MONACO DI BAVIERA - Sarà che gli esordienti russi del Rostov sono arrivati all'Alianza Arena in punta di piedi, senza grandi pretese, sarà che il divario tecnico palesatosi è stato abissale, sarà stato l'effetto Champions, ma una cosa è certa: il Bayern fa paura e Ser Carletto Ancelotti è il nuovo re di Monaco di Baviera.
La "cinquina" di giornata ne è l'ennesima conferma: dopo la Supercoppa di Germania e, il primato solitario in Bundesliga con ben 13 goal realizzati in tre giornate senza subirne neanche uno, è arrivata l'ennesima conferma in Europa. Di certo, come detto prima, il Rostov non rappresentava e, non rappresenta assolutamente, un avversario che a livello tecnico-tattico possa impensierire i colossi tedeschi, ma partire così bene è comunque segnale che, anche quest'anno il Bayern ci sarà per la lotta al titolo. E quest'anno in panca c'è un allenatore che è specialista in vittorie di coppe dalle "grandi orecchie".
Ma prima di tanti proclami sarà bene attendere, il primo vero esame con l'Atletico Madrid di Simeone. Proprio quell'Atletico, che l'anno scorso spense in semifinale i sogni della squadra bavarese. Infine, un pensiero al Rostov è più che giusto e doveroso: i russi hanno già vinto la loro personale sfida, con lo splendido secondo posto della scorsa stagione nel campionato russo e, per il sol fatto di aver superato i turni preliminari (l'ultimo contro l'Ajax), in cui tutti li davano per spacciati già al primo turno.
LA PARTITA - La gara nei primi 15 minuti è abbastanza noiosa: i "panzer" tedeschi prendono si in mano la partita e ricacciano nella propria area di rigore i russi, che praticamente difendono in undici, ma non riescono a pungere in maniera decisa. Le incursioni di Rafinha, Lewandowsi e i tiri da fuori di Kimmich non scalfiscono la roccaforte russa, che si difende bene e chiude gli spazi. Al 26^minuto però, arriva l'episodio che stravolge completamente la partita: su calcio di punizione, Lewandowski da Erokhin viene atterrato in area e, dal dischetto lo stesso polacco porta in vantaggio i "rossi" di casa. Primo goal in Champions per l'attaccante bavarese.
Il Rostov, che aveva retto discretamente all'onda d'urto iniziale del Bayern, dopo l'episodio del rigore, si scioglie come neve al sole e, per il Bayern è tutto facile. Al 36^minuto ci prova Thiago Alcantara, ma il tiro finisce alto: poi poco dopo arriva il tentativo di Douglas Costa, non apparso in piena forma nel primo tempo. Al 40^minuto Hummels impegna severamente il portiere russo, con un tiro dal dischetto del rigore dopo una sponda di Rafinha. Ma il tanto agognato raddoppio arriva con Thomas Muller al 47^minuto: il ragazzo tedesco non deve fare altro che spingere in rete il pallone ben lavorato da Lewandowski.
Nella ripresa è pura accademia per il Bayern, che si diverte a giocare con quel pallone che scorre nel rettangolo verde: il Rostov tracolla e lascia che i tedeschi transitino nella propria area di rigore con la stessa facilità con cui gli automobilisti superano il casello autostradale senza attendere il telepass. Arriva il 3-0 con Kimmich bravo a finalizzare l'uno-due con Douglas Costa. E poi anche il quarto goal sempre con Kimmich, alla prima doppietta in Champions League, con un perfetto colpo di testa su calcio di punizione, al 60^minuto, dopo che Lewandowski tre minuti prima ha divorato la possibile doppietta.
L'allenatore ospite prova a cambiare qualcosina, per smuovere i suoi: entra Preperita al posto di Azmoun, troppo isolato; cambia anche Ancelotti, che concede minuti a Ribery e Renato Sanches. Dhazanaev si esalta sul siluro di Vidal, ma poi nulla può sul piazzato di Bernat che punisce severamente alla prima uscita assoluta gli avversari esordienti. Forse il Rostov avrebbe meritato il goal della bandiera, ma Neuer non ha concesso questa gioia a Erokhin, quattro minuti prima del quinto goal. Però va bene così per i russi: la squadra sta già vivendo il lietofine di questa favola, comunque vada a finire.
Carlo Ancelotti, invece, lancia il suo Bayern anche in Europa: dove può arrivare questa macchina spietata ?