Che cosa può succedere quando una squadra in crisi di risultati, alla ricerca di una ribalta soprattutto psicologica, incontra la più acerrima nemica nel miglior momento degli ultimi anni? Bisogna semplicemente attendere le 0.45 italiane di questa notte per ottenere la risposta. Al Mineirao di Belo Horizonte il Brasile ospita l'Argentina per una sfida che significa ben più di tre punti, ben più di una qualificazione al prossimo Mondiale di Russia 2018, ben più anche dell'orgoglio in gioco. Potrebbe infatti valere il futuro prossimo delle due nazionali, nel bene e nel male.

La classifica del girone rende un'idea decisamente più chiara. I verdeoro sono riusciti ad ingranare con Tite in panchina, grazie a quattro vittorie in quattro gare e soprattutto una ritrovata fiducia che con Dunga sembrava persa. Un assetto più chiaro e ordinato, scelte dettate sì dal talento, ma anche dalla necessità di stare in campo con un qual certo ordine; la ricetta per il cocktail è stata ben presto indovinata dal CT, e i risultati (12 gol segnati e 1 subito) lo stanno a testimoniare.

L'Albiceleste naviga invece in cattive acque e l'impatto di Bauza è stato esattamente l'opposto di quanto fosse lecito attendersi. Cinque punti in quattro gare, tre di esse decisamente abbordabili. Paradossale come la vittoria sia arrivata nel match più difficile, quello contro l'Uruguay. La débacle contro il Paraguay ha messo in luce una serie di problemi da risolvere nel minor tempo possibile, e una sconfitta questa notte potrebbe equivalere a un crollo definitivo verso il basso.

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Rispetto all'ultima sfida, El Patòn cambia addirittura sette uomini, a partire dai quattro in difesa davanti a Romero: torneranno i titolari (assente Rojo per squalifica), con Zabaleta e Mas sulle fasce e Otamendi affiancato da Funes Mori. In mezzo, insieme a Mascherano, trova spazio il rientrante Biglia, mentre sulle corsie agiranno Di Maria e la novità Enzo Perez. Ritorna anche Messi sulla scena dopo l'infortunio, al suo fianco agirà Higuain.

Tite risponderà invece con un 4-3-3, senza rivoluzioni. Importante il rientro di Marcelo sull'esterno sinistro di difesa, con Dani Alves a destra i due centrali Marquinhos e Miranda davanti ad Alisson. In mediana Fernandinho sarà il perno centrale, con Renato Augusto al suo fianco e uno tra Giuliano e Paulinho, con il secondo favorito, dall'altra parte. Davanti ritorna Neymar insieme a Gabriel Jesus e a Coutinho.

I due tecnici, nonostante i diversissimi momenti che stanno vivendo, hanno un'importante opinione comune, una prima indicazione tattica: "non si possono fermare" è la loro risposta alla domanda 'come contenere Messi e Neymar'. Un segno di mutuale rispetto, come quello che si potrebbe manifestare in campo, con due squadre corte e che cercheranno di non sbilanciarsi mai eccessivamente. L'Argentina avrebbe maggior bisogno di punti, ma è dal lontano 2005 che in Brasile non ne raccoglie (quel giorno finì 1-3), dunque nemmeno la tradizione, per quanto possa contare, sorride alla Seleccion.

"Siamo soli contro il mondo", ha detto Bauza ieri in conferenza stampa. E mentre impazza il caso Lavezzi ("è con noi ma non gioca"), il tecnico ha anche ufficializzato la formazione, spiegando anche la scelta di Perez: "Può sostenere il ritmo oltre che dare apporto fisico". "Non dormo tranquillo, sono fatto così. Se mi vedrete rilassato, non sarò io. Sarei ipocrita a dire che questa è una semplice partita", ha invece dichiarato Tite. Poi ha aggiunto: "Queste partite non si giocano per il pareggio". E in fondo ci possiamo scommettere.