Carlo Ancelotti - nel corso della trasmissione Tiki Taka, in onda su Italia 1 - si sofferma sul momento della Juventus e sull'operato di Max Allegri. Il tecnico del Bayern - alla prima esperienza in Bundesliga, al comando del campionato insieme al Lipsia e alle spalle dell'Atletico nel girone di Champions - difende a spada tratta il collega. La Juventus ha vantaggio nella massima serie italiana ed è, per Ancelotti, da corsa in Europa.
Qualche battuta anche per Coman, punto di contatto tra Bayern e Juve. Il giovane talento francese è in crescita, dopo un avvio difficile.
“C’è un eccesso di critica nei confronti di Allegri, ma è una cosa generalizzata visto che sento che viene criticato anche Higuain se non segna almeno un gol a partita. Non credo che le critiche siano dovute al gioco finora espresso dalla squadra bianconera. La Juventus è fra le sette squadre che possono vincere la Champions League e al momento non vedo una favorita per il titolo. Coman? Ha iniziato la stagione un po’ così, ma nelle ultime due gare ha fatto molto bene pur non partendo da titolare”.
Ancelotti analizza poi lo stato del calcio italiano. Il problema non risiede nella qualità dei singoli, il livello è di primo piano, a far la differenza è il contorno. Il fattore extra-campo crea il disavanzo tra la Serie A e i principali campionati europei. Torna quindi d'attualità la questione stadi, con l'impietoso confronto tra la realtà tedesca - bavarese in questo caso - e quella del bel paese.
“Il calcio italiano? A livello tecnico non è mai stato male, è molto apprezzato e i talenti vengono sfornati. Io punterei l’attenzione sugli stadi vecchi e mezzi vuoti, mentre le altre Nazioni sono andate avanti. Per esempio in Germania c’è una media di 42mila spettatori con noi e il Borussia Dortmund che arriviamo anche a 70mila. Fa effetto vedere un Olimpico mezzo vuoto, ma non è colpa delle televisioni perché quelle ci sono ovunque. La gente vuole andare in stadi comodi, dove si può mangiare e stare con la famiglia, dove non c’è violenza. E in Italia questo non c’è ancora”.
Ancelotti sottolinea poi la crescita professionale dei calciatori. L'impatto mediatico oggi è elevatissimo, occorre ponderare con cura ogni mossa, anche oltre il rettangolo di gioco. Un'oculata gestione dell'immagine è determinante. Infine, un ricordo, da Zidane - emozione in movimento - a Seedorf, personalità straripante.
“La differenza fra i giocatori di oggi e di ieri? In questo momento a livello professionale i giocatori sono molto più seri rispetto a quando giocavo io. Devono gestire non solo le prestazioni sul campo, ma anche fuori. Zidane è il giocatore che più mi ha emozionato in allenamento perché faceva cose che non ho visto fare a nessuno e credo che in partita potesse fare di più, soprattutto in fase di finalizzazione. Il giocatore più difficile da gestire e che chiedeva maggiori spiegazioni sulle mie scelte è stato Seedorf”.
Chiosa finale per Conte. Il Chelsea è oggi la squadra più in forma della Premier, grazie al lavoro certosino dell'ex CT. Difesa a tre, alto impatto fisico, concentrazione, principi definiti. La rinascita in blu ha un nome e un cognome e Ancelotti non può che riconoscere i meriti di Conte. A favorire la crescita del gruppo, l'assenza di impegni infrasettimanali. Si lavora con costanza ogni giorno, sul campo, differenza sostanziale rispetto a chi deve onorare Europa League o Champions.
“Conte? Da quando ha cambiato ed è entrato nel suo sistema preferito sta facendo alla grande e ha ribaltato certi pronostici iniziali. In Europa stanno facendo bene le squadre che non hanno impegni nelle coppe in questo periodo, le grandi non hanno espresso il proprio potenziale perché ci sono davvero tantissimi impegni da calendario”.