Ci sono diversi modi di vedere una partita, diverse angolature e molteplici punti di vista da cui attingere. Eppure la gara di qualche giorno fa - passata al microscopio - sembra aver poche sfaccettature ed un fine monotono. Il lavoro part-time di Southgate sulla rovente panchina d'oltreoceano dell'Inghilterra non ha portato nessun upgrade nel gioco ed ha rimarcato i soliti problemi tattici e di costruzione patiti nel corso degli ultimi tempi. I giovani - rimescolati insieme in un'accozzaglia di talento - non si trovano e non pungono a dovere ed il problema non si chiama certamente Wayne Rooney, lasciato in panchina per scelta tecnica . La nota lieta - però - arriva da Torino; la Mole Antonelliana ha fatto rifiorire Joe Hart e la nazionale si gode il portierone. Il N°1 ha impreziosito la serata slovena con dei brillanti costosi, il popolo lo ha prontemente perdonato e già lo rimpiange.
L'ANALISI, COSA NON VA.
Il pacchetto arretrato
"La difesa è il miglior attacco" recitano - senza dubbio alcuno - molti allenatori ed esperti di calcio. Fatto sta che questa mentalità pare non essere di moda in Inghilterra o meglio, i moschettieri a protezione di Hart non la recepiscono. I quattro difensori più i due mediani hanno offerto una prova opaca - a tratti disastrosa - in quel di Ljubljana. Il fantasma di Roy Hogdson ha accarezzato il terreno di gioco, ancora una volta. La scarsa capacità - ormai nota - di Cahill e Stones in fatto d'impostazione, ha portato uno squilibrio tattico non da poco in fase di possesso. Mentre Henderson guidava in retromarcia con l'obiettivo di sbloccare varchi interni ed attirare uomini, i terzini Rose e Walker venivano presi in consegna da Ilicic, Birsa o chi per loro. In contrapposizione, Dier lavorava troppo a ridosso della linea difensiva mentre Alli affiancava Sterling in avanti. Ciò ha portato ad un vuoto cosmico tra la difesa e l'attacco agevolando il compito dei padroni dei casa. Il terzetto formato da Verbic, Kurtic e Khrin ha riempito prontamente le parti disabitate del terreno di gioco come un ape riempe le celle di miele e polline. Inoltre il 26enne ex Bologna si è posizionato sulla verticale della sfera, bloccando sul nascere diverse azioni. E come scordarsi di alcuni retropassaggi thriller di Henderson e compagnia? A salvarli Hart ed alcune divinità.
Stones avanza, Henderson e Dier volano bassi mentre Alli - in alto a destra - scappa in attacco. Khrin - nel frattempo - gioca d'astuzia e presidia il cerchio di centrocampo
In fase di non possesso - particolarmente in fase di contropiede - sono sorti diversi problemi. Le spiccate capacità offensive di Rose - soprattutto - e Walker, hanno portato grosse lacune ancor più evidenti del solito. La peculiarità del gioco di Southgate, tecnico cui piace lavorare per vie centrali, ha visto di buon occhio gli strappi dei terzini. Fin qui, tutto bene. I terzini che spingono e che spaziano per tutto il campo sono belli da vedere, aumentano il peso dell'attacco e creano spazi. Nel caso preciso dei laterali inglesi, ciò ha portato ad un progressivo distaccamento dal compito difensivo chiesto alla coppia la quale ha costantemente lasciato libero un uomo, portando i centrali a scalare posizione ed abbandonare la naturale casella di lavoro.
L'ultimo passaggio
Riagganciandoci a quanto detto prima, manca l'uomo chiave per illuminare i tre davanti. La capacità di equilibratore di Wayne Rooney è indispensabile, per buona grazie di Southgate. La metamorfosi del capitano ha consegnato alla folla un giocatore in grado di esaltare le indiscutibili doti della Next Gen, senza perdere posizione e sangue freddo. I tre tenori offensivi - il più delle volte - cercano spunti personali non trovando giocatori validi a cui appoggiarsi e si perdono nei meandri della folla avversaria, brava a compattarsi a specchio. Inoltre con l'assenza di un vero riferimento in avanti, il lavoro di spinta portato dagli esterni diventa secondario e poco efficiente. In poche parole a questa squadra non serve solo questa versione di Rooney, serve anche il Wazza attaccante. Altrochè se serve.