: destro delizioso. L'espulsione di Larsson complica i piani ai padroni di casa, Mkhitaryan raddoppia, Rashford archivia. Black Cats nel baratro, obiettivo Champions ancora alla portata per i Devils.

Premier League - Il Sunderland dura un tempo, passa il Man United allo Stadium of Light (0-3)
Fonte immagine: Twitter @PremierLeague
giodusi
Di Giorgio Dusi

Ventuno risultati utili consecutivi e un obiettivo chiamato Champions League da perseguire. Il Manchester United ottiene una preziosa vittoria sul campo di un Sunderland che ha più di un piede in Championship. Nel primo posticipo domenicale della 32esima giornata di Premier League, i Devils trovano uno 0-3 che li porta al quinto posto, a quota 57, con due gare ancora da recuperare, mentre i padroni di casa non si staccano dall'ultimo posto.

Il sinistro di Mkhitaryan per lo 0-2. | Fonte immagine: Twitter @Premier League
Il sinistro di Mkhitaryan per lo 0-2. | Fonte immagine: Twitter @Premier League

Le scelte - Mourinho offre una chance a Romero in Premier, con De Gea non al meglio; si rivede anche Shaw, dopo le critiche del portoghese, titolare a sinistra, con Darmian dall'altra parte. Leggera emergenza anche sulla trequarti, con Mata out spazio per Lingard e Fellaini. Davanti ritorna Ibra. Moyes ritrova invece un buon numero di uomini, sceglie di fare densità in mezzo al campo, con Cattermole a schermare e Anichebe in avanti con Defoe. Solo panchina per Borini.

La gara inizia in sordina, buona intensità ma tanti contrasti e poca fluidità, tanto che, dopo una botta di Lingard da casa fuori, preda di Pickford senza enormi grattacapi, per attendere una nuova occasione - o meglio, conclusione - degna di nota bisogna slittare nella seconda metà del primo tempo, quando ancora l'estremo dei black cats di riflessi e istinto mura Fellaini. Dall'altra parte Larsson e Cattermole provano a impegnare Romero dalla distanza (lo svedese da piazzato, per la precisione), ma el Chiquito è ben posizionato e si accartoccia sulla sfera. Serve la giocata del fuoriclasse alla mezz'ora per indirizzare la partita: Ibrahimovic stoppa spalle alla porta dal limite dell'area, se la sposta per girarsi e calcia col destro a giro sul palo lungo, capolavoro che vale lo 0-1 Devil.

Non si piega il Sunderland, che prova a riscattarsi cavalcando le corse di Defoe e la fisicità di Anichebe, quest'ultimo ha forse la miglior occasione del primo tempo per i suoi, ma Romero salva tutto in qualche modo. Le speranze di rimonta si spengono probabilmente a due minuti dall'intervallo, quando Larsson entra aggressivo con il piede a martello su Herrera: tocca anche il pallone, ma soprattutto la gamba. Per Pawson è rosso diretto. In apertura di ripresa, a etichettare il risultato, arriva il diagonale mancino di Mkhitaryan, che trova un varco in piena area trovando l'angolino.

Forte del doppio vantaggio, lo United va sul velluto e gestisce senza forzature, sfiorando anche il terzo gol con Ibrahimovic e Pogba, mentre per i padroni di casa è solo una punizione di Defoe a chiamare in causa Romero. Mourinho opta per la velocità di Rashford dopo l'ora di gioco, ma i suoi tendono a sedersi sul punteggio e rischiano qualcosa sulle (rare) incursioni con un senso dei padroni di casa. La partita si fa anche inutilmente nervosa nel finale, ma la ripresa regala davvero poche emozioni, nemmeno gli spunti di un Martial da recuperare psicologicamente animano il clima, piuttosto piatto, complici anche gli errori in area da ambo le parti - il più clamoroso quello di Defoe a due dal termine. A due dal termine, ci pensa Rashford in diagonale a mandare i titoli di coda, su assist di Ibrahimovic.

Finisce così 0-3 allo Stadium of Light. Sesta sconfitta nelle ultime sette gare per la squadra di Moyes, che ora rischia grosso, a -10 da una salvezza che sembra un miraggio, nonostante qualche buon segnale. I Devils provano a rientrare in top four, lotta più aperta che mai.