Nel pomeriggio di Old Trafford a trionfare nel primo derby di Manchester della stagione è Pep Guardiola, col suo City che passa 2-1 a domicilio sullo United di José Mourinho. Succede tutto nel primo tempo, con De Bruyne a sbloccare dopo 14 minuti e Iheanacho a firmare il raddoppio oltre la mezz'ora. Ibra accorcia le distanze, ma nel secondo tempo non riesce a trovare il pareggio nonostante diverse occasioni. Andiamo ad analizzare la partita attraverso le pagelle.

Manchester United

David De Gea 6,5 - Il portiere spagnolo fa il suo, eccome: incolpevole in occasione del gol di De Bruyne, che dopo aver piantato Blind ha avuto tutto lo spazio per colpire dove voleva, altrettanto sul tap-in ravvicinato di Iheanacho. Per il resto, tante uscite sicure con buon tempismo ed un paio di parate cruciali per tenere aperta la partita nel finale. L'ex-Atletico si conferma tra i migliori al mondo nel suo ruolo.

Antonio Valencia 5,5 - In dubbio fino all'ultimo, l'ecuadoregno non sfigura contro Nolito e De Bruyne. A volte, però, va in affanno contro la tecnica e l'ispirazione degli avversari e rimane spesso bloccato, facendo mancare la solita spinta a falcate sulla fascia.

Eric Bailly 5,5 - Il centrale classe '94 di Mourinho inizia male contribuendo alla giornata da incubo della sua difesa, ma presto si riprende e riesce a contrastare bene Iheanacho prima e gli inserimenti di David Silva poi. Gli manca tanto da imparare, ma mezzo voto è regalato in previsione futura. Rimandato con riserva.

Danny Blind 4,5 - Nonostante qualche buona prestazione lo scorso anno, l'olandese continua a dare l'impressione di un pesce fuor d'acqua quando schierato da centrale nelle sfide che contano. Piantato coi piedi sull'inserimento di De Bruyne nel primo gol, addormentato a rovinare la linea del fuorigioco sulla rete di Iheanacho. Sbaglia in impostazione, sbaglia in copertura, si riprende parzialmente nel finale, ma quelli del City lo puntano sistematicamente in velocità. Giornata da dimenticare.

Luke Shaw 6 - Unico sufficiente nella difesa di Mou: è rientrato bene dall'infortunio. Non passa troppi guai complice la giornata non eccezionale di Sterling ed ha forze e spazio per cercare anche qualche sortita in avanti: bene nelle intenzioni, non sempre lucido nelle decisioni.
Dall'81' Anthony Martial s.v.

Marouane Fellaini 5,5 - Sporco, scorretto, scoordinato. Ma troppo importante. Non è in giornata d'oro, ma fa comunque il suo lavoro da diga, chiudendo azioni preziose col fisico e l'astuzia. Mourinho lo piazza in mezzo accanto a Pogba, ma nel finale lo usa quasi da punta avanzata per le sponde, e non se la cava male (ma non è una novità) neanche in quello. Mezzo voto di penalità per le tante, troppe, piccole scorrettezze evitabili: per il resto, se cambiano gli allenatori ma lui rimane titolare, un motivo c'è.

Paul Pogba 5 - No, no, no. Così non va. Come suo solito, il polpo alterna prestazioni brillanti ad alcune, come quella di oggi, decisamente opache. Regala qualche giocata di classe, ma si fa vedere molto poco, copre male e non riesce ad essere efficace con le cose semplici. Un paio di buoni break, ma la luce va ad intermittenza ed il ritmo è decisamente blando. Per 120 milioni di euro di cartellino, i tifosi Red Devils gli chiedono - quantomeno - il massimo impegno, e lui non sempre sembra regalarglielo.

