Aggrappati al "Gallo" Belotti. Ora come non mai. L'attuale capocannoniere della Serie A, autore fino ad ora di 22 gol con la maglia del Torino, è la punta di diamante non solo dell'attacco granata, ma anche della nostra nazionale, impegnata nelle gare di qualificazioni al prossimo Mondiale, quello che si disputerà in Russia il prossimo anno. Andrea Belotti segna di destro, di sinistro, va a bersaglio di testa. Un rapace, un attaccante che vive per il gol, un predatore che caccia e si ciba delle difese avversarie. Le altisonanti prestazioni con la maglia della sua squadra di club gli hanno spalancato le porte per una maglia da titolare nella nazionale di Gian Piero Ventura, il quale punta su di lui per cercare di conquistare il pass necessario per qualificarsi alla rassegna planetaria ed entrare a far parte delle "magnifiche 32" che si giocheranno la prossima estate il mondiale nella fredda ed inospitale Russia.
Anche con i colori azzurri della Nazionale cuciti addosso, Belotti si è dimostrato un attaccante di prim'ordine, prolifico, terribilmente cinico. In gol all'esordio contro la Macedonia, si è ripetuto alla grande contro il piccolo ed indifeso Liechtenstein, riuscendo a siglare addirittura una doppietta. Questa sera l'Italia avrà bisogno di lui per scardinare la difesa dell'Albania, allenata dal nostro Gianni De Biasi; potrebbe addirittura realizzare la rete numero cento di un calciatore del Torino in Nazionale.
Dovremo aggrapparci a lui, al suo estro, alla sua gran classe ed al suo indocile fiuto del gol per tentare di aprirci la strada verso il mondiale russo. Una strada impervia, che sarà costellata ancora di molti ostacoli, il più grosso rappresentato dalla Spagna dei record, formazione allenata da Lopetegui e desiderosa di cancellare le ultime delusioni, quelle dello scorso Mondiale e soprattuto dell'Europeo francese, in cui la Roja fu elimanata proprio dall'Italia allora allenata dal totem Antonio Conte.
Andrea Belotti, non uno qualunque. Un predestinato, ma non sbruffone. Uno che di strada ne ha fatta, e tanta, prima di giungere a livelli altissimi ed essere protagonista. Una lunga gavetta in giro per i campi polverosi di mezza Italia, un percorso d'apprendimento tortuoso, ma affrontato sempre con la massima umiltà e voglia di arrivare. Ora è cresciuto, ha catalizzato su di lui le luci della ribalta, esplodendo nella sua squadra di club. E' bello, lo è realmente, poter contare su di un attaccante di questo calibro anche in Nazionale. E poi, la grossa sintonia, l'ugual lunghezza d'onda con il commissario tecnico Ventura, lo mette nelle condizioni di lavorare al meglio, ed esprimersi sui suoi abituali, incliti livelli. Abbiamo un ragazzo, prima che un calciatore, su cui riporre le speranze di qualificazione ai Mondiali. Con un Gallo così, paurosamente in vena di armoniosi canti, la Spagna non deve spaventarci troppo.