El Rey de Copas ha colpito un’altra volta. Lo ha fatto nella maniera più spietata possibile, contro gli avversari probabilmente più temuti e pericolosi: il Barcellona degli alieni. È arrivata la sconfitta europea più umiliante dell’era Luis Enrique, che è stata definita dalla nota rivista spagnola Marca come “la peggior sconfitta del XXI secolo”, per mano del Paris Saint-Germain, che negli ultimi 3 incontri di Champions League aveva sempre perso con gli andalusi. Risultato di 4 a 0, una gara mai cominciata e mai messa in discussione, nella quale i locali hanno perforato con una facilità ridicola la difesa blaugrana (Di Marìa, Draxler, ancora Di Marìa e Cavani).
La partita si gioca in un’atmosfera surreale: sin dalle prime battute i padroni di casa fanno girare la palla con una velocità paurosa, sfiorando più volte il gol con i cavalli di razza, e incredibilmente il Barcellona se ne sta lì, immobile, impotente, di fronte all’immensa forza propulsiva esercitata dalla giovane macchina PSG. Un film, ecco cos’è sembrato, una cruenta corrida nella quale il torero prima si prende gioco della povera bestia, per poi sopraffarla, umiliarla davanti a decine di migliaia di persone, che acclamano le gesta del toreador, adulanti dagli spalti.
Questo film, tanto bello quanto spietato, è stato girato con una cura certosina e sovrannaturale dei dettagli da parte del regista Unai Emery. Lo spagnolo è l’uomo che Al-Khelaifi cercava da tempo, quell’uomo che gli consentisse di poter fare il salto di qualità in Europa, quell’uomo che permettesse ad una squadra piena zeppa di talenti pagati a peso d’oro di competere alla pari con le rivali più temibili. Perché ormai è chiaro da tempo: il PSG mira non solo a dominare nella lega nazionale (già sotto l’egemonia rossoblu da qualche anno), ma anche e soprattutto a conquistare quel trofeo che a Parigi non hanno mai potuto abbracciare: la famigerata Champions League.
È per questo che Unai Emery siede sulla panchina del PSG, è questo il suo mandato: portare la Parigi calcistica sul tetto del mondo. E dietro ad un tale stratega del Gioco c’è un progetto giovane, una squadra affiatata, coesa, con un atletismo senza paragoni. È proprio una bella creatura, questo PSG, che si nutre delle geometrie di un genio naturale come Verratti, l’eleganza di un cavallo arabo come Rabiot, i polmoni di Matuidi, il talento di Draxler e Di Marìa.. e la potenza di Cavani.
Ed oggi, a farne le spese con tutte le probabilità del caso, sarà il Barcellona dei marziani che dovrà rimontare un passivo di 4 reti al Camp Nou, il prossimo 8 marzo. Un’impresa che al momento sembra essere al di fuori dell’immaginabile, anche per Messi e compagni.
Tirando dunque le somme, è attualmente il Paris Saint-Germain una delle massime candidate per la vittoria finale della Champions League 2016/2017? La risposta è sì, potrebbe essere l’anno giusto per Unai Emery e i suoi, che, dopo aver strappato il biglietto per i quarti di finale dopo soli 90 minuti contro la squadra probabilmente più temuta al mondo, hanno tutta l’intenzione di proseguire il cammino europeo. Un passo alla volta. E con una sicurezza in più alle spalle. Unai Emery, el Rey de Copas.