Henrikh Mikhitaryan 5 - Anche lui in dubbio alla vigilia, Mourinho lo manda in campo ma si pente dopo appena 45 minuti: falloso, distratto, poco attento in copertura. Dovrebbe fornire lo spunto in più ma contribuisce solo a fare confusione in uscita, sembra sempre leggermente spaesato. Decisamente non una buona prestazione, ma avrà tempo per riscattarsi.
Dal 46' Ander Herrera 6,5 - Entra, e con lui lo United cambia volto. Gioca la palla, detta tempi e geometrie, un vero ragionatore in mezzo al campo. I Red Devils non pareggiano, ma lui dimostra di poter essere un tassello cruciale del centrocampo di Mourinho.

Wayne Rooney 6 - Il solito, instancabile capitano. E' ovunque, e se la qualità nelle giornate come oggi va e viene, la corsa e la cattiveria rimangono sempre, in ogni parte del campo. Fa il possibile anche in versione assistman, ma difficilmente trova traiettorie davvero pericolose. Va poco al tiro, ma lavora tanto e bene per i compagni che non sempre lo assistono.

Jesse Lingard 4,5 - Gioca solo il primo tempo come Mikhitaryan, ma tanto basta per definirla una giornata da incubo. Si vede pochissimo, ma sbaglia quasi tutti i palloni che tocca. Non accelera, non cerca il break, non copre, un fantasma. Col senno di poi, forse con Martial dal primo minuto sarebbe stato un discorso diverso. Mourinho dovrà rifletterci.
Dal 46' Marcus Rashford 6 - Subentra con la solita voglia. Alla prima azione punta e salta il diretto marcatore, per il resto corre tantissimo alla ricerca della gloria. Tanto pressing, molti scatti, qualche buona soluzione in solitaria, sicuramente molto più vivo del suo predecessore in campo.

Zlatan Ibrahimovic 6 - Attacca, pressa, lotta. Ha fame. E' fortunato e bravo in occasione del primo gol, ma non ha nessun'altra occasione limpida per il raddoppio. Ci prova, conclude tanto da ogni posizione, ma non riesce mai a rendersi davvero pericoloso per Bravo. Comunque, quattro gol nelle prime quattro di Premier sono un bottino tutt'altro che malvagio, che dimostra come lo svedese, anche in veneranda età, possa essere decisivo su tutti i campi d'europa.

(All.) José Mourinho 5,5 - La prepara male, Pogba mediano non convince per nulla così come le due ali. Soffre maledettamente nel primo tempo coi suoi che non riescono ad uscire, ma azzecca totalmente i cambi nell'intervallo ed il cambio di modulo, e per poco non trova il pareggio.

Manchester City

Claudio Bravo 5,5 - Non fa grandi errori, ma neanche miracoli. E' attento, ma paga la sufficienza per la scellerata uscita in combo con Stones che regala il primo gol ad Ibrahimovic, in un momento in cui la formazione di Mourinho era pronta per il requiem. Con i piedi sa il fatto suo e non perde la calma, nelle uscite rimandato.

Bacary Sagna 6 - Partita pulita. Si fa vedere poco in avanti, giustamente, ma non sbaglia un posizionamento o una diagonale. Prezioso per annullare Lingard, più in difficoltà sull'esplosivo Rashford, comunque controllato bene.

John Stones 5,5 - Anche su di lui pesa il pasticcio con Bravo, ma in generale alterna giocate di grande sicurezza a distrazioni che rischiano di costargli caro. Il potenziale è grandissimo, ma deve imparare a limitare i giri sulle montagne russe soprattutto in determinate partite.

Nicolas Otamendi 6,5 - Prestazione maiuscola, di personalità. Sempre in anticipo, prende tanti rischi e li vince quasi tutti contro Ibrahimovic e Rooney. Esce spesso palla al piede, e riesce a cavarsela anche quando Mourinho gli piazza addosso la torre Fellaini. Dopo alcune opache prestazioni lo scorso anno, sembra poter mettere in difficoltà Guardiola sulle scelte al rientro di Kompany.

