Guardiola contro Barcellona, atto IV. Dopo aver subito 7 reti in due partite al Camp Nou alla guida di Bayern Monaco prima e Manchester City poi, Pep conquista la seconda vittoria contro la sua ex squadra, ma questa volta il peso specifico del successo è notevolmente superiore. In occasione della prima vittoria nella semifinale di ritorno della Champions’ League 2014-15 all’Allianz Arena, il 3-2 finale in favore dei bavaresi si era rivelato inutile ai fini della qualificazione alla finale di Berlino in virtù del 3-0 subito a Barcellona.
Il 3-1 dell’Etihad Stadium invece consente ai Citizens di fare un bel balzo in avanti nel girone C, a +3 dal terzo posto occupato dal Borussia Monchengladbach e a -2 dalla vetta di proprietà del Barça. Il match di martedì sera è stato a due facce: il primo tempo un dominio blaugrana, il secondo completamente di marca Sky Blue.
La partita
Guardiola abbandona la difesa a 3 con cui aveva affrontato le ultime tre sfide di Premier e ritorna al 4-1-4-1, con il recupero di Zabaleta nel ruolo di terzino destro, Kolarov viene spostato nel suo ruolo naturale di esterno basso di sinistra, conferma al centro per la coppia Otamendi-Stones. A centrocampo Fernandinho fa da diga davanti alla difesa, supportato da David Silva, che corre a tutto campo come al solito, e da Gundogan in fase di non possesso. Davanti Sterling e De Bruyne agiscono da ali a sostegno di Sergio Aguero, di nuovo titolare in Champions dopo l’esclusione clamorosa dell’andata. In porta Willy Caballero prende il posto dello squalificato Claudio Bravo.
Luis Enrique deve fare a meno degli infortunati eccellenti Jordi Alba, Piquè e Iniesta, nel consueto 4-3-3 Mascherano torna nel ruolo di difensore centrale al fianco di Umtiti, Digne prende il posto di terzino sinistro, con Sergi Roberto a destra. Insieme a Rakitic e Busquets a centrocampo gioca Andrè Gomes, mentre davanti intoccabile la MSN.
Al decimo minuto svista dell’arbitro Kassai che ammonisce per simulazione Sterling dopo un contatto in area di rigore con Umtiti, ma il contatto era evidente. Da qui in poi è un monologo catalano che si concretizza al 21’ con la rete del vantaggio: contropiede da manuale orchestrato da Messi che riconquista palla al limite della sua area, lancia Neymar che sfrutta una mancata chiusura di Gundogan e si invola verso la porta, aspetta l’inserimento della Pulga che controlla con l’esterno e batte Caballero con il piatto sinistro.
Il City accusa il colpo e non riesce a reagire in nessun modo, ma il Barcellona grazia più volte i padroni di casa, soprattutto con Neymar e Suarez, a cui manca il killer instinct sottoporta. È emblematico il dato del possesso di palla nel quarto d’ora successivo al goal: 71% in favore dei blaugrana. Proprio al tramonto del primo tempo il giro palla insistito della retroguardia ospite nella sua trequarti difensiva permette ad Aguero di sfruttare l’errore di Sergi Roberto, servire Sterling che a sua volta fornisce un assist perfetto a Gundogan che deve solo spingere in rete l’1-1.
Nel secondo tempo il City preme sull’acceleratore fin da subito, con il Barça che si fa sorprendere. Dopo l’occasione sciupata da Sterling che controlla male un perfetto filtrante di Aguero, al 51’ De Bruyne capitalizza un calcio di punizione dai 20 metri e porta avanti i suoi. Pressing ultraoffensivo applicato ora dai Citizens che cercano di azzannare il match vedendo e capendo che il Barcellona è in grossa difficoltà. Rischia di rovinare tutto Stones al 65’ quando recupera di forza un pallone nella metà campo avversaria, ma sbaglia completamente il retropassaggio lanciando involontariamente Suarez, il quale salta Otamendi ed offre ad Andre Gomes la battuta dal limite, con il mancino del portoghese che si infrange sulla traversa. La squadra di Guardiola capisce che deve chiudere i conti per non rischiare la beffa ed al 74’ ancora Gundogan serve il tris. Per il tedesco è la seconda doppietta in 4 giorni tra campionato e Champions. Nel finale timidi tentativi del Barça di accorciare le distanze ma non accade più nulla.
Il commento
Per il City 3 punti assolutamente meritati per la forza di volontà messa in campo con l’obiettivo di riscattare la batosta dell’andata. Dopo un primo tempo in cui hanno sofferto il palleggio ospite, gli uomini di Guardiola hanno saputo prendere in mano il match già nel finale di prima frazione, sfruttando l’errore di Sergi Roberto e cannibalizzando gli avversari nei secondi 45 minuti. Aguero ha reagito da grande campione dopo le polemiche dei giorni scorsi ed ha giocato una partita di grande sacrificio ed altruismo, con una prestazione al servizio dei compagni dal primo all’ultimo minuto.
La copertina però se la prende Ilkay Gundogan. Dopo i gravi problemi fisici che hanno caratterizzato la carriera del centrocampista tedesco finora, facendogli saltare anche il Mondiale 2014 vinto dalla sua selezione ed anche l’Europeo scorso in Francia, l’ex Borussia Dortmund sembra finalmente aver trovato la continuità di cui ha bisogno. Nello schieramento di Guardiola non è relegato solamente a compiti di impostazione, ma può svariare anche sul fronte offensivo.
A testimonianza di ciò ci sono i numeri che parlano di 5 reti in 10 presenze con la maglia Sky Blue, fornendo anche 2 assist tra campionato e Champions League, mentre nelle stagioni trascorse nella Ruhr, seppur travagliate per via degli infortuni, 15 reti e 21 assist in 157 presenze totali, da cui si evince la mansione principale di regista. Superato il problema alla rotula che ha costretto Gundogan a saltare le prime 4 giornate di Premier ed i preliminari di Champions League, Guardiola non ha più saputo fare a meno di lui, schierandolo sempre titolare ad eccezione della sconfitta di White Hart Lane del 2 ottobre, unica caduta dei Citizens nel campionato nazionale. La prima presenza arriva il 14 settembre contro il ‘Gladbach in cui conquista un rigore nel 4-0 finale. La prima rete arriva 3 giorni più tardi all’Etihad contro il Bournemouth, al debutto in Premier League, e negli ultimi 4 giorni ha trovato 2 doppiette: con il WBA e con il Barcellona, la prima in Champions’ League.
Per il Barça senza dubbio da registrare l’atteggiamento dopo il goal del vantaggio di Messi, troppa sufficienza in attacco, ma soprattutto inaccettabile la mancata reazione all’aggressività del Man City della ripresa per una squadra di questo livello. A parziale giustificazione ci sono le assenze in difesa di Piquè e Jordi Alba, quest’ultimo ben sostituito da Digne, ed Iniesta a centrocampo, il quale è assolutamente fondamentale nella costruzione della manovra ed il match di ieri ha evidenziato che Andrè Gomes per ora non è pronto a prenderne il posto ad alti livelli, ammesso che ci sia qualcuno che possa farlo.