E' risaputo da tutti che l'ex commissario tecnico del Cile, ed oggi allenatore del Siviglia, straveda per Leo Messi, giudicandolo il miglior calciatore attualmente in attività. Una predilezione nei confronti del suo connazionale, preferito ad un altro asso, il portoghese Cristiano Ronaldo, prossimo avversario del Siviglia negli ottavi di Copa del Rey.
Proprio a poche ore da questo match, l'attuale CT del Siviglia Jorge Sampaoli ha ribadito il suo pensiero: "Cristiano è un giocatore grandioso, soprattutto dalla trequarti in su. Un calciatore decisivo, determinante. Il suo unico problema è che il suo momento migliore è coinciso con la presenza di Messi, che è il miglior giocatore della storia, o quasi. Se sogno ancora di allenare Leo? Sì, è sempre un mio desiderio. Non ho mai nascosto la mia ambizione di allenare un giorno l'Argentina e questo anche per poter lavorare con lui a stretto contatto. Finora però non è mai accaduto, quindi resta un'illusione che non dipende solo da me".
Questa estate è stato molto vicino ad allenare l'Albiceleste, e dunque anche la Pulce, ma è stato proprio un suo "no" a far saltare il tutto: "Non è stato semplice rifiutare, ma sono rimasto fedele all'impegno preso con il Siviglia. Se resterò? Non lo so, non si sa mai. Qui sto bene, ho un grande rapporto con il direttore sportivo Monchi. Sono entusiasta del lavoro che è stato fatto finora. I nostri tifosi possono andare allo stadio orgogliosi di poter vedere una squadra che tenta sempre di giocare a calcio, senza paura".
Le piacerebbe allenare il Barcellona, se l'attuale tecnico blaugrana Luis Enrique dovesse abbandonare l'incarico a fine stagione? "Piacerebbe a tutti, me compreso ovviamente. So di essere stato accostato alla panchina del Barca, ma sono solo voci. Luis Enrique è un vincente, rispettato e amato dai tifosi catalani. Se andrà via, ci sarà una lista infinita di candidati. Io penso al Siviglia e a fare in modo che il mio stile venga rispettato dal calcio spagnolo, per consolidarmi così in Europa, dove ci sono i migliori giocatori".
Il suo modo di fare calcio, all'inizio un pò "chiacchierato" e definito troppo offensivo, ora sta dando i frutti sperati: "Non ero preoccupato quando dicevano che il mio era un calcio kamikaze o suicida. Rispetto ad allora abbiamo una migliore lettura del gioco, sappiamo meglio dove trovare uomini liberi. E con l'arrivo di Juan Manuel Lillo abbiamo migliorato il nostro gioco: la sua conoscenza, più la nostra idea di attacco hanno creato un importante punto di forza. E non siamo ancora al nostro massimo: stiamo lavorando per crescere ancora ed essere competitivi per la fase finale della stagione".
Quali sono ad oggi gli obiettivi del suo Siviglia, siete in grado di lottare per il titolo e dunque inserirvi tra superpotenze del calibro di Barcellona e Real Madrid? In più avete il dolce impegno della Champions League: "Difficile che entrambe sbaglino la stagione insieme. E allo stesso tempo non è semplice per il Siviglia restare in corsa in tre competizioni con la rosa che abbiamo. Se firmerei per quarti di finale di Champions League e terzo posto in Liga? Non lo so, arrivare a quel punto in Coppa sarebbe un sogno, nelle migliori otto d'Europa, così come chiudere il campionato in quella posizione sarebbe buono. Vediamo. La seconda parte di stagione sarà molto più complicata della prima".
In chiusura, una considerazione sul tour de force che vi vede opposti per tre volte in 11 giorni alle merengues. Prima l'andata degli ottavi di Copa del Rey, il secondo impegno al Sanchez Pizjuan il 12 Gennaio nella gara di ritorno, e per concludere il micidiale trittico, il match di Liga tre giorni dopo sempre in Andalusìa: "È stato un duro colpo, avrei preferito certamente evitare. Non perdono da molto tempo, vanno avanti con grande regolarità. Saranno tre partite molto dispendiose sia dal punto di vista mentale che fisico. La nostra idea è di attaccare il Real: se gli consentiamo di stare nella nostra metà campo, con i loro attaccanti possiamo andare in sofferenza. L'obiettivo è tenere alta la pressione e il possesso palla. Guardando il passato si capisce quanto sia difficile qualificarci, ma è una possibilità e ci proveremo".