L'Hapoel Beer Sheva compie il miracolo e - grazie alla marcatura di Buzaglo - strappa il pass per i sedicesimi. Una difesa pressochè invalicabile spegne ogni velleità proposta dalla squadra di Puel. Dopo l'Inter, si arrende anche il Southampton
CRONACA
Primo tempo
Scharire la voce ed intonare "Oh when the Saints go marching in", questo l'obiettivo dei sostenitori accorsi al St. Mary's Stadium. Esprimere un calcio propositivo ed accattivante, questo l'obiettivo dei 22 giocatori in campo. La mentalità Saints fa subito breccia nel cuore della gara; funziona divinamente la catena di montaggio mancina diretta da Bertrand e Redmond; tanti gli spunti ma poche le opportunità per colpire. Al 3' - allora - ci pensa Austin ad accendere la gara; stacco imperioso sugli sviluppi di un calcio d'angolo, para basso Goresh. Si viaggia a ritmi alti, entrambe le squadre non disdegnano strappi e fraseggi veloci. Il freccia rossa Nwakaeme tenta di sorprendere con una rasoiata l'attento Forster; dall'altra parte Goresh disinnesca il cross di Romeu all'indirizzo di Austin. Crescono di minuto in minuto i Saint, accompagnati dal solito Redmond e dalle traiettorie disegnate da Romeu. Eppure, l'occasione migliore capita sul destro di Buzaglo. Al 20', controlla la sfera appena dentro l'area di rigore, scalda e sprigiona violentemente il destro che si impenna e termina alto. Molto importante il lavoro profuso da Austin, boa quando necessario ed agile serpente in ripartenza. Ciò permette al Soton di aprire il campo a piacimento per tentare di mettere alle corde un Hapoel sempre attento e diligente. Visti gli spazi intasati, Redmond tenta la soluzione dalla distanza. Al 36', arma il destro e dipinge una fantastica traiettoria a girare, deragliata da Goresh. Arriva il primo cambio forzato per Puel; fuori Austin - infortunatosi a seguiro di un duello aereo - e dentro Long. Gli ultimi minuti sono condizionati da due gialli - Ogu e Long - e da una punizione telefonata del solito Redmond.
Secondo tempo
Due giri di lancette e Bertrand si becca il giallo, pestone pericoloso sul malcapitato Buzaglo. Lancia il guanto di sfida Sahar - girata pericolosa, si immola Yoshida - lo raccoglie Long; brucia Tzedek, conclude ma non trova la porta per centimetri. Arriva il primo scaglione di cambi: Ghadir rileva Hoban nell'Hapoel; Sims lascia il posto a Tadic. Ed è proprio il foletto con il numero 11 inciso sulla maglia a creare scompiglio al 63' : solito - delizioso - tocco di palla, occhiata alla porta e conclusione con il giusto effetto rimpallata da Tzedek. Attacca a pieni polmoni la compagine inglese; corsa, dedizione e ripetuti cross che spiovono in area. Al 69', Van Dijk - da corner - accarezza la gloria. Tempo perfetto d'inserimento, stacca indisturbato ma apre troppo il compasso. Occasione buttata alle ortiche. Egemonia Saints nella gara, Tadic e Redmond fanno il bello e cattivo tempo ma la roccaforte eretta dall'Hapoel continua a non mostrare crepe. Ma al 78', doccia gelata. Staziona a centrocampo la sfera, la raccoglie Buzaglo che fa partire una rasoiata che buca Forster; atmosfera tombale al St.Mary's. Il Soton riversa anima e cuore in avanti, attacca con tutti i propri effettivi ma non riesce a trovare il bandolo della matassa in grado di accendere un lumicino di speranza. La via del gol finalmente arriva; la trova Van Dijk con una precisa inzuccata. La senzazione - però - è esatta. Il gol arriva tardi, Southampton - incredibilmente - rispedito a casa