C'è tanta attesa intorno al match di Champions League tra Real Madrid e Napoli. Da una parte troviamo l'abitudine e l'esperienza nel disputare partite di questo livello, dall'altra l'entusiasmo e la voglia di esportare il bel calcio esposto in Italia anche fuori dai confini. Ronaldo e Benzema contro l'ex Callejon e il pimpante furetto belga Mertens, passando per i duelli a centrocampo e le strattonate difensive. Tutti presupposti per assistere a un match emozionante e ricco di spettacolo, con i due allenatori che si affronteranno per la prima volta nella loro storia. Maurizio Sarri e Zinedine Zidane, due tecnici diversi sotto ogni punto di vista. Partiamo con l'analizzare il percorso dell'allenatore partenopeo che è riuscito ad imporsi nella massima serie italiana dopo una lunga gavetta in categorie inferiori.
La sua filosofia di insegnare calcio è una delle più apprezzate in Italia e in Europa: difesa sempre attenta e allineata, centrocampo dinamico e qualitativo con un tridente che funziona a meraviglia anche senza un vero e proprio centravanti d'area di rigore. Pressing, inserimenti senza palla, e un portiere che gode di una visione di gioco straordinaria sia con i piedi che con le mani, una parte del corpo che ha mandato in porta numerose volte i suoi compagni. A Sarri non serve la giacca o il classico tablet per mettersi in mostra, ma a lui piace interpretare il calcio come un semplice sport, com'è giusto che sia. "Mi sembra strano che una persona che lavora sul campo venga criticata perchè vada in campo in tuta. Mi sembra molto più naturale andarci così che con un vestito. Poi se la società lo impone è un altro discorso, ma se questo deve incidere sulla scelta dell'allenatore mi pare strano. Se fossi una società, un allenatore lo sceglierei per quello che fa sul campo." Questa è la sua risposta riguardante il suo look. Un vero intenditore di calcio che può farci solamente riflettere sui veri valori di questo sport. Signore sia in campo che fuori, con una mentalità che rispecchia molto quella di Arrigo Sacchi. La sua squadra deve scendere in campo sempre con carisma e cattiveria, i giocatori nel loro tempo libero fanno quello che vogliono ma nel momento in cui c'è bisogno di allenarsi bisogna dare il 100%. I suoi marchi di fabbrica? Ancor più nobili. Caffè e sigaretta.
Ben diversa l'evoluzione di Zidane. Il francese, come ben sappiamo, è conosciuto in tutto il mondo per la sua straordinaria carriera da calciatore, coronata con la vittoria del Pallone d'oro nel 1998. Cannes, Bordeaux, Juventus e Real Madrid, questo il suo percorso. Siede sulla panchina dei Galacticos dal gennaio 2016 e ha già avuto modo di sollevare al cielo una Champions League, una Supercoppa Europea, e un Mondiale per club. Che dire, tutto servito e apparecchiato, basta solo "cliccare" il tasto avvia e il gioco è fatto. Il suo Real Madrid, nonostante l'elevato tasso tecnico a disposizione, non esprime un gioco collettivo e corale, ma si basa principalmente sulle giocate dei singoli. Il calcio di Sarri e quello di Zidane sono molti diversi: gli spagnoli soffrono in difesa, principalmente sugli esterni, un pecca sulla quale il tridente partenopeo lavorerà maggiormente.
Nell'ultima sfida contro l'Osasuna, il Real per 55 minuti ha giocato con la difesa a tre, con Danilo e Marcelo esterni. Zidane ha provato a consolidare l'argine difensivo. Non farà nuovamente questo esperimento perché Danilo si è infortunato. Si torna alla classica difesa a 4 che ha consentito al Real Madrid di macinare gioco e vincere. Quando si parla dei Blancos non è opportuno parlare di schemi e moduli perchè c'è troppa qualità per perdersi in questioni legate all'estetica del gioco. La storia parla chiaro: campioni, leggende, bandiere che hanno trascinato il club ai vertici del calcio mondiale pur non giocando un grande calcio. Da quelle parti conta la giocata del singolo, ed è questa la differenza più grande con il Napoli. Da una parte un calcio collettivo, orchestrato da un semplice uomo che si sta mettendo in mostra, dall'altra le straordinarie individualità dei vari Ronaldo e Modric, guidate da una figura del calcio mondiale come Zidane.