Il Pippo Inzaghi che viene intervistato dalla Gazzetta sulla Champions sembra un padrone di casa che mostra all'ospite la sua abitazione. Già, perchè per Filippo Inzaghi da Piacenza la Champions è veramente un luogo abituale, confortevole. 50 goal in 85 partite, per i freddi numeri. Per lui, la competizione europea più famosa del mondo è "Il massimo: stadi pieni, clima diverso, visibilità mondiale".
Sa anche come vincerla date le 2 coppe in bacheca: "Al 50% i campioni: le giocate dei fuoriclasse sono determinanti. Al 30% la tattica: anche gli allenatori possono fare la differenza. Al 20% la fortuna, che significa sorteggio benevolo, errori arbitrali, situazioni casuali". È nostalgico, quando racconta la magica serata di Atente e il duello con Reina, oggi portiere del Napoli: "Gli feci il mio gol più lungo: io, il re dei gol corti. Scatto, dribbling, tiro rasoterra lento, la palla che corre verso la porta, io che corro verso la bandierina". A proposito di Napoli, oggi gioca a Kiev con la Dinamo squadra che Inzaghi ha battezzato a modo suo: "Campo gelato, vincemmo 4-1, segnai una tripletta".
Inzaghi fa le pulci agli attacchi delle 6 migliori pretendenti al trono europeo, iniziando dal Barcellona: "Un tridente pazzesco e stavolta si sono cautelati prendendo anche Alcacer. Se gli lasci la palla è dura perché Messi, Suarez e Neymar sono incontenibili. Ecco perché bisogna spezzare il loro fraseggio", Bayern: "Squadra completissima. Mi entusiasma la varietà sulle fasce. Lewandowski è tra i primi tre centravanti al mondo, Müller sa sempre dove stare, Douglas Costa salta l’uomo con facilità", Manchester City "Il derby contro lo United mi ha impressionato. Primo tempo pazzesco, perfetto. Guardiola merita davvero i complimenti, si sono viste chiaramente le sue idee. Il segreto è il movimento senza palla che è talmente organizzato da poter schierare da mezzala De Bruyne e Silva. Aguero, poi, è una garanzia", Paris Saint Germain: "L’addio di Ibrahimovic si farà sentire. Ma mi aspetto che Cavani in posizione centrale torni a fare la differenza, anche perché tra Lucas e Di Maria gli arriveranno tanti palloni", Real Madrid: "Morata aggiunge quello che mancava, ossia l’uomo che entra e spacca la partita. E’ un ricambio di grande qualità in un attacco già molto forte con Bale, Benzema e Ronaldo."
Ci sono parole importanti anche per la Juve: "Tre attaccanti straordinari perché insieme a Higuain e Dybala io considero anche Mandzukic che è prezioso. La società ha fatto benissimo a vendere Pogba: ha rinforzato l’attacco con Higuain, il centrocampo con Pjanic e la difesa con Benatia, che è forte davvero. Il problema della Juve è solo uno: stavolta deve vincere. Un po’ di pressione si avvertirà". Potrebbe essere l'anno della Signora secondo il re di coppa: "Perché la Champions si vince con la squadra intera. Adesso la Juve ha un attacco che preoccupa gli avversari e ha sempre una difesa eccezionale. Il senso della cessione di Pogba è il completamento dell’organico: ora la Juve è pronta". C'è spazio anche per una possibile "sorpresa": "Più che una sorpresa, direi una conferma: l’Atletico Madrid di Simeone. Una bella sorpresa, piuttosto, può essere il Napoli: ha perso un giocatore straordinario come Higuain ma ha rinforzato il complesso con tante valide alternative. Milik è molto interessante, perché fa sempre i movimenti giusti. Callejon lavora tanto e segna, Mertens e Insigne aggiungono fantasia".
Le considerazioni finali sono per il Milan: "Le bandiere rossonere servono eccome: ci sono campioni e uomini di spessore che hanno il Milan nel cuore e che sarebbero preziosissimi adesso. Io spero che questo club torni grande in breve tempo anche perché la Champions, senza Milan, è un po’ meno Champions".