Aleksandar Kolarov 6 - Spinge più del suo apposto, ed è estremamente pericoloso nella metà campo offensiva. Triangola tanto con Nolito e De Bruyne riuscendo ad arrivare anche ad una manciata di cross. E' cattivo, convinto, e non soffre lo scialbo Mikhitaryan sulla sua corsia. Ottima prestazione dell'ex-Lazio, che torna sotto le luci della ribalta.

Fernandinho 7 - Un gigante. Un giocatore come ce ne sono pochissimi al mondo: spende tantissimo, è ovunque, corre per tre e va a coprire da tutte le parti, fornendo anche un perno alla manovra dei centrali, in raccordo con i centrocampisti offensivi. Guardiola prende il rischio di giocare con lui unico filtro in mediana, ed il brasiliano risponde super presente, facendo praticamente reparto da solo. Un meraviglioso esempio di prestanza fisica, intelligenza tattica e personalità da vendere. Sublime.

Raheem Sterling 5,5 - Unica nota stonata tra centrocampo ed attacco dei Citizens: prova un paio di accelerazioni, qualche taglio, ma in realtà si vede ben poco e come spesso gli accade tende ad isolarsi sulla fascia destra chiedendo palla sui piedi. E' senz'altro un giocatore che può spezzare le partite, ma oggi non era la sua giornata.
Dal 60' Leroy Sané 6 - Debutta col City e fa intravedere cose buone. Non spinge eccessivamene sull'acceleratore, ma si dimostra un buon trattatore di palla oltre che un'ala estremamente pericolosa in uno contro uno.

David Silva 6,5 - Guardiola lo schiera mezzala con licenza di fare male, e lui è come un direttore d'orchestra che conosce alla perfezione tutti i suoi strumenti: è sempre al posto giusto, e non disdegna un paio di incursioni che seminano il panico. Per il resto, gestisce, organizza ed amministra da vero signore in mezzo al campo.

Kevin De Bruyne 7,5 - Mourinho al Chelsea non gli diede fiducia, e lui lo punisce con una prestazione da fenomeno vero. Quando gioca così, è tra i giocatori più imprendibili del pianeta: una varietà di soluzioni impressionante, dalla rapidità al gioco nello stretto. Destro, sinistro, movimenti senza palla, trova sempre la soluzione gliusta per sguisciare tra gli avversari e farli impazzire. Come se non bastasse, segna il primo gol e battezza il secondo, prende un palo interno e rischia di mettere a segno un paio di assist. Tarantolato, senza dubbio il migliore in campo.
Dal 90' Pablo Zabaleta s.v.

Nolito 6,5 - Pochi lo conoscevano al suo arrivo a Manchester, ma se lo spagnolo è questo l'acquisto è azzeccatissimo. Sulla sinistra semina davvero il panico con De Bruyne e Kolarov, trovando tanti sbocchi e rendendosi pericoloso quando punta il centro del campo col destro. Pienamente promosso.

Kelechi Iheanacho 6 - Un classe '96 buttato dentro da titolare nel derby tra i più caldi della storia recente: lui non sfigura per nulla, fa il suo, lotta, si stacca per liberare gli spazi, e trova anche il gol di rimessa. Nessuna azione personale da segnalare, ma fa quello che deve per non far rimpiangere eccessivamente il Kun Aguero.
Dal 53' Fernando 6,5 - Fornisce il supporto perfetto a Fernandinho, aumentando il filtro e la "legna" in mediana, contribuendo ad arginare gli assalti finali dello United.

(All.) Pep Guardiola 6,5 - Interpreta tutto benissimo: domina in lungo ed in largo il prmo tempo col Tiki Taka, gestisce benissimo le geometrie in campo. Nel secondo tempo gli avversari salgono, lui aggiunge un mediano ed un esterno fresco per contenere e provare a colpire in contropiede. Alla fine, il risultato gli da ragione.