L'avventura di Alvaro Morata alla Juventus è stata per forza di cose condizionata dalla clausola di riacquisto che il Real Madrid ha avuto nei suoi confronti per tutta la durata della sua avventura italiana. Una formula inusuale in Italia e più frequente in Spagna che alla fine ha riportato l'attaccante al Santiago Bernabeu, nonostante la sua volontà non fosse così fermamente orientata verso i Blancos.

In un'intervista concessa al Corriere dello Sport Morata è tornato sull'argomento, raccontando qualche aneddoto: "Gli infortuni e i periodi “no” fanno parte del calcio, se devo dire la verità, e questo non l'ho mai detto prima, ho sofferto di più per il fatto di non essere al 100% di proprietà della squadra, ero condizionato dall'opzione di “recompra” e questo mi ha un po' limitato. Perché in certe partite il club, giustamente, puntava su giocatori di proprietà perché sapeva che in estate, come poi è successo, mi potevano perdere. Forse se fossi stato al 100% della Juventus le cose sarebbero andate diversamente. Io non sono italiano, ma ho dato tutto per la maglia bianconera ed ero disposto a rimanere lì molti anni, la Juventus lo sapeva, l'unico problema era la chiamata del Madrid che era il mio sogno fin da piccolo. Senza “recompra” avrebbero dovuto cacciarmi per farmi andare via da Torino."

Si parla anche della possibilità di puntare di più su un nucleo spagnolo per il Real Madrid: "È vero, ma oggi si stanno rendendo conto che ci sono buoni spagnoli, basta vedere in difesa l'esempio di Nacho. È vero però che io darei un po' più di peso agli spagnoli nel Real, come nella Juventus ci devono essere 6-7 italiani per fare gruppo, perché conoscono il campionato e la storia del club, è normale." Infine Morata prova a dare qualche giudizio sulla Serie A in corso: "Chi si qualificherà per la Champions? Credo la Roma e il Napoli, e poi c'è l'Inter che ultimamente è cresciuta. Poi ci sono la Lazio e il Milan che se la gioca sempre. Donnarumma il nuovo Buffon? Non lo so, perché Buffon è della Juventus, ma sicuramente il futuro portiere della nazionale italiana è lui. Perché uno può essere bravo a 17 anni, ma Donnarumma gestisce la pressione come se ne avesse 27."