Chi lo avrebbe mai detto? Il Chelsea dell’esordiente Antonio Conte è a dieci passi dalla conquista della Premier League, una Premier guidata e governata dall’assolutistico regime dei Blues. Lo storico record di 14 vittorie di fila in campionato - condiviso con l’Arsenal degli invincibili, che però ottennero il risultato a cavallo di due stagioni -, i successi plurimi e meritati sul campo, la fisionomia di una squadra che le ha giocate per vincerle tutte, e soprattutto la continuità spaventosa di rendimento mantenuta sin qui, sono indizi che indirizzano inevitabilmente i londinesi verso il successo finale.

Il recente trionfo, quello sullo Stoke, è stato probabilmente l’ultimo, nitido segnale che almeno per quest’anno, Guardiola, Mourinho e compagnia bella dovranno starsene solamente a guardare. Una vittoria che sicuramente l’Arsenal o il Manchester City di quest’anno non avrebbero mai messo a referto, una vittoria che richiedeva capacità di restare uniti, di attaccare e difendere insieme, di crederci insieme e soffrire insieme. Solo un gruppo plasmato, ovviamente con uomini dalla sopraffine qualità, ma sotto il segno della totale abnegazione e del sacrificio verso il compagno, poteva vincere sabato al Britannia Stadium - e, allargando il concetto, alzare infine il trofeo della Premier League.

È venuta meno la concorrenza, è vero, ma i meriti di questo solitario primo posto vanno tutti ai Blues: 36 punti su 39 raccolti a Stamford Bridge che finalmente torna ad essere un talismano; l’impatto di Antonio Conte, che ha rivitalizzato una squadra reduce da un decimo posto, e che ha riportato a galla i veri Pedro, Diego Costa e Hazard; la campagna acquisti a dir poco formidabile, caratterizzata dal ritorno di Moses e dagli acquisti - azzeccatissimi - di Marcos Alonso, David Luiz e N’Golo Kantè, che può diventare - e probabilmente diventerà - il primo giocatore nella storia a vincere la Premier League due volte consecutive con due squadre differenti. L’assenza dagli impegni europei ha pesato? Certamente, ma il Liverpool di Jurgen Klopp a parità di situazione dista 13 punti... senz’altro non è la discriminante di primaria rilevanza. 

Azpilicueta e Marcos Alonso abbracciano Diego Costa dopo il gol | Calciomercato.com

Comunque sia, a prescindere dal finale, questa stagione verrà ricordata da tutti i tifosi del Chelsea come quella della rinascita: oltre al vicinissimo ritorno di una vittoria in Premier League, è già compiuto quello che vedrà Antonio Conte e i suoi, l’anno prossimo, giocarsela contro le big europee in Champions League. Ma potrebbero non finire qui i successi per il Chelsea, dato l’impegno della semifinale di FA Cup (che si giocherà contro il Tottenham il 23 aprile a Stamford Bridge), raggiunto dopo aver sconfitto il Manchester United di Mourinho con un goal di Kantè. 

Sembrava già scontato l’esito finale del campionato qualche settimana fa, ma ora, con gli scontri diretti alle spalle (ad eccezione di quello col Manchester City), con le avversarie che si pestano ripetutamente i piedi da sole, e con una squadra così determinata e risoluta, che non si scompone mai fino al novantacinquesimo, è davvero difficile pensare ad un altro vincitore. Almeno per quest’anno.

Il ruggito di Antonio Conte, nella sua tana: Stamford Bridge | Lecce News 24