Sfida di stili. Di modi di vedere ed interpretare il calcio, così come la vita. Il tutto senza dimenticare però il rispetto nei confronti del rivale. Da una parte lo spregiudicato e sfrontato Jurgen Klopp, con il suo scoppiettante - ma talvolta uterino - Liverpool. Dall'altra il tattico ed ermetico Josè Mourinho, accorto nelle dichiarazioni così come in campo, alle prese con una partenza non esaltante del suo Manchester United. E' tempo di sfida, nel catino accanto al fiume Mersey. La Cop già freme all'idea di battere il portoghese, così come spera di vedere sconfitti Ibra e compagni.

Alla vigilia del match poche le schermaglie verbali tra i due allenatori, che hanno così presentato la gara di domani. "Quella con lo United è una gara con grande interesse e non sarà mai, mai, una partita normale. Ogni grande storia viene scritta sul campo e vogliamo fare altrettanto. E' il tipo di battaglie che ci piace giocare, in questa atmosfera" ha esordito il tedesco, prima di volgere lo sguardo agli spauracchi che vestono la maglia avversaria. "Ibrahimovic e Pogba sono due giocatori migliori e quando li hai non sei certo peggiore dello scorso anno. Lo United è davvero forte con loro, non gli servono prestazioni di livello mondiale per vincere una gara. Possono segnare e conquistare i tre punti anche in un giorno di pioggia".

Tuttavia chi sembra avere il coltello dalla parte del manico, e maggiore consapevolezza del proprio essere, è proprio la squadra di Klopp, che però respinge così le domande riguardo la conquista della Premier League e guarda maggiormente al tipo di gara che attende i suoi: "Abbiamo sedici punti e con sedici punti non vinci la Premier. Sarà una partita intensa, loro hanno grande qualità ma li sfideremo ad Anfield e dobbiamo mostrargli cosa voglia dire vestire qui questa maglia".

Josè Mourinho in conferenza stampa prima di una gara di Europa League - Foto Reuters / Jason Cairnduff
Josè Mourinho in conferenza stampa prima di una gara di Europa League - Foto Reuters / Jason Cairnduff

Dal tedesco al portoghese, sempre vistosamente abbottonato nel suo savoir faire: "Sono in Inghilterra da tanto, non ho mai giocato questa gara in particolare ma ho sfidato spesso sia il Liverpool che lo United. Capisco la dimensione dei club e la rivalità. Però per me la stagione non è questa gara o quella di ritorno". L'ermetismo dello Special One termina quando c'è da mettere pressione sugli avversari: "Loro sono una buona squadra, certo. Liverpool per il titolo? Chiedetelo a loro". Un inevitabile passaggio anche riguardo quella che sarà l'atmosfera allo stadio: "E' sempre bello giocare ad Anfield: ci ho vinto spesso grandi gare, ne ho perse altrettante. E' bello per l'atmosfera e sarà ancora più bello per questa rivalità che è come Milan-Inter, Madrid-Barcellona, forse Porto-Benfica".

Infine, una battuta in pieno stile Mourinho per quel che concerne la pausa per le Nazionali: "A me piace che i miei giocatori accettano la chiamata con la propria Nazionale. Non sono come gli altri allenatori che a volte provano a stoppare la loro convocazioni per evitare infortuni o altro. Sono davvero orgoglioso che i miei giocatori possano prendere parte ad una partita con la loro Nazionale".