90 minuti per capovolgere il recente passato. A San Juan, dentro o fuori, in una notte da cuori forti. Bauza siede sulla panchina dell'Argentina, ma sente insorgere il fuoco nemico. Non vince, l'Albiceleste, dal primo settembre. Due pari e due sconfitte, l'ultima, rotonda, con il Brasile ad acuire lo stato di crisi. Tre reti al passivo nel clasico del calcio sudamericano, una lezione inattesa, per proporzioni e valore assoluto delle due squadre. Il nuovo ciclo dell'Argentina non decolla, la nazionale, pur ricca di estro e talento, non riesce a produrre calcio e spettacolo. 16 punti in 11 giornate, poco o nulla se porti una maglia sinonimo di gloria. Classifica corta - eccezion fatta per Brasile e Uruguay, in controllo del raggruppamento - ma il baratro è a un passo, il rischio di salutare la rassegna iridata in netto anticipo tangibile.
La chiamata alle armi arriva da più fronti, Bauza si mostra convinto, sicuro di fronte alla stampa, ma conosce il valore della partita. Il calendario non aiuta l'Argentina, la Colombia di Pekerman è squadra di prima fascia, pronta ad infilarsi negli interrogativi che percuotono l'Albiceleste. Due punti dividono le due nazionali, due punti separano Messi e compagni dalla terza piazza, un'oasi di momentanea tranquillità.
Qualche naturale aggiustamento, nell'Argentina, per favorire un miglior sviluppo di gioco. Paga Higuain, mentre da ogni parte risuona il nome di Icardi, fuori dal progetto Bauza fino a questo punto. Dybala è ai box per un problema fisico, Pratto è il riferimento offensivo. 4-2-3-1, con Banega che torna a ondeggiare sulla trequarti, prezioso supporto per gli uomini di attacco. Ai lati dell'ex Siviglia, Di Maria e Messi. Qualche fastidio fisico nell'avvicinamento alla partita, ma la Pulce non è in dubbio. Deve, necessariamente, essere anche la sua partita, per spegnere quel fastidioso brusio che accompagna ogni uscita con la rappresentativa nazionale. Rendimento alterno lontano dal prato amico del Camp Nou. La cerniera centrale resta la consueta, con Biglia a dettare i tempi e Mascherano a proteggere la linea di difesa. Davanti a Romero, la coppia Funes Mori - Otamendi, con Mas e Mercado laterali bassi.
L'argenteria in panchina è di assoluto valore. Con Higuain, Aguero, Lavezzi, Perez, fuoriclasse in cerca di gloria e popolarità.
Pekerman risponde con un 4-3-3 che ha la sua forza nella batteria di esterni. James Rodriguez - in ombra nel Madrid galattico - è nella Colombia luce di qualità. L'asso Real si posiziona sull'esterno di sinistra, con Cuadrado sul lato opposto. Il canovaccio tattico è chiaro, la Colombia punta sulla tecnica del primo e sulla velocità del secondo per aprire voragini nella modesta difesa di Bauza. Guida l'attacco Falcao - di nuovo in condizione - con Borja e Bacca a disposizione del tecnico.
Nel centrocampo a tre, C.Sanchez è il perno centrale, con Aguilar e D.Torres mezzali. Qualche preoccupazione dietro, date le assenze di Mina e dello squalificato O.Murillo. Occasione per J.Murillo, fuori nella precedente apparizione della Colombia. Al suo fianco D.Sanchez, Diaz e Arias i terzini. Tra i pali, ovviamente, Ospina.
Fischio d'inizio alle 00.30 (ora italiana), dirige Zambrano Olmedo (Ecu).