Si dice che in Brasile un bambino veda prima la palla e poi la madre che lo ha messo al mondo. Forse sarà solo una delle tante leggende metropolitane del paese dell'allegria, ma quel che è certo è che una cosa del genere debba essere successa a Mogi Das Cruzes il 5 Febbraio 1992 quando la giovane Nadine mise al mondo suo figlio: Neymar Jr Da Silva Santos. Il figlio di tutto il Brasile del terzo millennio.
Lo abbiamo ammirato palla al piede attraverso mille costumi diversi: biondo, moro, barbuto, moicano ed anche rasato ma ciò che non si può nascondere (che a qualcuno piaccia o meno) è che siamo di fronte ad un autentico fuoriclasse che non ha nulla da invidiare ai grandi campioni del passato verdeoro. L'altro ieri, nella partita più sentita di tutto il Sudamerica, un'altra prestazione shock a tal punto da far passare inosservato Messi, il suo grande amico. Anzi la sua musa ispiratrice. Nessuno è riuscito a contare i dribbling, le giocate e le innumerevoli accelerazioni che hanno mandato in corto circuito la difesa Albiceleste, già in confusione di suo. Prestazione eccellente si, ma ciò che balza all'occhio sono i gol: 50 in appena 74 presenze.
Analizzando statisticamente il rendimento del fuoriclasse del Barcellona lo troviamo al quarto posto della classifica dei marcatori di tutti i tempi del Brasile: solo Pelè (77), Ronaldo (62) e Romario (55) davanti a lui. Anche come media O'Ney non scherza: 0,64 gol a partita contro i 0,78 di Romario e i 0,84 di Pelè, mentre Ronaldo è più staccato. Il tutto a 24 anni, mostruoso. Forse Neymar non riuscirà mai ad essere un qualcosa di mitologico come Pelè ma, se le premesse (se servono ancora) sono queste, il Brasile può ben sperare per il Mondiale 2018 e oltre.
L'ennesimo show del figlio di una Nazione che vuole ripartire nonostante i problemi e si sa che basta veder rotolare un pallone per far felice un Brasiliano. Poi ci pensa sempre lui: O'Ney, il Brasile ai suoi piedi.