Il Manchester United esce a pezzi dal derby. Nasconderlo è inutile: Mourinho e co. si sono tirati la zappa sui piedi nel momento, sinora, più importante e delicato della stagione, sebbene siamo agli albori della stessa; contro un Manchester City, fra l'altro, che contava assenze del calibro di Kompany e Aguero, due colonne portanti del team. Tuttavia, la superiorità in campo come qualità del gioco espresso è assolutamente innegabile, come prevedibile, perchè si parla di stili di gioco diversi; i Devils però non hanno messo in conto che avrebbero potuto soffrire senza cambiare proprio niente rispetto alle altre uscite, contro un allenatore che sa preparare le partite volta per volta, sa come inglobarti dentro il suo palleggio.
Alla fine, addirittura, il risultato finale di 1-2 sta stretto al City che ha avuto il coraggio di cambiare in queste due settimane, ma mantenendo la stessa mentalità e concedendo un unico svarione difensivo agli avversari, nato da un pasticcio un po' tecnico, con l'uscita sbagliata di Bravo, un po' d'intesa, con la reattività assente di Stones; lo United invece è sembrato assolutamente senza grinta là dietro, con un Blind disastroso nell'azione che ha portato i Citizens in vantaggio e poi con un reparto che ha sbagliato in tutto quando gli Sky Blues sullo 0-2. Abbiamo menzionato tattiche e stato mentale superiori: certo anche la condizione atletica devastata dei Devils ha fatto il suo, con gli uomini di Guardiola che sono arrivati prima su ogni pallone da gestire e sembravano andare al doppio della velocità.
Mou però, come detto in avvio, ci ha messo del suo: scelte di formazioni e cambi, come fra l'altro proprio sottolineato dal tecnico nelle interviste post-partita, che sono andate assolutamente male. Siamo costretti a parlare male di giocatori del calibro di Rooney (troppo nervoso, spicca per tecnica, ma fa perdere la calma a tante azioni), Lingard e Mkhitaryan (che sbagliano cose elementari), tutti autori in maniere diverse del disastro rosso. Per non parlare di Ibra, che si salva, ok, ma al netto di un gol fatto ne ha sbagliati almeno due, così come di Pogba, l'uomo che Mou ha fatto diventare il calciatore più pagato della storia costretto ad un ruolo da gregario dove non riesce ad esprimere nemmeno una minima porzione del suo talento e anzi, molte volte si isola completamente dalla partita.
Qualcosa da cui ripartire a dire il vero c'è, principalmente nel secondo tempo: Mou dovrà interrogarsi più volte sullo spazio da concedere ad Herrera e Rashford, ieri fra i migliori in campo, e su quanto davvero bisogni continuare a puntare su Fellaini con uno Schweinsteiger ancora in rosa, e per concludere magari anche un cambio di modulo, perchè questa squadra potrebbe rendere molto di più schierata in maniera differente, per le caratteristiche di tanti neo-acquisti (Mkhitaryan e Pogba, per dire, lo scorso anno sono stati fra i migliori giocatori di Bundesliga e Serie A).